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IL PERIODO STORICO RECENTE - MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

Il Programma di Fabbricazione

In seguito alla Legge Ponte il comune di Dolo si dotò di Programma di Fabbricazione e successivamente di Piano Regolatore. La definizione del Programma di Fabbricazione fu il primo atto efficace di pianificazione urbanistica a Dolo, che recepì le scelte del Piano Regolatore elaborato nel 1959-1964 e introdusse i principi della Legge Ponte, avendo presente lo stato dell'arte tecnico-economico dell'area.

Osservando i documenti elaborati nelle fasi di messa a punto del Programma di Fabbricazione, iniziato nel 1967, reso operativo nel 1970 e integrato con varianti successive fino al 1977, si riconoscono alcuni temi chiave che hanno interessato il territorio di Sambruson:

-l'idrovia Padova - Venezia e il suo impatto sul territorio;

-l'influenza dei Piani Guida sul centro di Sambruson;

-l'ipotesi di costruire un centro sportivo a servizio del capoluogo e

della frazione di Sambruson;

-la costruzione delle case finanziate dalle leggi sull'edilizia

convenzionata;

-gli insediamenti nelle aree agricole.

Degli insediamenti nelle aree agricole si è avuto modo di parlare più sopra, ma gli altri temi richiedono un approfondimento.

L'Idrovia Padova-Venezia.

Doveva essere la prima parte di un progetto più ampio per una infrastruttura idroviaria a grande scala tra il sistema dei Navigli lombardi e il Danubio. Il primo stralcio, che sembrava tecnicamente ed economicamente più facilmente realizzabile, era quello che avrebbe dovuto connettere le futura zona produttiva di Padova con il Porto di Venezia. L'Idrovia avrebbe dovuto attraversare il territorio di Dolo proprio a sud di Sambruson.

La prima elaborazione del Programma di Fabbricazione recepì il progetto dell'idrovia, che era allora in fase di studio avanzato (si stavano già costruendo i ponti di attraversamento e gli espropri erano in corso di attuazione). Anzi in una versione precoce del Piano è possibile riconoscere il tentativo di sfruttare il passaggio di questa nuova infrastruttura, identificando nelle sue immediate adiacenze zone produttive con nuove infrastrutture.

Il progetto Idrovia perse presto di importanza: a questo hanno forse contribuito motivi politici, legati al non facile rapporto fra i territori di Padova e Venezia (il primo con uno sviluppo produttivo più simile al modello di sviluppo Veneto ed il secondo invece collegato alla grande industria nordista con forte impatto sul territorio e fortemente sindacalizzata), ma forse anche motivi tecnici, legati alla disponibilità di acqua per l'infrastruttura e motivi economici. Non sembra estraneo al fallimento del progetto neanche il "disinteresse" da parte dei fautori del trasporto su gomma, in un momento storico in cui in Italia il trasporto su acqua era in netto declino. Il progetto venne così accantonato, anche se i due tratti iniziali in zona industriale di Padova e sulla gronda lagunare nel territorio di Mira erano già stati costruiti. Dell'idrovia interrotta sul territorio di Sambruson, come abbiamo già avuto modo di notare, sono rimasti i ponti sopra le campagne e gli espropri agli agricoltori. Questo appetibile corridoio, amministrativamente disponibile, sta richiamando progetti infrastrutturali importanti, come la cosiddetta Camionabile Padova-Venezia o il passaggio di linee elettriche ad alta tensione, che finora non hanno trovato attuazione, probabilmente anche per il notevole impatto che avrebbero su un territorio agricolo già al limite delle sue capacità di sopportazione e quindi per la conseguente protesta dei suoi abitanti.

I piani guida.

Per meglio gestire il territorio il Programma di Fabbricazione fu dotato, nel 1971, di una serie di strumenti guida per la progettazione dei piani urbanistici attuativi. Approvati dal consiglio comunale erano di riferimento ai progettisti ed alle commissioni comunali di valutazione. I Piani Guida erano accompagnati da una prima valutazione degli oneri di insediamento che andavano corrisposti all'Amministrazione in forma di oneri delle opere di urbanizzazione, quando direttamente non eseguite dal lottizzante. Si anticipava così la logica della successiva legge Bucalossi, che avrebbe, di lì a qualche anno, risolto in modo analogo l'annoso problema del come non addossare alla collettività il peso economico delle opere per le reti e le strade a servizio dei nuovi insediamenti24.

Questi strumenti di indirizzo hanno influenzato lo sviluppo del centro di Sambruson nelle località Ponte e Via Villa, come si vede nelle immagini in alto. La loro utilità fu evidente nell'organizzare la viabilità interna, gli spazi comuni, gli allineamenti degli edifici e la loro distribuzione sul terreno favorendo un rapporto trasparente fra cittadinanza e amministrazione, in quanto il cittadino aveva disponibile una progettazione base su cui sovrapporre le sue ipotesi progettuali.

Il centro sportivo mai realizzato. Merita un cenno particolare una variante al Programma di Fabbricazione per il territorio di Sambruson, adottata ma non andata a buon fine, perché creò all'epoca un notevole dibattito. Con l'obiettivo di decongestionare il centro di Dolo, dove Municipio, Pretura, Acquedotto e Ospedale costituivano un nucleo fortemente accentratore di attività, tale variante prevedeva di decentrare lo stadio comunale lungo la nuova via Dolo-Camponogara, già realizzata negli frontalmente all'ospedale, in attuazione del Piano Regolatore adottato nel 1981.

L’edilizia convenzionata.

Altro intervento, che lasciò il segno in questo periodo in cui fu in vigore il Programma di Faanni Sessanta. Il progetto si scontrò con il "campanilismo" sportivo soprattutto di Dolo che si oppose allo spostamento:

con il successivo cambio di maggioranza politica il progetto fu accantonato e il centro sportivo fu previsto e costruito bbricazione, fu un importante centro di edilizia convenzionata sull'area di via Cimitero, intervento che si può evincere dagli ultimi elaborati dello strumento urbanistico del 1977. Diversamente da ciò che accadde con i successivi PRG, nel periodo di vita del Programma di Fabbricazione il comune di Dolo non applicò le leggi pianificatorie relative all'edilizia convenzionata, ma utilizzò, come molti comuni veneti, l'intervento diretto dell'Istituto Autonomo della Case Popolari per attuare insediamenti di edilizia residenziale pubblica diffusi nel capoluogo e nelle frazioni25, individuando le aree attraverso i piani urbanistici (Piani guida) e favorendo l'integrazione con gli insediamenti esistenti.

Sopra : Il centro di Sambruson con individuate le aree per l'edilizia convenzionata.

Sotto :  Edilizia convenzionata in via Cimitero.

La pianificazione secondo la legge regionale

II Programma di Fabbricazione operava in regime di legge nazionale, prima della istituzione delle regioni ed all'inizio della operatività delle stesse. Divenuta operativa, ed essendole stato conferito il potere di autorizzare gli strumenti urbanistici, la Regione del Veneto legiferò in un primo tempo soprattutto dal punto di vista amministrativo sulle modalità attuative della legislazione urbanistica nazionale. Iniziò intanto a dotarsi degli organi istruttori ed autorizzativi e della Carta Tecnica Regionale, strumento base della pianificazione, che fino ad allora era stata elaborata sulle carte catastali.

Solo con la Legge Urbanistica Regionale n. 61 del 1985 la Regione promulgò i capisaldi della pianificazione regionale a cui i nuovi piani urbanistici degli anni Ottanta e Novanta fanno riferimento.

Il piano regolatore di Dolo, adottato nel 1981 ed approvato nel 1983, confermò la strategia di sviluppo in atto, dotandosi di strumenti operativi e legislativi più efficaci sia per la viabilità sia per i vincoli paesaggistici e delle ville, dei centri storici e delle aree agricole. Vennero allora definiti nuovi parametri edificatori, legati alla legge Bucalo s si, introducendo nel piano gli standards urbanistici e il contributo al costo di costruzione.

Venne migliorata la perimetrazione delle aree edificabili, mirando a completare le aree già "compromesse". Si mantenne ovviamente la capacità edificatoria delle aree agricole che recepiva le normative regionali in materia. Per ciò che riguarda il territorio di Sambruson si trattò di un piano di finitura e completamento, come si può evincere dalle immagini a lato.

Più influente sul territorio è stata la variante al PRG ai sensi della legge 24/85, "Tutela ed edificabilità delle zone agricole". Questo si evince osservando i particolari delle tavole qui riprodotti, dove l'area agricola è soggetta ad interventi localizzati soprattutto lungo le strade, che tendono ad allargare le possibilità di insediamento, probabilmente in risposta alle richieste di chi non poteva più avvalersi delle norme della Legge Ponte. Molte strade di campagna sono così diventate di fatto urbane (e i limiti di velocità adottati lo dimostrano), come via Carrezzioi e via Stradona, che sono perfetti esempi di questa modificazione comune a molte parti del territorio centro veneto.

Il piano regolatore vigente, infine, ha confermato ed esteso l'intervento sul territorio agricolo, rafforzando le aree edificabili lungo la viabilità esistente. Il piano ha previsto nel centro un consistente aumento della edificabilità fondiaria, senza però adeguare la dotazione di servizi. I nuovi insediamenti, agglomerati di condomini concentrati verso est, mal si conciliano con le caratteristiche della frazione, indifferenti a quell'integrazione con il tessuto esistente, a quella "misura" che era sembrata importante in passato.

Anche le scelte pianificatorie a scala sovracomunale sembrano voler sacrificare ancora una volta le aree agricole, dove si concentrano gli interventi trasformativi previsti, che negli anni a venire interesseranno il territorio della Riviera e di Sambruson in particolare. Invece di orientare le volontà di trasformazione verso un doveroso riordino dell'esistente, si tende infatti ad espandere l'urbanizzazione a scapito della campagna coltivata, che denuncia ora come non mai la sua debolezza strutturale.

Come cambierà il paesaggio di Sambruson, sul cui territorio è previsto il passaggio di due assi autostradali con relativi svincoli e tunnel, e di nuovi centri di servizi adiacenti agli svincoli autostradali? È importante che i cittadini si pongano questa domanda per poter prendere parte consapevolmente alle decisioni che riguardano il futuro del proprio territorio. Confidiamo che questa passeggiata ideale attraverso le trasformazioni che hanno interessato questo territorio nel passato possa contribuire a renderli partecipi dei cambiamenti e conseguentemente non solo testimoni, ma attori consapevoli della evoluzione della loro storia, di cui il paesaggio è parte determinante.

 

Sotto : elaborazione per la variante al Piano Regolatore Generale (archivio comunale di dolo).

Viviana Ferrario, Gianni Cagnin

Dal volume "SAMBRUSON TRA OTTOCENTO E NOVECENTO"

(Associazione Culturale Sambruson La Nostra Storia)

 


articolo a cura di Luigi Zampieri


Ultimo aggiornamento (Mercoledì 04 Marzo 2020 16:49)