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IL PERIODO STORICO RECENTE - MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

Fiumi e strade

Abbiamo avuto modo nel paragrafo precedente di riconoscere le grandi trasformazioni che hanno contraddistinto la parte di pianura veneta, alla quale Sambruson appartiene, e che hanno influito sulle situazione territoriale locale di questa piccola porzione di territorio. Può essere utile avvicinare lo sguardo e analizzare più in dettaglio quelle trasformazioni che hanno interessato direttamente il territorio di Sambruson, sia quelle generate da processi endogeni, sia gli esiti di quelle esogene ricadenti entro i suoi confini. A questo scopo abbiamo tentato di ricostruirne una sequenza di massima, appuntando l'attenzione su alcuni aspetti che ci sono sembrati più significativi, cioè la rete delle acque, l'edificato, le infrastrutture viarie e ferroviarie, la rete dell'energia elettrica.

Rettifica del naviglio del Brenta, 1930.

È opportuno sottolineare, sia pure in estrema sintesi, che le fonti utilizzate per questa ricostruzione sono di tipo cartografico o ortofotografico, a cui è seguita una verifica bibliografica ove disponibile. L'analisi sulle fonti è stata condotta mediante un ridisegno selettivo dagli originali, in modo da renderne confrontabili i dati. Ciascuna tappa temporale, rappresentata nell'immagine nelle due pagine seguenti, ha come fonte due carte storielle pressoché contemporanee, indicate in didascalia, di origine diversa e a due scale diverse, quindi con un grado diverso di dettaglio. Se osserviamo la situazione attorno al 1830, testimoniata dai primi catasti storici (Censo stabile, mappe napoleoniche e austriache), abbiamo un'idea delle acque, delle strade e dell'edificato così come ereditate dalla Serenissima. È molto visibile a questa scala l'impatto poderoso del taglio della Brenta nuova, con gli argini che lo accompagnano, con le strade sulla loro sommità e con il "passo", attorno a quale su entrambe le rive, si addensa il paese di Sambruson. Un argine meno imponente, con la sua strada sommitale, resta a testimoniare il precedente taglio, che ricalcava l'antico corso del Medoacus. Ben riconoscibile, oltre al Naviglio Brenta, la Seriola, con la strada che le corre parallela, e la presenza di altri corsi d'acqua minori naturali e artificiali, che attraversano il territorio prevalentemente in direzione est-ovest. Lo stretto rapporto tra edificato e rete stradale è perfettamente riconoscibile. Il centro con la chiesa resta sulla destra idrografica della Brenta Nuova e prende la forma di un insediamento sostanzialmente lineare, ancorato all'antico crocicchio tra la via Annia e la perpendicolare via Popilia, che proprio nella località dell'odierna Sambruson si incontravano7. L'insediamento è sparso nel resto del territorio, se si eccettuano un lieve addensamento lungo la viabilità principale, in particolare lungo via Alture, lungo l'attuale via Stradona, prosecuzione dell’Annia verso Altino8 e, com'è ovvio, lungo la viabilità che corre in destra del Naviglio Brenta, lungo la Riviera.

Portomarghera nei primi anni 50.

La tappa successiva della nostra ricostruzione ci porta alla fine del XIX secolo e mostra l'avvenuto interramento della Brenta Nuova e le prime tracce dell'incipiente processo di escavo degli argini per ricavarne terra relativamente a buon mercato. È evidente anche la parziale dismissione della doppia viabilità su argine che viene ridotta ad una nell'area a ridosso del paese, là dove la Brenta Nuova faceva un tempo quell'ampia curva che la portava a scendere verso sud. Le opere di razionalizzazione del Naviglio Brenta si fanno sentire anche a Sambruson, dove è visibile una di quelle rettifiche dei meandri, ricorrenti in tutta la pianura. L'edificato vede un lieve incremento, più che altro nelle abitazioni sparse nella campagna, probabilmente determinato dall'incremento demografico che caratterizza la seconda metà del secolo. La terza tappa si attesta attorno agli anni Trenta del XX secolo. Saltano all'occhio due grandi opere assai significative che interessano le acque e le infrastrutture. A Dolo, ma al confine con il territorio di Sambruson, sono cominciati i lavori per la realizzazione del bypass acqueo che superava le conche vecchie di Dolo; netta zona sud orientale, passa ora la nuova linea ferroviaria Mestre - Adria, che nel territorio di Sambruson vede la presenza di due caselli, identificati rispettivamente con il numero 10 (al passaggio della strada arginale che segue la Brenta Secca) e con il numero 11, all'incrocio con la Stradona.

Si possono infine notare alcune prime densificazioni edilizie e i primi nuovi insediamenti lineari composti di casette unifamiliari lungo le strade, in particolare a sud, lungo il vecchio argine destro della Brenta Nuova. Con la quarta tappa siamo entrati nel dopoguerra e nel boom economico. Si nota la consistente crescita edilizia che tende a concentrarsi attorno al capoluogo e ancora una volta lungo le strade, in continuità con la tendenza già manifestata prima della guerra. Una microscopica città lineare si è realizzata lungo l'argine sinistro della Brenta Vecchia, sul sedime che un tempo aveva visto scorrere le acque del fiume. A nord l'isola, formata dal bypass del Naviglio Brenta, ora completato, è stata urbanizzata, così come il primo tratto dell'argine della Brenta vecchia, nell'area più vicina a Dolo, centro che si sta espandendo fortemente e attira popolazione e investimenti immobiliari.

 

Nel 1968 prende avvio la costruzione dell'idrovia Padova - Venezia, che, se completamente realizzata, avrebbe dovuto attraversare anch'essa il territorio comunale nella sua parte meridionale. L'opera inconclusa ha lasciato sul territorio di Sambruson una serie di sovrappassi dove le strade esistenti avrebbero dovuto scavalcarla e che ora si alzano, apparentemente privi di senso, dalla campagna. Nei decenni successivi gli interventi edilizi e quelli sulla viabilità si moltiplicano, coinvolgendo anche Sambruson, sia pure marginalmente, nello sviluppo tumultuoso della città diffusa centroveneta. Il territorio viene inoltre interessato dalla dislocazione della centrale elettrica di distribuzione situata al margine sud est del territorio della frazione.

Gianni Cagnin, Viviana Ferrario

Dal volume "SAMBRUSON TRA OTTOCENTO E NOVECENTO"
(Associazione Culturale Sambruson La Nostra Storia)


articolo a cura di Luigi Zampieri

Ultimo aggiornamento (Martedì 03 Marzo 2020 18:15)