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SAMBRUSON. CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI, AMBIENTE. - LETTERATURA A SAMBRUSON (II)

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E  lessi e lessi; e molto allor studiai

e seppi tante cose e tante ancor;

andai lontano e piansi e poi cantai,

desiderai del mondo tutto l’or.

 

Ma non trovai ciò che il mio cor domanda

o viator, a me dillo per pietà,

dimmi  su qual plaga, su qual landa

sta la grande, la bella Verità.

…………………………………………….

Caro Andrea
Ho rivisto più attentamente il libro di poesie “I canti della tregua” di L. Vanuzzo. Merita di essere pubblicato per il suo valore e spessore culturale. Sicuramente Vanuzzo lo vorrebbe. Tu stesso hai detto che nessuno scrive per non essere letto e pubblicato. (Chiunque scrive lo fa perché qualcuno legga).
Stupisce, del Vanuzzo, ancor più avendo frequentato scuole di indirizzo tecnico professionale, il grande spessore della sua cultura classica, la sua profonda conoscenza della mitologia, della letteratura e storia antica, qualità acquisite con grande passione e profondi studi  personali. Acuto e profondo osservatore dei luoghi meta dei suoi viaggi alcuni dei quali svolti e approfonditi mirabilmente nelle sue liriche.   
Ritengo che il testo vada introdotto con una breve presentazione che inviti a contestualizzare gli argomenti e il modo di scrivere d’altri tempi, per scoraggiare possibili interpretazioni non utili o poco legittime. Chi meglio di tè?
 Il poema viene proposto nella sua veste originale, dattiloscritto dallo stesso Vanuzzo, riportando le pagine tal quali, con correzioni e cancellature autografe in corsivo, con la copertina in scrittura manuale a pennino, con i segni di muffa e di ingiallimento del tempo.
Attendo un tuo parere. Ciao. Luigi Z.
 Caro, Luigi
Mi fa piacere se pensi di pubblicare le sue poesie. Le ho lette tutte, mi hanno lasciato ricchezza culturale e spirituale. Ne ho commentate alcune. Altro non so dire, perché sul personaggio ho già detto tutto. Fai un collage, se credi . ”I canti della tregua” sono patrimonio “nostro”, vero che non va sprecato. E’ un filo conduttore e unificante di tante realtà, di tante verità, di tante speranze, di tante delusioni tipiche, se vuoi, della vita di ognuno, ma queste lasciano il segno per l’originalità, la profondità di pensiero, per lo spessore intellettuale. Vanno oltre la persona, la famiglia, interessano Sambruson e non solo. Vanuzzo viene da lontano e merita di essere ancora qui. Fai una foto della sua lapide in cimitero: appena entri, a destra, pochi passi, guarda in alto.
Grazie della chiacchierata.
Andrea
Ti aggiungo una appendice sulle poesie di Vanuzzo. Nel 2004 ho scritto una prefazione pubblicata sul volumetto “Pennellate” edito dal Trovemose. Se ce l’hai puoi riportare quanto scritto pari pari come prefazione alla tua pubblicazione. Mi sembra appropriata.
Ciao Andrea.
Riporto come prefazione la parte che riguarda più direttamente questa pubblicazione.

 I Canti della tregua

di Lino Vanuzzo

Prefazione di A. Zilio.

 ……………..La premessa era necessaria perché è da qui che riparte un nuovo interesse verso una persona schiva, semplice, colta, derisa da molti ai suoi tempi. Lo sapeva e lo scriveva, certamente ne soffriva, ma non si lamentava mai. Era idealista e sognatore. Queste certezze mi vengono leggendo altri incredibili documenti che ci ha lasciato. E' una raccolta di poesie (scritte a macchina in foglietti ingialliti, appena corretti, polverosi e ammuffiti, fortunosamente recuperati), di riflessioni, di pensieri del tutto sconosciuti, perché nessuno sapeva che Lino Vanuzzo fu anche poeta. Ho letto le sue liriche, le sue rime, con crescente tremore e interesse perché scoprivo, pagina dopo pagina un personaggio straordinario, sensibile, sconosciuto. Nessuno è come è, o meglio come appare, ogni persona possiede doti e segreti che solo lei conosce, che tiene per sé, sentimenti che non sempre manifesta, che spesso soffoca, dando al mondo un'immagine diversa da quella più complessa e completa che in realtà è, il nostro io perfetto, reale solo noi lo conosciamo. II poeta non si dimentica di sé, s'interroga, non si butta via, si guarda nell'intimo più segreto, scopre, toglie i veli e il pudore a sentimenti che i più seppelliscono o ignorano di avere o verso i quali sono indifferenti. Vanuzzo non era un indifferente, era una persona che sapeva estrarre dal suo cuore e dalla sua cultura florilegi stupendi di versi con abile e sapiente miscuglio di parole, come un eccellente musicista sa comporre una melodia immortale mettendo insieme poche note o il pittore illustre mettendo insieme i colori dell'iride sa dipingere un paesaggio bello da morire, da sembrare vero. E' giusto che gli sia resa giustizia, che si sappia, che si leggano le sue poesie che sono un dono di bellezza, di attaccamento e affetto per il suo paese e per la gente che vi abita, un grido di amore verso il Creatore che ci ha dato le meraviglie di tutto l'Universo, un ammonimento per gli uomini che non sognano più, impegnati come sono in un suicidio perenne alla ricerca di un benessere effimero, tristi e soli pur immersi nella moltitudine.


  

 


  Tempra il giovin mio canto

                 itala musa.......


RITMICA CLASSICA

Invito

 

Alla Gioventù Italica

 

 

Sfumature vesperali

 

Roma

 

Per la morte della Regina d'Italia

(nell'anniversario)

 

 

 Soffio notturno

  

  Invidia

 

  

A Giove Africano

 

 

 

 

 

ll Catinaccio

(Rosengarten) 

 

Mattutino Santo

 

Notturno Lagunare

 

Primavera di rondini

 

 

Sul romitaggio del monte Rua

(colli Euganei)

 

Vespero brumoso 

 

 

 

Fantasie Vesperali

 

 

Sull'album dell'amica

 

Pastello di sera

 

Silenzio al mio paese

 

Al sole

 

Sogni e lusinghe

 

Frammento

 

Notturno

 

Mattino

 

Primavera

 

 

Giovinezza libera

 

 

Idillio lagunare

 

Notturno

 II° 

 

Mezzodì canicolare 

 

Paesaggio 

 

Notturno (II°)

 

 

  

Il fantasma della tisi

  

  

Maggio

(Fantasia)

 

Lirica Bacchica

 

L'Addio

 


Ritmica

nova 


 

Agli Eroi

  

Pastelli sul Brenta

 

 

La cascata

 

Chiari scuri

notturni

 

Pensando

 

Ad Arquà Petrarca

 

All'Arte 

 

Domenica di Primavera

 

 

Frammento notturno 

 

Canicola

 

Alla Madre

 

Alla Madre

II° 

  

L'incanto d'una notte 

 

Canto di Pasqua

  

Lirica pasquale

 

Il mutolino

 

 Scoramento

 

  

 Non posso !...

 

Madonnina

presso un quadretto appeso ad un albero

in una sera di Novembre 

 

Il demente

 

 

Sonetto

  

Fano

 

Sulle vette dell'Alpi

 


 

Indice

 

 

 

 


Articolo a cura di Luigi Zampieri

Ultimo aggiornamento (Lunedì 19 Ottobre 2015 14:00)