Associazione Trovemose
IL PERIODO STORICO RECENTE - REALTA' ATTUALI O RECENTI |
CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE SOCIALE
TROVEMOSE
La nostra storia è andata così.
Da: “TROVEMOSE AL MUSEO” edito 31 maggio 2009
di Andrea Zilio
Nell’autunno 1997, Carlo Masato mi convince a fare una cosa che mai avevo fatto, e mai più feci in seguito. Fare delle cure respiratorie alle Terme Euganee.
Strada facendo si lamenta perché Sambruson è un paese che non si muove…. “se almeno stavi qua…”
Carlo è una brava persona, un grande amico, ma un brontolone fisso. La vince! Mi convince.
«Trovemose!»
Esco con questa esclamazione impulsiva…mi scatta tutto un programma.
Scatta in me la voglia di riunire i tosi e le tose di una volta, di incontrarci in associazione, di fare qualcosa insieme.
Ma in un Circolo, dove la gente circola, si muove, si interessa, fa qualcosa. Non Centro dove sei arrivato, vivacchi, dormi e basta.
Scattano la molla, il desiderio, la grinta, il progetto.
Il nome c’è già: Troviamoci.
Grazie ai brontolii amichevoli di Carlo Masato nasce il Trovemose e parte la caccia ai “reperti archeologici” che nessuno sa dove siano.
Cerco di ottenere qualcosa da proporre in assemblea. Cerco in municipio di ottenere uno spazio per la nostra associazione. Lotta burocraticamente dura! Non ancora cessata, anche se siamo fuori dalle intemperie. Parlo con gli assessori che hanno l’atteggiamento del vorrei ma non posso.
In realtà c’è un’aula vuota nell’edificio minore delle scuole elementari “Daniele Manin”, è assegnata agli stradini per cambiarsi a fine giornata di lavoro. E’ una conquista sindacale.
Guai a chi la tocca!
Chiedo: quanti stradini ci sono?
Beh, per ora nessuno!
E per il futuro?
Beh è un mestiere in disuso.
E’ una stanza vuota, perfettamente riscaldata …. con nessuno dentro!
Ma nessuno poteva toccarla: ordine dei sindacati.
Passiamo nell’aula vicina. E’ inverno, fuori fa freddo, ma dentro all’aula è caldo, molto caldo.
Che cosa contiene l’aula? Cartoni della Croce Rossa, altro materiale inerte, i tabelloni di ferro e di legno per la mostra della satira della associazione folkloristica “La Lanterna”.
Torno in Comune, parlo con il vicesindaco Adriano Spolaore.
Si mostra disponibile.
«Mettiti d’accordo con le associazioni già ospitate. Non vedo, non sento, non parlo.» Pressappoco!
Torniamo dai dirigenti della Croce Rossa che, gentilmente e generosamente, tramite Giannino Segato, allora dirigente, liberano la loro mezza aula. Pagano un affitto.
Andiamo a parlare al consiglio direttivo della “Lanterna”.
Rinaldo Zabeo è possibilista, sorride, fa capire che si combina.
Concordiamo che per ora usiamo la stanza di sbieco: noi e loro. In maggio, con la mostra della satira, li aiutiamo a sgomberare e poi… e poi…
E poi si riesce a trovare ospitalità per loro presso la Protezione civile.
Entriamo in mezza stanza, la attuale (2009) Da abusivi. E’ poco, quasi niente. Ma è l’inizio. Arriverà in seguito, a cose fatte, il consenso di entrare da parte della Amministrazione comunale. Un po’ stretti, siamo ancora là. Siamo quasi duecento tra soci, familiari e simpatizzanti.
Vorremmo essere trattati come tutti gli anziani degli altri paesi.
Ci passiamo parola e il giorno 17 febbraio 1998 ci autoconvochiamo in assemblea presso l’aula maggiore della Croce Rossa. Sono presenti circa cinquanta persone. Sono presenti gli assessori Emilio Zen alla Cultura e Giuseppe Donà ai Servizi Sociali.
Propongo un programma, inizia la vita del Trovemose. Questo è il primo consiglio direttivo: Andrea Zilio presidente, Mirko Cerato vicepresidente, Carlo Masato segretario, Domenico Salviato, Giannino Segato.
Una persona decisiva per la riscoperta del Museo è, come già riferito, l’assessore Emilio Zen, maestro elementare di Venezia, trapiantato a Dolo.
In uno dei consueti incontri in biblioteca, era uscito con questa espressione, dopo che avevamo vigilato, per tutta l’estate, presso l’ex-macello, la mostra di Augusto Murer:
“Ormai fate di tutto, vi manca solo un museo archeologico!”
Alto là! gli grido. C’è!
E dov’è?
Non lo so. Però, intanto, un grande obiettivo, ignorato fino un attimo prima, è scattato.
Gli spiego brevemente delle scoperte nelle campagne Velluti circa 50 anni prima.
Ci mettiamo in “caccia” e, dopo telefonate, incontri, verifiche, battute a vuoto, delusioni, scopriamo che i resti di molte scoperte archeologiche giacciono confusamente nei magazzini del comune di Venezia alla Bissuola in via E. Carlo Pertini.
Là in mezzo ci sono anche quelli del Vanuzzo.
Bisogna andare a vedere.
ll primo ottobre 1998 ricevo in dono personale dalla famiglia della mia ex-scolara, ora farmacista, Elisabetta Danieli, la documentazione originale rimasta in famiglia dopo la morte dello zio e la vendita della sua casa in via Vittorio Veneto 63 a Dolo.
Inizia un lavoro febbrile e intenso che mi vede impegnato su tre fronti:
- riordinare, collegare e decifrare i documenti ricevuti
- consultare una persona esperta che possa valutare il valore dei documenti
- contattare gli uffici giusti per visitare, verificare i reperti e, possibilmente, riportarli a casa.
Per la verifica degli atti consulto la dottoressa Lucia Majer, mia vicina di casa, archeologa.
Il suo interesse è altissimo, sia per i documenti riguardanti il museo, sia per le liriche che leggiamo insieme. A lei si unisce la collega Laura Simbula che opera presso il Museo di Montebelluna.
In biblioteca incontro la studentessa universitaria Monica Zampieri, di Sambruson, la invito ad unirsi a noi.
Tramite l’assessore Emilio Zen, arriviamo alla dott.ssa Giovanna Luisa Ravagnan della Sopraintendenza ai Beni Archeologici del Veneto con sede a Padova in via Aquileia 7.
Il 4 novembre 1998 andiamo a Padova, esibisco alla Ravagnan i documenti ricevuti dalla famiglia Danieli-Vanuzzo.
La sua sorpresa e la sua soddisfazione sono grandi, perché tra i documenti esibiti ci sono i cataloghi dei reperti. Fanno testo.
I reperti indicati, salvatasi dai vari traslochi, saranno consegnati al Trovemose, e quindi al comune di Dolo che li custodirà in stanza blindata. Un passo indietro.
…. il professor Urbani De Gheltof, un appassionato d’arte, aveva convinto Vanuzzo a consegnargli i suoi reperti per realizzare a Mestre, Torre Belfredo, un solo Museo che raccogliesse i vari reperti raccolti nella gronda lagunare.
Vanuzzo aveva aderito. Ma poi, vedendo che il De Gheltof agiva come se la raccolta fosse totalmente frutto delle sue ricerche, estromettendo gli altri ricercatori, si era ribellato e aveva preteso la restituzione. Cosa mai avvenuta e che molto lo aveva amareggiato.
Morì senza vedere il suo sogno realizzato.
Fu questa un’altra sconfitta immeritata che rattristò molto il personaggio, già per suo conto cupo e solitario. Nessuno, pur potendo, lo aiutò.
Il 5 novembre 1998, Emilio, Lucia ed io siamo a Treviso per un’interessante intervista televisiva ad Antenna Tre, parliamo del Museo e dei nostri tentativi di riaverlo.
Cresce l’interesse nel Trovemose per questa storia.
Facciamo un incontro con alcuni dei “ragazzi” che hanno scavato assieme a Vanuzzo e apprendiamo molte cose interessanti. Sono testimonianze di prima mano (Segato, Pauletto, Boran, Marcato), ignote agli esperti, tutte informazioni che si aggiungono alle carte.
Il giorno 21 gennaio 1999, presenti la dott.ssa Ravagnan e la dott.ssa Fiorella, gli assessori Lazzari e Zen, Luigino Fattoretto, Segato, Masato, Lucia e Monica e alcuni soci, mettiamo gli occhi sul museo ritrovato. Laura non può lasciare l’insegnamento.
Nei magazzini del Centro Civico del Comune di Venezia in viale E. Carlo Pertini, rivedo i reperti più significativi, le anfore e i telai che avevo visto, ragazzino, nel magazzino al Ponte.
E’ una grande commozione, una grande soddisfazione per tutti coloro che ci hanno creduto.
Le nostre amiche esperte lavoreranno al freddo, con l’assistenza a turno di qualcuno del Trovemose (in particolare Franco Monetti) per ripulire i pezzi sepolti da croste di decenni di abbandono e incuria. E per far loro compagnia. Il luogo è sottoterra, lontano da suoni, rumori, persone.
Le archeologhe Lucia e Laura, e la studentessa Monica, con impegno costante, fatica e competenza, hanno individuato, lavato, ripulito dalle muffe, dalle fastidiose polveri e dalle incrostazioni, pezzo per pezzo, tutti i reperti ora esposti a Sambruson.
Di loro tre ci ricorderemo sempre.
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Questo è l’ art. 3 tratto dal nostro Statuto sociale.
Art. 3 Scopi
L’associazione si propone:
a) di riunire e organizzare le persone che, terminato in età ancora giovanile il lavoro e/o prive di altri interessi, vogliono abbattere e combattere il muro della solitudine e del disagio dovuti all’improvviso cambiamento dei ritmi di vita, riscoprendo l’amicizia, la gioia dello stare insieme attraverso iniziative di svago, di informazione, di formazione, di solidarietà con chi si trova in difficoltà;
b) di offrire la propria collaborazione gratuita e volontaria alla pubblica amministrazione, in particolare al comune di Dolo che ci ospita, ma anche alla comunità parrocchiale e alle scuole nella proposta e nella realizzazione di manifestazioni, mostre, iniziative culturali, ricreative, sociali a favore della cittadinanza;
c) di aiutare i soci portatori di handicap nella partecipazione alla vita sociale;
d) di collaborare nella gestione e cura del Museo archeologico “Lino Vanuzzo”.
Nota aggiuntiva:
Ho detto che il primo ottobre 1998 vedo e leggo, per la prima volta, i documenti, pronti alla discarica, di Lino Vanuzzo. Ed è così!
Di questo argomento ne avevo sentito parlare innumerevoli volte per trent’anni. Varie persone, mi avevano contattato, stuzzicato. Con noiosa ripetizione. Con pacchi in mano di “cartacce”.
Li ascoltavo per creanza, ma mai avevo mostrato alcun interesse e lo dicevo. Erano anni in cui avevo problemi di famiglia, di casa, di impegno civico… che mi prendevano molto tempo. Avevo tenuto il problema “reperti” in fastidiosa lontananza. Interesse? Zero! Di fatto non sapevo cosa contenessero quei polverosi fascicoli.
Il mio interesse improvviso per le, chiamiamole “cartacce”, perché tali erano, cominciò quando capii che il recupero, un museo, i turni di vigilanza (che già ci impegnavano in altre iniziative culturali all’ex-macello)… potevano essere un motivo di orgoglio, di coagulo, di interesse a stare insieme, di impegno sociale-culturale per i contadini e gli operai, vecchi amici che potevano venire al circolo Trovemose, non solo per giocare a briscola o a tombola, ma anche per fare qualcosa di distinto, di importante iniziativa belle e utili per il paese…. Così fu. Tuttora è così.
E’ sempre stata mia consuetudine “inventare” cose nuove, indicare la strada e lasciare che altri proseguano, senza gelosie e senza rimpianti. Solo così eventi, grandi o piccoli che siano, procedono, durano, altrimenti muoiono con te, perché resti solo.
IL GRANDE RITORNO
La mattina del giorno 23 febbraio 2001, il giorno successivo a quello inizialmente previsto, ci siamo recati in rione Pertini a Mestre al Centro Civico del Comune di Venezia, alla presenza della dottoressa Ravagnan per la Sopraintendenza ai beni archeologici per il Veneto, della dott.ssa Fiorella per il comune di Venezia, dell’assessore Gianni Lazzari per il Comune di Dolo, con l’assistenza di Lucia Majer, Laura Isabella Simbula e Monica Zampieri….. carichiamo i reperti archeologici di Sambruson su due camioncini: uno del comune di Dolo e uno di proprietà di Alfredo Marcato, nostro amico. Fa da staffetta il vigile Gianni Polo.
Sono presenti in veste da lavoro:
Andrea Zilio, Mirko Cerato, Carlo Masato, Alessio Masato, Paolo Semenzato, Franco Zara, Franco Monetti, Oscar Giacomazzo. E, aggiungo, Franco Marchiori.
Zen non può lasciare l’insegnamento, ma è “presente” più che mai!
Arrivano i complimenti del sindaco Claudio Bertolin.
E’ una grande vittoria!
Riceviamo i complimenti della signora Carmen Vanuzzo in pubblica assemblea nell’aula grande della Croce Rossa che ci ospita.
Ormai le foto, le relazioni di Vanuzzo, dopo 60 anni, sono patrimonio conosciuto, usato, diffuso e universale, e non frutto di lavoro personale di chicchessia. Noi le abbiamo ampiamente più volte diffuse e pubblicate. Tutti possono usarle, senza copyright. Sarebbe risibile altrimenti.
Unica grande tristezza!
Il Trovemose registra con dolore la immatura scomparsa della dottoressa Giovanna Luisa Ravagnan, colpita da un male incurabile, avvenuta il 7 giugno 2002.
Era già malata quando ci accolse festosa e quando venne in visita al Trovemose a Sambruson il 5 aprile 2000, per verificare l’idoneità del locale destinato a museo, messo a disposizione dal Comune..
Grazie.
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E allora perché siamo così affezionati al museo?
Perché, per noi anziani del Circolo “Trovemose”, i reperti non sono un fine di ricerca storica.
Appena quel che basta.
Sono un mezzo, un’occasione, una forza, uno stimolo, un motivo che ci unifica. Perché li abbiamo visti uscire dagli scavi con i nostri occhi; qualcuno di noi, ora defunto, li ha tirati su dal fango a fianco di Lino Vanuzzo, li abbiamo visti esposti in un improvvisato museo sotto la rampa al Ponte nel laboratorio di un artigiano bottaio.
Li abbiamo trovati noi, sissignori! Contro l’ironia, l’ignoranza, l’ignavia dei potenti, che non credevano neppure alla loro scienza. Li abbiamo trovati in un momento casuale, magico, di grande forza e fiducia reciproca tra alcuni anziani e alcuni illuminati amministratori pubblici del Comune di Dolo
Il Museo? L’Antiquarium adesso lo studieremo un po’, lo conosceremo meglio.
Per noi del “Trovemose” è un mezzo che viene in nostro soccorso, per riunirci, per interessarci, per farci appassionare e faticare, per farci fare qualcosa di utile, di importante, di lusinghiero servizio alla comunità. In un momento delicato. Avvertiamo che la vecchiaia incombe.
E’ piccola cosa? Lo sappiamo. Lasciateci godere ancora un po’!
Lasciateci in pace!
Lasciateci vigilare, gratuitamente, le stanze dove sono raccolti i tronchi preistorici, a tenere in ordine i locali di servizio delle scolaresche che vengono per i laboratori didattici. In quelle due stanze ci sono molti ricordi della nostra infanzia, della nostra giovinezza. Ma anche mobilia di fortuna fornita gratuitamente da nostri soci per raccogliere i reperti.
Sono la ragione che ci spinge fuori di casa, ultrasessantenni, anche nei giorni di gelo, per incontrarci al Trovemose, al museo per compiere un volontariato spontaneo utile alla nostra comunità, per compiere un gesto di salute morale nei nostri reciproci confronti.
Questo è il Museo Vanuzzo, ora Antiquarium.
Gli esperti affermano che i tronchi si riferiscono all’età dei terramaricoli.
Si tratta di popolazioni scomparse intorno al 1200 avanti Cristo.
Gli esperti dicono pure che in queste ricostruzioni soccorre molto l’inventiva.
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Opinione strettamente personale, e quindi aperta
Perché?
Perché le radici … e la loro madre pianta sono una cosa sola. Hanno un filo di continuità.
Perché manca un punto chiaro di partenza e, soprattutto, di collegamento. Migliaia di anni fa Sambruson non esisteva.
Perché le acque del Medoacus, cioè del Brenta, in questa area scendevano in laguna con tanti rivoli… come i denti di un grande pettine, con molti rami, modificavano e sconvolgevano continuamente il territorio, i riferimenti. Non esistevano confini.
Perché nessuna famiglia è sempre stata qui. Tutti veniamo da altrove.
In questi luoghi sono passati barbari, invasori e popoli di tutti i tipi: Euganei, Protoveneti, Etruschi, Troiani, Greci, Romani, Ostrogoti, Visigoti, Eruli, Unni, Vandali, Cimbri, Celti, Slavi, Indoeuropei, Austroungarici, Francesi, Spagnoli, Tedeschi, Americani e truppe alleate (neozelandesi, indiani, sudafricani)…ed ora Nordafricani, Cinesi, Moldavi, Ucraini, Albanesi, Filippini… Tutti hanno lasciato, o lasciano, traccia. E non sempre gradita.
I nostri antenati è più facile immaginarli in una miscellanea indefinibile di popoli.
La parola “radici”, con queste premesse, ha significati tutti da scoprire.
PRESIDENTI DEL CIRCOLO TROVEMOSE
Andrea Zilio
Severino Artusi
Giannino Segato
Gianni Lazzari (in carica)
Vice-presidente, fin dall’origine: Mirko Cerato
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Il documento originale dello STATUTO di TROVEMOSE
Il documento
dello STATUTO di TROVEMOSE
Modificato il 15 novembre 2009 – Registrato il 20 novembre 2009
STATUTO
del
CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE SOCIALE
“TROVEMOSE”
Via Brusaura 16 – 30031 SAMBRUSON di DOLO-Ve
Reg. R./PS-VE n. 111 cell. 3337748219 p.Iva-CF : 9008640271
Prima convocazione informale il 17 febbraio 1998
Scrittura privata del 26 maggio 1998
Approvato il 27 agosto 1999 e registrato all’Ufficio del Registro di Mestre il 31 agosto 1999
Modificato il 26 febbraio 2006
VERBALE
ASSEMBLEA STRAORDINARIA del 15.11.2009
Il giorno domenica quindici novembre duemilanove, alle ore quindici, si sono riuniti, debitamente convocati, in assemblea straordinaria, presso la sede sociale in via Brusaura 14 a Sambruson di Dolo, i soci del Circolo Ricreativo, Culturale, Sociale “Trovemose” per trattare e deliberare sul seguente Ordine del Giorno:
1) Modifiche e approvazione nuovo Statuto Sociale.
2) Varie.
Sono presenti 118 soci effettivi più 17 deleghe (totale 135) su 173 iscritti.
E’ presente il consiglio direttivo del Trovemose al completo.
E’ presente Gianni Lazzari, socio e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Dolo, il quale porge il saluto suo e del sindaco Antonio Gaspari.
Il presidente del Circolo, Severino Artusi, assume anche la presidenza dell’assemblea, con il consenso dei presenti, e, constatata la validità e la regolarità della assemblea stessa, chiama Andrea Zilio, che accetta, a fungere da segretario. Chiama i sigg. soci Lazzari Sergio, Organo Dino, La Femmina Bianca, che accettano, a formare il seggio elettorale per il controllo dei voti. L’assemblea approva.
Il presidente apre i lavori comunicando le ragioni della convocazione. Egli informa che la Regione Veneto, con circolare n. 391024 del 16.07.2009, ha chiesto, per la conferma dell’iscrizione al “Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale” (L.R. 13.09.2001 n. 27. art. 43), una definizione in tal senso esplicitata nello Statuto; indica inoltre uno Statuto tipo che deve essere uniforme per tutte le associazioni consimili. A questo provvediamo oggi.
Il consiglio direttivo, in precedenza, si era riunito, aveva discusso, si era informato, aveva confrontato il nostro Statuto con le proposte di modifica suggerite appunto dalla Regione, aveva verificato presso altre associazioni consorelle, aderenti all’ANC&SCAO e aveva, di conseguenza, stilato un nuovo Statuto comprendente sia le radici fondamentali della nostra prima costituzione sia le modifiche suggerite dalla Regione.
Il documento statutario è stato quindi discusso in Regione con la d.ssa Monica Bernardello, dal presidente Artusi e da Carlo Masato, e considerato regolare e conforme alle richieste fatteci.
Il presidente invita pertanto il segretario, in qualità di estensore, a leggere e a spiegare la prima parte tecnica dello Statuto. Zilio legge e spiega.
Il presidente legge la seconda parte dello Statuto e spiega.
L’assemblea ascolta attenta. In brevi interventi successivi viene espressa l’accettazione delle modifiche.
Esaurita la discussione il presidente dell’assemblea mette ai voti la approvazione del nuovo modificato Statuto Sociale così come è stato letto.
I soci presenti, per alzata di mano, approvano all’unanimità il nuovo Statuto con le modifiche di cui si è discusso. Voti contrari nessuno. Astenuti nessuno. Gli scrutatori confermano.
Il nuovo Statuto Sociale viene allegato sub “A”.
Di seguito il presidente comunica che il Comune di Dolo ci chiede di partecipare alla realizzazione delle seguenti manifestazioni comunali: Madonna della Salute del 21 novembre p.v., vigilanza alla Mostra di Augusto Murer e figlio all’ex-macello, per 34 ore, da metà dicembre a metà gennaio, turni di sabato e di domenica, secondo il calendario ci sarà presentato.
L’assemblea, memore di precedente analoga positiva esperienza, approva.
Il segretario Zilio informa che l’11 settembre 2010 ricorrerà il 40° anniversario dell’evento del “tornado” a Sambruson. Il Circolo sta già studiando come ricordare l’evento con mostra e altre forme da discutere e invita fin da ora a cercare in casa foto, lettere, delibere ecc. L’idea è stata suggerita dall’ultimo associato, ad honorem, Orlando Minchio, sindaco di allora. L’assemblea approva.
Esaurito l’Ordine del Giorno, il presidente dichiara chiusi i lavori alle ore sedici e trenta.
I soci si intrattengono in sede per una festosa “castagnata” sulla brace, con marroni abbrustoliti al momento in cortile.
Letto, confermato e sottoscritto.
Il presidente ........................... Il segretario............................
(Severino Artusi) (Andrea Zilio)
Il seggio elettorale
Lazzari Sergio …………………………………
Organo Dino …………………………………
La Femmina Bianca …………………………………
STATUTO
Art. 1 (Denominazione e sede)
E’ costituita, nel rispetto del Codice Civile e della normativa in materia, l’associazione di promozione sociale denominata Circolo ricreativo, culturale, sociale “TROVEMOSE”, per brevità Circolo “Trovemose”, con sede a (cap 30031) Sambruson di Dolo (Ve) in via Brusaura 16.
L’associazione è disciplinata dal presente Statuto ed è aderente all’A.N.C. e S.C.A.O.
Art. 2 (Finalità)
1. L’associazione è apartitica, non ha scopo di lucro e svolge attività di promozione e utilità sociale.
2. I proventi delle attività non possono, in nessun caso, essere divisi tra gli associati, anche in forma indiretta.
3. Le finalità che si propone sono in particolare:
a) riunire e organizzare le persone che, terminato in età ancora giovanile il lavoro e/o prive di altri interessi, vogliono abbattere e combattere il muro della solitudine e del disagio dovuti al cambiamento dei ritmi di vita, riscoprendo l’amicizia, la gioia dello stare insieme attraverso iniziative di svago, di informazione, di formazione, di solidarietà con chi si trova in difficoltà;
b) offrire la propria collaborazione gratuita e volontaria alla pubblica amministrazione, in particolare al comune di Dolo, ma anche alla comunità parrocchiale e alle scuole nella proposta e nella realizzazione di manifestazioni, mostre, iniziative culturali, ricreative, sociali a favore della cittadinanza;
c) di collaborare nella gestione e cura del Museo archeologico “Lino Vanuzzo”-Antiquarium.
Art. 3 (Soci)
1. Sono ammesse all’Associazione tutte le persone fisiche che ne condividono gli scopi e accettano il presente statuto e l’eventuale regolamento interno.
2. L’organo competente a deliberare sulle domande è il Consiglio Direttivo.
Il diniego va motivato. Il richiedente, nella domanda di ammissione, dovrà specificare le proprie complete generalità impegnandosi a versare la quota associativa.
3. Ci sono le seguenti categorie di soci:
- ordinari (versano la quota di iscrizione annualmente stabilita dall’Assemblea);
- sostenitori (oltre la quota ordinaria, erogano contribuzioni volontarie straordinarie);
- benemeriti (persone nominate tali dall’Assemblea per meriti sociali o culturali o particolari acquisiti a favore dell’Associazione).
4. Non è ammessa la categoria dei soci temporanei. La quota associativa è intrasmissibile.
Art. 4 (Diritti e doveri dei Soci)
1. I soci hanno diritto di eleggere gli organi sociali e di essere eletti negli stessi.
2. Essi hanno diritto di essere informati sulle attività dell’associazione e di essere rimborsati per le spese effettivamente sostenute nello svolgimento dell’attività prestata.
3. I soci devono versare nei termini la quota sociale e rispettare il presente statuto e l’eventuale regolamento interno.
4. Gli aderenti svolgeranno la propria attività nell’associazione prevalentemente in modo personale, volontario e gratuito, senza fini di lucro, anche indiretto, in ragione delle disponibilità personali.
Art. 5 (Recesso ed esclusione del socio)
Il socio può recedere dall’Associazione mediante comunicazione scritta al Consiglio Direttivo.
Il socio che contravviene ai doveri stabiliti dallo statuto può essere escluso dall’Associazione.
Può presentare ricorso al Collegio dei Probiviri.
E’ comunque ammesso ricorso al giudice ordinario.
Art. 6 (Organi sociali)
1. Gli organi dell’associazione sono:
- Assemblea dei soci;
- Consiglio direttivo:
- Presidente;
- Collegio dei Revisori dei Conti;
- Collegio dei Probiviri.
2. Tutte le cariche sociali sono assunte e assolte a totale titolo gratuito.
Art. 7 (Assemblea)
1. L’Assemblea è l’organo sovrano dell’associazione ed è composta da tutti i soci.
2. E’ convocata almeno una volta all’anno dal Presidente dell’associazione o da chi ne fa le veci mediante avviso scritto affisso all’Albo, o da inviare, almeno 10 giorni prima di quello fissato per l’adunanza e contenere l’ordine del giorno dei lavori.
3. L’Assemblea è inoltre convocata a richiesta di almeno un decimo dei soci o quando il Consiglio Direttivo lo ritiene necessario.
4. L’assemblea può essere ordinaria o straordinaria.
E’ straordinaria quella convocata per la modifica dello statuto e lo scioglimento dell’associazione.
E’ ordinaria in tutti gli altri casi.
Art. 8 (Compiti dell’Assemblea)
L’Assemblea deve:
- approvare il rendiconto del conto consuntivo e preventivo;
- fissare l’importo della quota sociale annuale;
- determinare le linee generali programmatiche dell’attività dell’Associazione;
- approvare l’eventuale Regolamento interno;
- eleggere il presidente e il Consiglio Direttivo;
-eleggere il presidente e il rispettivo Collegio sindacale;
- eleggere il Collegio dei Probiviri;
- deliberare su quant’altro demandatole per legge o per statuto, o sottoposto al suo esame dal Consiglio Direttivo.
Art. 9 (Validità delle Assemblee)
1. L’Assemblea ordinaria è regolarmente costituita in prima convocazione se è presente la maggioranza degli iscritti aventi diritto di voto; in seconda convocazione, da tenersi anche nello stesso giorno, qualunque sia il numero dei presenti, in proprio o in delega.
2. Non è ammessa più di una delega per ciascun aderente.
3. Le deliberazioni dell’Assemblea ordinaria vengono prese a maggioranza dei presenti e rappresentati per delega, sono espresse con voto palese tranne quelle riguardanti le persone e la qualità delle persone o quando l’Assemblea lo ritenga opportuno.
4. L’Assemblea straordinaria approva eventuali modifiche allo Statuto con la presenza di 3/4 dei soci e con decisione deliberata a maggioranza dei presenti; scioglie l’associazione e ne devolve il patrimonio con voto favorevole di 3/4 dei soci.
Art. 10 (Verbalizzazione)
Le discussioni e le deliberazioni dell’assemblea sono riassunte in un verbale redatto dal segretario (oppure da un componente dell’assemblea appositamente nominato) e sottoscritto dal presidente.
Ogni socio ha diritto di consultare il verbale e di trarne copia.
Art. 11 (Consiglio Direttivo)
Il Consiglio Direttivo è composto da nove membri eletti dall’Assemblea tra i propri componenti.
Il Consiglio Direttivo è validamente costituito quando è presente la maggioranza dei suoi componenti.
Il Consiglio Direttivo compie tutti gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione non espressamente demandati all’Assemblea; redige e presenta all’Assemblea il rapporto annuale sull’attività dell’associazione, il rendiconto consuntivo e preventivo.
Il consiglio direttivo e il presidente durano in carica tre anni.
In caso di dimissioni o di vacanza vengono sostituiti alla prima riunione del consiglio direttivo.
Gli eletti si presentano dimissionari alla prima assemblea ordinaria ove possono essere rieletti.
Art. 12 (Presidente)
Il Presidente ha la legale rappresentanza dell’associazione, presiede il Consiglio Direttivo e l’Assemblea.
Convoca il Consiglio Direttivo e l’Assemblea dei soci, sia in caso di convocazioni ordinarie che straordinarie.
Art. 13 (Collegio dei Sindaci)
E’ composto da tre membri effettivi, più due supplenti.
Esercita il controllo su tutti gli atti compiuti dal Consiglio Direttivo.
Esamina i Bilanci e li sottopone all’Assemblea.
Verifica la contabilità ogni sei mesi e in qualunque momento ne ravvisi la necessità.
Non possono ricoprire altre cariche all’interno del Circolo.
Art. 14. (Collegio dei Probiviri)
E’ composto da tre membri.
Decide insindacabilmente, entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso, sulle proposte di sospensione e di espulsione di soci.
Art. 15 (Risorse economiche)
1. Le risorse economiche dell’organizzazione, utili alla formazione del bilancio, sono costituite da:
a) beni, contributi e quote associative;
b) donazioni e lasciti;
c) ogni tipo di entrate ammesse ai sensi della L. 383/2000.
2. L’Associazione ha l’obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse.
3. L’Associazione ha il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’organizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre organizzazioni che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura.
Art. 16 (Rendiconto economico-finanziario)
1. Il rendiconto economico-finanziario dell’associazione è annuale e decorre dal primo gennaio di ogni anno. Il conto consuntivo contiene tutte le entrate e le spese sostenute relative all’anno trascorso. Il conto preventivo contiene le previsioni di spesa e di entrata per l’esercizio annuale successivo.
2. Il rendiconto economico-finanziario è predisposto dal Consiglio Direttivo e approvato dall’Assemblea generale ordinaria con le maggioranze previste dal presente Statuto, depositato presso la sede dell’associazione almeno 20 giorni prima dell’assemblea e può essere consultato da ogni associato.
3. Il conto consuntivo deve essere approvato entro il 30 aprile dell’anno successivo alla chiusura dell’esercizio sociale.
Art. 17 (Scioglimento e devoluzione del patrimonio e durata)
1. L’eventuale scioglimento dell’Associazione sarà deciso soltanto dall’Assemblea con le modalità di cui all’art. 9 ed in tal caso, il patrimonio, dopo la liquidazione, sarà devoluto a finalità di utilità sociale.
2. La durata dell’associazione viene fissata al 31.12.2050.
Il consiglio direttivo e il presidente durano in carica tre anni. In caso di dimissioni o di vacanza vengono sostituiti alla prima riunione del consiglio direttivo. Gli eletti si presentano dimissionari alla prima assemblea ordinaria ove possono essere rieletti.
Art. 18 (Disposizioni finali)
Per tutto ciò che non è espressamente previsto dal presente Statuto si applicano le disposizioni previste dal Codice Civile e dalle leggi vigenti in materia.
Il Presidente
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CHE COSA INSEGNA QUESTA STORIA AL NOSTRO PAESE
E’ mia opinione che ci sia stato troppo clamore all’inizio e troppo silenzio in seguito.
Le scoperte di Sambruson nel 1950 a noi sono apparse gigantesche, perché, non essendoci altro, in questo paese anche un nano diventa un gigante. Per i familiari è comprensibile. Noi paesani siamo i familiari.
Nel secolo scorso, a Sambruson è successo ciò che è già successo altrove. Hanno scoperto dei reperti archeologici. Hanno realizzato il loro Museo. Ora accompagnano le scolaresche e gli appassionati in visita.
Noi facciamo altrettanto.
Le scoperte di Lino Vanuzzo a me interessano, perché permettono a molti ragazzi che hanno scavato con lui, che hanno visto il Museo al Ponte, che l’hanno recuperato, di stare in associazione, di servirlo in silenzio e senza clamore. Di ricordare e sorridere.
Non si può distinguere Trovemose, Museo e Vanuzzo. Perché molti anni fa il paese lo ha maltrattato. Anche noi.
I tre aspetti formano una unica treccia.
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Il seguito è per chi vuole sapere… perché?
Della vicenda Vanuzzo indago l’aspetto etologico, più che quello archeologico.
Quello archeologico è noto. Ha trovato cose antiche, trovate del resto anche nei paesi vicini. Uguali, identiche. Ce ne sono in tutta Italia reperti sepolti. Fingere che a Sambruson si siano scoperte chissà quali civiltà antiche è indice di cultura da aggiornare.
Lo dice Vanuzzo stesso. Ha visitato altri scavi tutto intorno: Lova, Porto Menai, Malcontenta, Altino… Tutte uguali. Le autorità competenti, la stampa, gli amministratori pubblici, da subito, hanno agito con clamore abnorme, ingiustificato, amplificando l’eco di cose che, al momento, erano ancora indecifrabili. E tuttora lo sono, checché se ne dica, dopo quasi sessanta anni. Vanuzzo fu usato. Da subito. Lui non se ne accorse. Era un ingenuo. Era una persona mite, gentile scriveva poesie meravigliose che posseggo e che giudico tali.
Ho studiato le sue carte, le ho decifrate, messe in ordine di data. Ho visto crescere attorno a lui le promesse, molte ingannevoli.
Vanuzzo, con il museo, dopo gli osanna iniziali, è stato trattato con disprezzo. Forse pensando che, con uno come lui, si poteva!
Alle sue scoperte lui credeva. Fu nominato ispettore onorario ai Monumenti di Dolo, solo in seguito.
Forse!
(Questo titolo c’è nell’indirizzo di una sola lettera, e basta. Come dare del dottore a qualcuno. Si abbonda facilmente).
All’inizio era digiuno di questa scienza.
Conobbe le lodi sperticate, lusinghe ingannevoli, atti e delibere probanti, timbri e carte intestate, poi il silenzio e la presa in giro durata per tutta la sua vita.
Vanuzzo era un gentiluomo, credeva a quello che faceva, rispettava le autorità.
Sono state le autorità del suo tempo a non rispettare un uomo. Ed essendo anch’io uomo mi sento offeso per solidarietà.
Mi ribello.
Il Trovemose si ribella!
Ecco perché intervengo
Con forza e rabbia. Anche contro me stesso. Anch’io, offuscato nella massa, gli fui ostile.
I comportamenti degli uomini sono ingannevoli. So di far arricciare il naso a qualche benpensante. Ma la vita mi ha insegnato che, purtroppo, tu, caro amico che leggi, io che scrivo, non interessiamo a nessuno
L’ interessamento di qualcuno per la tua salute, per gli studi dei tuoi familiari, è finto.
E’ dovuto.
E’ l’intercalare più opportuno per iniziare discorso, per entrare nella tua indifesa intimità. Ci caschi. Chi ti avvicina non è per te, è per sé.
Ti deve chiedere qualcosa, ha bisogno di qualcosa.
Deve usarti e non sa come fare.
Sceglie la via più accattivante. “Come stai?”
Puoi dirgli tutto quello che vuoi. Non gli interessa. Pensa già ad altro.
Lo so.
Ma fingo che non sia così.
Ignoro tutto e mi rendo disponibile. Comunque.
Ho fatto cadere da tempo la barriera della diffidenza, del sospetto e agisco nel modo più corretto. Tento. Provo. Dopo tutto lo faccio per me.
Vi ho detto questo perché sappiate attraverso quale filtro leggerete il seguito.
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Chi era Lino Vanuzzo (1907-1986)?
Che piaccia o no è stato un personaggio. Ha una via a lui intitolata.
Verifico il mio pensiero anni dopo il ritrovamento del Museo scomparso.
Fu una persona qualunque.
Si era laureato, aveva insegnato matematica alla scuola media “Reginaldo Giuliani” di Dolo. Di lui, oggi, non si ricorderebbe nessuno. Non aveva figli. Le parentele con gli anni si allargano, si allentano, sfumano. E’ normale.
Lino Vanuzzo, è a tutti noto, scriveva più volentieri una poesia a un giovinetto piuttosto che a una giovinetta. Non per scelta, ma per sua natura. Di lui non ho trovato storie torbide, da cronaca sgradita, ma solo barzellette, allusioni, battutine infelici, sorrisini. Stavamo alla larga. Ci era stato raccomandato, ordinato. Orribile abbastanza per chi subiva una simile quarantena preventiva.
Attorno a lui cominciò a crearsi il vuoto, a crescere il silenzio, la solitudine. La solitudine, se non è scelta come fa l’eremita, è il maggiore tormento per l’uomo. La solitudine è bella, è prolifica se è parziale, se è occasionale, se è un bisogno. Se ti è imposta è una prigione.
Lino Vanuzzo, in un certo senso, era un prigioniero in questo nostro buon paese di Sambruson.
Per valutare, per capire i suoi comportamenti, il suo attaccamento alle sue scoperte non si può prescindere dalla sua natura umana.
Non potremmo mai capire nel suo significato più profondo e recondito “La cavallina storna” se non conoscessimo la storia personale, familiare e sociale di Giovanni Pascoli.
“Erano altri tempi!” Che giustificazione è mai questa?
Quella fu l’unica vita che lui ebbe. E quello fu il luogo e il tempo assegnatigli dal destino.
Le scoperte archeologiche furono l’occasione unica, originale di attrarre l’attenzione del paese e del mondo della cultura su di sé. Se avesse fatto solo il geometra, sarebbe stato sempre in coda.
La scoperta lo esaltò, lo innalzò. Credette, in parte gli fu fatto credere, di avere pareggiato i conti con la società che lo accoglieva, mai sorridente, ma sempre con saccenza.
A questa nuova posizione sociale, una volta lusingatosi di avere pareggiato i gradini del dislivello, non volle mai più rinunciare. Inseguì follemente i suoi reperti, perché significavano oltre. Oltre il valore artistico, storico, scientifico che tutti attribuivano agli scavi. Significavano l’ingresso nei consueti rapporti, scoprì di essere ricercato da giornalisti e cineasti, di avere ragazzi pronti a lavorare per lui, per niente. Bastavano una sigaretta e un bicchiere di vino. Si scoprì a livello.
Con lui, in quei giorni, si parlava seriamente, si ragionava. Non ne approfittò mai. Non salì mai in scanno.
Non manca lettera, e in 36 anni ne scrisse molte, in cui, presentandosi, non citi le sue scoperte archeologiche. Mi sono venute a noia a forza di leggerle! A scuola parlava e informava delle sue tombe, delle anfore, delle palafitte, delle antefisse Si presenta come scopritore, sicuro di distinguersi, di tirarsi su, di attrarre l’attenzione dell’uditore, che, altrimenti, a prima vista, sarebbe scivolata via.
Qualunque altro si sarebbe scoraggiato, avrebbe abbandonato. Lui non poteva. Non poteva perdere l’ancoraggio che gli permetteva di stare autorevolmente aggrappato alla società del suo tempo, a fronte alta, certo di essere ascoltato, accolto.
Non mi risulta facesse parte di associazioni, di partiti, di club, di congreghe. Queste partecipazioni avvengono per comunanza di idee, di interessi, di obiettivi, ma anche perché ti fanno sentire a tuo agio, ti fanno sentire nel tuo habitat, nel tuo “brodo” accogliente. Per la comunanza di interessi, di gusti, di aspettative, di vizi, di libertà di usare linguaggi arditi e osceni dopo le inevitabili cene di amiconi, di famiglie bene… Lui non poteva esserci.
Non poteva dileggiare, offendere. Era lui l’oggetto dell’offesa.
Ci sono persone, simboli, difetti e debolezze umane, argomenti degni di rispetto che vengono dissacrati volutamente nella grassa canea dei dopo cena, al termine di impegnativi dibattiti culturali, di convivi politici e sindacali, quando i riflessi si appannano e appari al naturale… quando chissà perché! per tirarti su… getti ancora più sotto, con linguaggio scurrile, chi, non per sua volontà, già vi è.
Sono comportamenti che, nella massa, si accettano, ti mimetizzano, ti autorizzano. Sono gli stessi atteggiamenti che ho scorto in persone per bene su una tribuna di calcio intabarrate, intruppate, eccitate nell’anonimato della folla, inveire sguaiatamente contro l’arbitro, cioè, in quel momento, la legge. Il buio e la massa servono a molte persone composte ad essere scomposte. Gratis. A lui non è mai successo. Non mi risulta. Ma non perché fosse immune da gesti maleducati possibili, ma perché, forse, non gli era mai offerta, o non ha cercato, occasione.
Questa non è una santificazione, ma una semplice, banale verità.
La sua presenza ad un incontro, non di affari, tra amici, avrebbe rovinato tutto, avrebbe impedito qualunque discorso sconcio, qualunque maleducazione che, in veste ufficiale, esercitando una professione, eviti, controlli. Ma di cui hai maledetto bisogno per sfogarti, per liberarti. Purché tu non sia solo. Colpendo, inabissando altri ti illudi di tirarti su… Ci sono tanti modi di buttarsi giù!
Lino Vanuzzo aveva un enorme bisogno, per la sua posizione nella cultura locale? macché! come persona, come uomo, come individuo… di elevarsi non in superbia, non oltre, ma… alla pari.
Vanuzzo i modi per emergere li trovava nei suoi scavi, nelle sue palafitte, perché gli permettevano di parlare, di scrivere, di farsi ascoltare alla pari. Finito? Tornava nella sua solitudine.
Credo che non si possano evitare queste osservazioni, parlando degli scavi di Sambruson.
Credo che servano per mettere le cose al giusto posto.
Che non sarà mai pari al livello d’amore che il protagonista ha loro dedicato. E al nostro paese. Come trasuda dalle sue carte.
Le cose che abbiamo in museo sono scintille. Le scintille illuminano.
Ti fanno intuire la bellezza della luce.
Per noi sono molto.
Stando vicini al piccolo museo, da noi recuperato, stiamo pagando un debito.
Auguro alla dottoressa Monica Zampieri di continuare a dirigere e a lavorare nel Museo-Antiquarium con la riconosciuta passione e competenza, di accogliere le scolaresche nei laboratori didattici che, ho riscontrato, partecipano con vivo interesse.
Ho nipotini che partecipano, molto curiosi e attivi.
La collaborazione e la vicinanza del Trovemose non le mancheranno mai.
(Monica ringrazia con sentita amicizia)
LA STORIA DEL CIRCOLO “TROVEMOSE”
EVENTI SIGNIFICATIVI DI ORGANIZZAZIONE, CULTURA, SOLIDARIETA’
17.02.1998
Presso l’edificio minore della scuola elementare D. Manin (Croce Rossa) per auto-convocazione avviene la prima assemblea del Circolo Trovemose.
Primo Consiglio di Amministrazione: Andrea Zilio - Presidente, Mirko Cerato vice-presidente, coofondatori Carlo Masato-Segretario, Giannino Segato, Domenico Salviato.
15.06.1998
Il sindaco Claudio Bertolin e l’assessore ai Servizi Sociali dr. Giuseppe Donà autorizzano il Circolo Trovemose ad utilizzare un’aula dell’edifico minore delle scuole elementari “D. Manin” per le proprie attività ricreative, culturali e sociali, nei termini che saranno in seguito stabiliti.
Agosto-Settembre 1998.
Abbiamo partecipato per 37 giorni, in media due persone al giorno, alla realizzazione della mostra dello scultore Augusto Murer presso l’ex-Macello; abbiamo prestato la nostra opera in assistenza e vigilanza, accogliendo i numerosi visitatori e scolaresche e distribuendo materiale informativo fornito dall’Assessorato alla cultura del Comune di Dolo.
16.10.1998
Il Presidente Andrea Zilio riferisce: con l’aiuto dell’Assessorato alla cultura e della Biblioteca comunale, dopo lunghe ricerche, siamo riusciti a individuare il luogo in cui giacciono i reperti archeologici trovati a Sambruson, sotto la guida del concittadino dr Lino Vanuzzo, nel lontano 1950.
04.11.1998
Una delegazione composta da Zilio, Segato, assessore Zen, la dottoressa Elisabetta Danieli (in rappresentanza della famiglia Vanuzzo) presenta in visione alla dott.ssa Giovanna Ravagnan a Padova, presso la Soprintendenza Archeologica per il Veneto, la documentazione in nostro possesso, indispensabile per il censimento e il catalogo dei “nostri” reperti, accatastati tra molti altri, tutti raccolti nei territori della gronda lagunare. Viene contattata la d.ssa Bonomi.
05.11.1998
Lucia Majer e Andrea Zilio parlano alla rete-Tv Antenna-3, presente l’assessore Emilio Zen, del Museo ritrovato in uno scantinato a Mestre e della volontà del Trovemose e del Comune di Dolo di riaverli a Sambruson.
Raccontano questa storia appresa consultando i documenti ritrovati.
Il Museo di Sambruson era stato trasferito a Mestre, perché si doveva fare un unico Museo che raccogliesse tutti i reperti trovati nella gronda lagunare. Ma non se ne fece niente. Lino Vanuzzo muore nel marzo 1986. Tutto cade nella dimenticanza. Intanto i reperti “subiscono” troppe manipolazioni e diminuzioni durante i traslochi, basta confrontare il rimasto con l’inventario di consegna.
Questi sono i trasferimenti del Museo:
- deposito presso la scuola Ticozzi, sezione staccata della scuola media Trentin;
- magazzini in via Gozzi 6;
- deposito in via Vivaldi 6;
- Magazzini comunali sotto Cavalcavia di Mestre (vedi Il Gazzettino del 07.01.88)
- scantinato di Mestre di proprietà del comune di Venezia dove, dopo lungo inseguimento, li abbiamo scovati
12.01.1999
Visita ai ritrovati reperti, presenti con noi anche la d.ssa Ravagnan, la d.ssa Fiorella .
Decisiva è stata la documentazione storica rinvenuta da Zilio presso la fa miglia Danieli- Vanuzzo che da tempo sollecitava interesse per la vicenda, e gentilmente offerta al Circolo Trovemose, assieme ad una raccolta di poesie di Lino Vanuzzo. Il Circolo Trovemose consegnerà poi il tutto al Comune di Dolo.
Febbraio 1999
Nella vecchia Canonica, da noi ripulita ad hoc :
Allestimento della mostra - ARTI e MESTIERI DELLA CIVILTA’ CONTADINA - grazie alla collaborazione, trasporto e restituzione dei pezzi del Museo famigliare di Luigino Fattoretto e alla disponibilità del parroco Don FRANCESCO.
Molte le visite di cittadini e scolaresche.
12.03.1999
Da molti giorni le esperte e nostri volontari sono impegnati nella pulizia accurata dei pezzi archeologici ritrovati nel deposito interrato in via V. Gagliardi 7, del quartiere Pertini.
31.08.1999
Andrea Zilio e Gianni Lazzari a Mestre iscrivono il “Trovemose” all’Ufficio del Registro depositando l’Atto costitutivo e lo Statuto del Circolo.
Febbraio 1999
Nella vecchia canonica, da noi pulita ad hoc: Allestimento della mostra ARTI e MESTIERI della CIVILTA’ CONTADINA - grazie alla collaborazione, trasporto e restituzione – dei pezzi del museo familiare di Luigino Fattoretto – Grazie alla disponibilità del parroco don FRANCESCO. Visite di cittadini e di scolaresche.
Novembre 1999
Faticoso e volontario lavoro di pulizia di tutta la barchessa della canonica, in preparazione ai successivi restauri, su semplice richiesta di don Francesco.
25.02.2000
A S.Valentino abbiamo realizzato la seconda Mostra “Arti e Mestieri”, la Mostra fotografica “Sambruson e il secolo 1900”, con grande successo di pubblico. L’evento è stato possibile dopo una grande pulizia della vecchia canonica, coordinata da Mirco Cerato.
05.04.2000
La d.ssa Ravagnan visita la nostra sede e la ritiene idonea a ricevere il Museo, dopo la posa delle inferriate alle finestre. Sarà fatto.
Maggio 2000
Meraviglioso impegno di uomini e donne del Trovemose con le famiglie, nella vigilanza, e nella informazione (previa preparazione), tutte le domeniche di maggio, per 4 ore, degli ORATORI DELLE VILLE VENETE, su richiesta dell’ assess. Emilio Zen. Da Strà a Oriago. Grande successo e grande soddisfazione dei soci per l’incarico avuto dal Comune di Dolo.
Ci siamo sentiti rispettati e valorizzati.
10.01.2001
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza Archeologica per il Veneto concede l’autorizzazione del trasferimento del Museo da Mestre a Sambruson, avvisando i Comuni di Venezia e di Dolo.
Febbraio 2001
Continua la bella tradizione della mostra sulla CIVILTA’ CONTADINA, sempre diversa, con l’aiuto della famiglia FATTORETTO.durante l’orario di apertura i soci e le signore del Circolo si sono sentiti protagonisti, e questo ci faceva bene.
LA CUCINA DELLA VECCHIA CANONICA PRIMA DEL RESTAURO
23.02.2001
Ci siamo recati a Mestre con due camioncini. Riceviamo in consegna dalla dottoressa Ravagnan, della Soprintendenza del Beni archeologici del Veneto i “resti” dei reperti ivi giacenti del Museo Vanuzzo, selezionati nel deposito dalle esperte Lucia Majer, Laura Simbula, Monica Zampieri.
Autista Alfredo Marcato. Vigile del comune di Dolo Gianni Polo e l’Assessore Gianni Lazzari.
Per il Trovemose sono presenti in tenuta da lavoro: Zilio Andrea, Cerato Mirco, Masato Carlo, Masato Alessio, Semenzato Paolo, Zara Franco, Monetti Franco, Giacomazzo Oscar.
Febbraio 2002
Continua la bella tradizione della mostra sulla CIVILTA’ CONTADINA, sempre diversa, con l’aiuto della famiglia FATTORETTO.durante l’orario di apertura i soci e le signore del Circolo si sono sentiti protagonisti, e questo ci faceva bene.
ALCUNI FIGURANTI
IL CICLO DEL VINO
02.02.2002
Gli studenti dell’istituto “C.Musatti”, dopo uno studio sul Museo, presentano nel salone della CRI uno spettacolo teatrale ispirato all’età romana, alla presenza del preside prof. Rizzi, delle archeologhe curatrici Majer e Simbula e di numerosi soci e genitori.
08.03.2002
Il Sindaco Bertolin comunica che il museo deve essere trasferito presso la scuola media “Gandhi” in quanto occorrono spazi alla scuola elementare che cresce.
30.04.2002
Dimissioni da presidente di Andrea Zilio, gli subentra Severino Artusi.
07.06.2002
Il Trovemose esprime il proprio cordoglio per l’improvvisa scomparsa della d.ssa
Ravagnan colpita da un male incurabile.
Agosto 2002
Su richiesta dell’Assessore Corrado Gaspari e dell’assessore Bisso, molto disponibili con il Trovemose, collaboriamo come “operai” nel pulire, trasportare necessario per il trasferimento della Scuola materna presso lato est del “Musatti” di Dolo.
Febbraio 2003
Edizione rinnovata e arricchita, molto visitata la mostra sulla CIVILTA’ CONTADINA (Grazie al non dimenticato Luigino e signora Luisa)
29.05.2003
Si sollecita l’amministrazione comunale per avere maggiori spazi. che vengono riconosciuti necessari, assieme a una corte da bocce, ma…
Giugno 2003
Pronta disponibilità dei soci “capaci” per il trasloco e la dipintura di locali a favore di una copia di persone anziane in difficoltà, dopo lo sfratto.
05.09.2003
Il Museo viene trasferito, in locali appositamente attrezzati, nel vicino edificio della scuola media “Gandhi”. Determinante l’aiuto manuale dei volontari del Trovemose.
21.12.2003
Presentazione del cd-rom “Sambruson, un viaggio nel tempo” curato dall’assessore alla cultura Corrado Gaspari in collaborazione con il Circolo e le archeologhe.
Febbraio 2004
S. Valentino: ancora la Mostra sempre rinnovata, sulla CIVILTA’ CONTADINA – ARTI e MESTIERI (15 giorni molto intensi, ma che ci danno soddisfazione).
02.04.2004
Il presidente Artusi registra la grande soddisfazione dei soci del Trovemose presenti alla inaugurazione del laboratorio annesso al Museo, dove la d.ssa Laura Simbula ha tenuto la prima lezione a una scolaresca di Mira.
10 Ottobre 2004
Assegnazione prima TARGA TROVEMOSE a GILBERTO SEGATO
(improvvisamente scomparso qualche giorno prima)
LA TARGA
La Targa TROVEMOSE è un simbolico, cordiale, semplice riconoscimento dei soci del circolo a un compaesano o a una compaesana distintisi in attività, arti, iniziative culturali, sportive, civiche o solidali senza obblighi o incarichi specifici, oltre la professione, per pura passione o silenzioso impegno personale onorando il nostro paese.
La scelta del direttivo del Trovemose è spontanea, disinteressata, annuale, casuale, non avviene su alcuna segnalazione esterna.
Il riconoscimento consiste in una targa, in una pergamena, nella mostra delle eventuali opere del premiato o nella illustrazione delle ragioni del riconoscimento.
La Targa viene consegnata, salvo imprevisti, in settembre.
La Targa ha come effige il volto stilizzato di S.Ambrogio, simbolo inconfondibile del nostro paese, come ritratto, durante un restauro, dal nostro festeggiato odierno.
Nell’anno 2006, terza edizione, la “Targa TROVEMOSE”, dopo un iniziale rodaggio, viene ufficialmente formalizzata, materialmente consegnata e resa permanente dal circolo.
Nell’anno 2004 è stata simbolicamente assegnata a Gilberto Segato (postuma).
Nell’anno 2005 è stata simbolicamente assegnata a Dino Organo.
Nell’anno 2006 viene assegnata a Ettore Bareato.
Questo documento resterà come atto costitutivo e regolamento per il futuro.
Sambruson, 7 ottobre 2006
Il presidente Il segretario
(Severino Artusi) (Andrea Zilio)
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Calendario delle edizioni della
TARGA TROVEMOSE
-
2004 GILBERTO SEGATO Pitture, Sculture e lavorazione del Ferro Battuto
-
2005 DINO ORGANO Pittore
-
2006 ETTORE BAREATO Pittore e Disegnatore
-
2007 LETIZIA MIOTTO Volontariato e Solidarità
-
2008 ARISTIDE PETTENO' Scultore lavori e miniatura in legno
-
2009 LUIGI CURIOTO Pittore e Scultore
-
2010 ORLANDO MINCHIO Impegno Civico
-
2011 FRANCO CAZZUFFI Impegno Civico
-
2012 PAOLO e ADRIANA NALETTO Impegno Civico
-
2013 JOLANDA e LUCIANO BETTIN Impegno Civico
2004 GILBERTO SEGATO Pitture, Sculture e lavorazione del Ferro Battuto
2005 DINO ORGANO Pittore
2006 ETTORE BAREATO Pittore e Disegnatore
2007 LETIZIA MIOTTO Volontariato e Solidarità
2008 ARISTIDE PETTENO' Scultore lavori e miniatura in legno
2009 LUIGI CURIOTO Pittore e Scultore
2010 ORLANDO MINCHIO Impegno Civico
2011 FRANCO CAZZUFFI Impegno Civico
2012 PAOLO e ADRIANA NALETTO Impegno Civico
2013 JOLANDA e LUCIANO BETTIN Impegno Civico
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15.02.2004
Presentazione del volumetto “Pennellate”, raccolta di poesie di Lino Vanuzzo, curate dal Trovemose e dal dr Pietro Barillaro, stampate da tipografia Canova, a cura dell’Assessorato alla cultura del comune di Dolo.
19.08.2005
10.10.2005
Momenti culturali del Circolo: lettura di poesie di Giovanni Pascoli e Targa Trovemose, con la partecipazione del sindaco Antonio Gaspari e dell’assessore alla cultura Alberto Polo.
8 / 22 Dicembre 2006
Tutti giorni, in orario di apertura della Mostra delle opere di AUGUSTO e FRANCO MURER, presso l’ex-macello, abbiamo prestato la nostra opera di assistenza e vigilanza, accogliendo i numerosi visitatori e le scolaresche, distribuendo materiale informativo fornito dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Dolo.
18.02.2007
- Vengono eletti gli organi direttivi che resteranno in carica per un triennio, fino alla assemblea ordinaria del 2010.
- La d.ssa Monica Zampieri, con altre colleghe, accoglie le numerose scolaresche alle lezioni del laboratorio museale, con l’assistenza e la vigilanza dei soci del Trovemose coordinati da Cerato Mirco, Giannino Segato, Pelliccioli Roberto, Favero Graziella, Zara Franco, Monetti Franco, Masato Carlo e Artusi Severino.
15.02.2008
Il presidente con soddisfazione presenta il programma del Consiglio direttivo per i festeggiamenti del 10° anniversario di fondazione del Trovemose che avrà luogo il 27 aprile c.a.
Ci sarà la S.Messa celebrata dal parroco don Amelio Brusegan.
Ci sarà il saluto del sindaco Antonio Gaspari.
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DECIMO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL CIRCOLO
DOMENICA 27 Aprile 2008
Ore 10,30 Incontro presso la sede sociale.
Ore 11,00 Santa Messa in parrocchia in ricordo e suffragio dei coetanei che ci hanno lasciato.
Ore 12,00 Foto ricordo di gruppo.
Ore 12,30 Pranzo sociale presso il ristorante “Il Valentino”.
Discorsi di circostanza, ricordo di eventi significativi, come la nostra riscoperta del museo archeologico Vanuzzo, saluto di autorità civili e religiose.
Proposte di attività
Ore 15,30 Raduno presso la sede sociale, per una lieta conclusione della giornata in compagnia.
25.06.2008
Nel Consiglio direttivo viene valutata la possibilità di far richiesta di spazi per la nostra sede alla Parrocchia (per gli spazi limitati che abbiamo) visto che in questi periodi si parla di ristrutturazione della barchessa. Ma poi l’idea viene abbandonata anche per salvaguardare la nostra indipendenza.
12.10.2008
Giornata dedicata alla poesia . Lettura di poesie del nostro concittadino OLINDO MORETTI tratte dalla sua raccolta “L’ESSERCI L’APPARIRE . Momento molto interessante!
18.08.2009
Presentazione del libro
“TROVEMOSE AL MUSEO” di ANDREA ZILIO
Alcuni brani saranno letti da suoi EX-SCOLARI e da ORLANDO MINCHIO.
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27.09.2009
Il Circolo TROVEMOSE ospita la cerimonia della conferenza per il gemellaggio fra i comuni di Dolo, Montegalda e Borso del Grappa (nella foto i rispettivi sindaci). Questo in occasione del "Comunity and sports meeting", a 40 anni dalla dedica del campo sportivo di Sambruson a Don Giovanni Guerra.
dal 25 novembre 2009 - al 25 maggio 2010
Nei 41 giorni previsti dal calendario. Il Circolo Trovemose ha assistito le docenti archeologhe con 2/3 soci per tutta la durata delle lezioni e alla fine sono state fatte le pulizie dei locali e servizi
12.07.2010
Incontro Culturale con
ORLANDO MINCHIO
CONVERSAZIONE di CARATTERE ETICO SOCIALE e CULTURALE ……
31 ANNI DOPO (come si può sopravvivere affetti da gravi malattie).
Dal 19 Dicembre 2009 al 31 Gennaio 2010
Tutti giorni, in orario di apertura della Mostra, “Ciao Sergente” dedicata a Mario Rigoni Stern presso l’ex-macello, abbiamo prestato la nostra opera di assistenza e vigilanza, accogliendo i numerosi visitatori e le scolaresche, distribuendo materiale informativo fornito dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Dolo.
19.09.2010
Presso il salone delle scuole Elementari il Circolo Trovemose in collaborazione con il Comune di Dolo viene presentato il romanzo didattico di Andrea Zilio (nostro socio e Presidente).
L’isola di Tan Kiù
Vedi l'articolo relativo nella sezione di questo sito :
LE PUBBLICAZIONI PIU' RECENTI - LETTERATURA a Sambruson
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03.11.2010
Con il trasferimento della Croce Rossa (cui siamo grati per la loro disponibilità di spazio) a Paluello e dopo varie richieste da parte nostra all’Amministrazione Comunale ci saranno assegnati alcuni spazi che ci per metteranno di sviluppare nuove attività ed iniziative.
23.11.2010
In concomitanza con l’opera di imbiancatura del Museo-Antiquarium vengono finalmente riordinati e imbiancati i nuovi spazi assegnati in uso esclusivo al nostro CIRCOLO nel plesso minore della ex elementare in via Brusaura 14.
04.06.2011
Il Consiglio Direttivo del Circolo è chiamato a notificare ufficialmente che il
Presidente Severino Artusi
è venuto a mancare improvvisamente lo scorso 2 giugno.
Viene eletto il socio Giannino Segato.
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11 Settembre 2011
02.02.2012
L’ufficio patrimonio del comune di Dolo ci comunica che entro il 09.03.2012 dobbiamo liberare i locali della nostra sede perché dovranno iniziare i lavori di restauro per adeguare l’edificio destinato alla scuola dell’infanzia.
12.11.2012
Stipula convenzione con il Comune di Dolo per la concessione in uso di due locali dell’ex Scuola dell’Infanzia di Sambruson come sede del nostro Circolo.
EVIDENTEMENTE da marzo a dicembre 2012, SENZA UNA SEDE, LE NOSTRE ATTIVITA’ SONO STATE PRECARIE E LIMITATE.
Dal 22 febbraio al 9 maggio 2013
Nei 21 giorni previsti dal calendario. Il Circolo Trovemose ha assistito le docenti archeologhe con 2/3 soci per tutta la durata delle lezioni e alla fine sono state fatte le pulizie dei locali e dei servizi.
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Marzo/Giugno 2013
Attraverso le insegnanti. della scuola dell’infanzia Comunale di Sambruson ci è stata chiesta la disponibilità di collaborare in un progetto definito “ UN NONNO PER AMICO”. Tale ci ha visti impegnati in 10 incontri con i bambini nel raccontare vecchi aneddoti, fatti e storie del passato. Inoltre con i bambini sono stati costruiti vari giocattoli
Dei giocattoli costruiti con i bambini ne è stato consegnato uno per ogni
bambino
4.3.2013
Da parte dell’AULSS 13 e i Servizi Sociali del Comune di Dolo ci viene proposto di collaborare per la formazione, come ormai avviene in molte parti d’Italia, di un GRUPPO DI CAMMINO.
Abbiamo aderito alla proposta e siamo riusciti a raggruppare dalle 35 alle 45 persone che il martedì e giovedì si incontrano per la passeggiata su itinerari a Sambruson al di fuori del traffico automobilistico.
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10.11.2013
Decima TARGA TROVEMOSE
PRESENTAZIONE
STORIA DELLA TARGA TROVEMOSE
DOPO L’ESPERIENZA DEGLI ANNI 2004 e 2005, LA TARGA TROVEMOSE E’ STATA ISTITUITA UFFICIALMENTE IL 08 AGOSTO 2006
La TARGA TROVEMOSE è un simbolico, cordiale, semplice riconoscimento dei soci del circolo a un compaesano o a una compaesana distintisi in attività, arti, iniziative culturali, civiche o solidale senza obblighi o incarichi specifici, oltre la professione, per pura passione o silenzioso impegno personale, onorando il nostro Paese.
La scelta del Consiglio Direttivo del Circolo TROVEMOSE è spontanea, disinteressata, annuale, casuale e non avviene su alcuna segnalazione di sorta.
Salvo imprevisti, in autunno, saranno consegnate, la targa e una pergamena con le motivazioni del riconoscimento.
Essa ha come effige il volto stilizzato di San Ambrogio, statua posta sopra il campanile, simbolo inconfondibile del nostro Paese, come ritratto, durante il restauro della statua, all’inizio degli anni 1980.
OGGI 7 novembre 2013 consegniamo la DECIMA TARGA TROVEMOSE a:
JOLANDA e LUCIANO BETTIN
PER L’INCESSANTE IMPEGNO GENEROSO E SOLIDALE
A FAVORE DELLE PERSONE DIVERSAMENTE ABILI
Motivazione della TARGA TROVEMOSE Anno 2013
Alcuni dati per conoscere la nostra coppia che abbiamo scelto di premiare.
Luciano nasce a Fiesso D’Artico nel lontano 1943 ad appena sei mesi rimane orfano del padre, caduto in guerra. Vive con la mamma i nonni e si trasferisce da noi all’età di cinque anni. Frequenta per alcuni mesi la scuola elementare poi, per il suo stato di orfano di guerra, finisce in collegio dove termina gli studi e si diploma in ragioneria nel 1962. Nel 1963 viene assunto in Cassa di Risparmio di Venezia dove lavora per 40 anni.
Durante le superiori conosce Iolanda nata a Castelli Cusiani (Novara). in possesso del diploma di insegnante elementare, si sposano si trasferiscono a Sambruson, e qui ha insegnato presso la Scuola Daniele Manin di Sambruson per 25 anni lasciando un ricordo bellissimo fra i suoi alunni e nella nostra comunità. Dalla loro unione nascono Claudio e Massimo, qui presenti.
Ogni 25 Aprile ormai è un rito per noi Ambrosiani recarci alla sede della Cometa a Mira in via Giare per festeggiare assieme a tutta la comunità l’anniversario di fondazione dell’associazione, nata appunto il 25 aprile 1996 e assistere così, talvolta increduli, alla splendida realtà che sta crescendo.
La sede era un vecchio fabbricato un tempo utilizzato come asilo, concesso in comodato d’uso gratuito dalla Parrocchia di Gambarare fino al 2005. In quell’anno l’immobile è stato acquistato con la concessione di un mutuo di € 120.000 e con risorse proprie.
Poi la struttura si è ingrandita per permettere l’ampliamento del Centro diurno e nel contempo costruire, al primo piano, una CASA ALLOGGIO che da sogno sta per divenire una splendida realtà.
Leggo con piacere gli aiuti economici che Cometa ha ricevuto, da parte di privati, dalla Regione Veneto da una fondazione tedesca, somme donate affinché i lavori progettati vengano terminati.
Nei tempi che stiamo vivendo, con le difficoltà ad avere finanziamenti di cui siamo a conoscenza, l’averli significa capacità di relazione, condivisione del progetto, stima, correttezza, ma conoscendovi non può essere altrimenti.
Ho saputo con piacere che vi è stato concesso l’abilitazione all’esercizio dalla Regione Veneto per dodici utenti, per il Centro diurno. Ora ne ospitate sette. Sono stati assunti tre dipendenti e con la crisi del lavoro non è poco. Ci si augura che altri verranno assunti con l’aumento degli ospiti. Ci auguriamo che l’accreditamento, già passato nel piano di zona, possa essere finanziato dalla Regione, allora il sogno della CASA ALLOGGIO con sei posti letto anche economicamente sarà una splendida realtà.
Carissimi, la vostra è stata una sfida di solidarietà per dare voce a chi non ne ha e, purtroppo, se non ti fai sentire nessuno si ricorda di te. Nel nostro territorio ci sono i Ceod a carattere pubblico che ospitano un certo numero di utenti ma gli altri? Gli esclusi chi si occupa di loro? Che futuro sarà loro riservato quando i genitori saranno anziani o non ci saranno più? A queste domande attraverso la Cometa state dando risposte concrete.
Ecco allora la Cometa, una stella che indica la via che vi ha permesso, con sacrifici e caparbietà, litigando anche con il sottoscritto quando aveva compiti istituzionali, pur comprendendo il grido di allarme che lanciavate. Vi siete impegnati perché famiglie meno determinate o rassegnate non trovavano risposte, ma, grazie a voi ora vedono uno spiraglio aperto.
Queste buone cose non vengono alla luce se non c’è amore, per la famiglia, per i figli, per il prossimo.
Viviamo in tempi in cui i modelli da seguire sono l’arrivismo, l’apparire, l’essere comunque al centro di un’attenzione con atteggiamenti e valori talora poco edificanti.
Per fortuna ci sono modelli come il vostro, di questi ce ne sono tanti poco portati agli onori della cronaca ma di grande impatto verso la società che ne beneficerà nei tempi a venire.
Per farvi conoscere meglio i nostri cari Iolanda e Luciano vi leggo quello che alcune amiche/colleghe hanno scritto per loro.
Abbiamo condiviso con Iolanda una lunga e forte esperienza come quella dell’insegnamento. Abbiamo avuto il privilegio di conoscerla e di apprezzarne la passione,la lungimiranza, l’ostinazione e la capacità di trasmettere la forza e l’entusiasmo delle idee.
Queste sue doti riusciva a trasmetterle non solo ai tantissimi alunni con i quali ha lavorato, ma anche alle loro famiglie e alle persone che con lei condividevano l’attività scolastica giorno per giorno.
La sua forte personalità l’ha sempre aiutata a capire i problemi che le venivano confidati e a immedesimarsi nelle diverse e a volte difficili situazioni che via via le si presentavano.
Sempre riusciva a porgere un sorriso e un valido aiuto. Segno evidente dell’impegno profuso nei lunghi anni di insegnamento e della grande disponibilità e attaccamento verso i suoi alunni e l’affetto che molti di essi continuano dimostrare nei confronti suoi e della sua famiglia.
Anche noi colleghe nei lunghi e sereni anni di insegnamento vissuti con Iolanda abbiamo avviato e consolidato importanti legami di profonda e sincera amicizia che permangono ancora in noi.
E come dimenticare Luciano, che non solo la sosteneva sempre dal punto di vista affettivo ma anche, con la sua costante presenza l’aiutava a realizzare le innumerevoli iniziative che Iolanda programmava per la classe.
Grazie al forte legame affettivo che gli unisce, alla loro tenacia e allo spirito di solidarietà verso gli altri, e soprattutto verso i più deboli, Iolanda e Luciano sono riusciti a realizzare il loro più grande desiderio: dare vita a “LA COMETA”.
Anche in questo nuovo contesto, particolarmente impegnativo, Iolanda e Luciano continuano a dare il loro prezioso contributo sia a ragazzi con diverse abilità sia alle loro famiglie.
Sarebbero innumerevoli ancora gli aspetti positivi da evidenziare per questa “ grande coppia”, semplicemente chiudiamo con un forte abbraccio e un sentitissimo GRAZIE per quello che fate e, sappiate che i soci del Circolo Trovemose sono orgogliosi di consegnarvi la decima Targa Trovemose.
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Sambruson 16 ottobre 2014
11^ targa
TROVEMOSE
A NOME DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
E DI TUTTI I SOCI
DEL CIRCOLO TROVEMOSE,
SI PORGE IL BENVENUTO ALLE
AUTORITÀ , AMICI, CITTADINI
DI SAMBRUSON E NON,
CHE HANNO ACCOLTO L’INVITO A
STRINGERSI ATTORNO A
“BEPI”,
IN QUESTA PARTICOLARE OCCASIONE.
La storia di BEPI
Giuseppe ”Bepi” Organo
Il Circolo Trovemose ha deciso con piacere di dedicarti la undicesima Targa Trovemose con le seguenti motivazioni: ”Per la lunga, appassionata e incessante dedizione volontaria a servizio dei ragazzi dell’Ambrosiana calcio con la sua burbera umiltà e bontà”.
Riteniamo che queste parole siano appropriate conoscendo la persona che stiamo premiando. A completamento di quanto detto è doveroso fare alcuni accenni sulla figura del nostro Bepi.
Egli nasce il 15 febbraio 1951. Secondo figlio di quattro fratelli, due maschi e due femmine, va d’accordo con tutti ma ha una particolare predilezione per la sorella Maria, più paziente nel capire la sua burbera bontà.
Tutti lo vediamo camminare aiutato dal bastone, ma non è stato sempre così. Il fatto risale nel lontano 27 giugno 1965, quando frequentava la seconda media e durante le vacanze, in campo della sua amata Ambrosiana viene colpito da un ictus. Da quel momento inizia il dramma di questo nostro giovane che prima vedevamo scorazzare sui campi di gioco per poi fermarsi per sempre come giocatore ma, come vedremo in seguito, ci saranno altri impegni destinati per lui.
In quel triste pomeriggio viene trasportato urgentemente all’ospedale di Dolo dove viene operato, ma rimane in pericolo di vita. Viste le condizioni disperate si decide di inviarlo all’Ospedale di Padova dove viene rioperato. I medici fanno il possibile ma dopo quaranta giorni di coma la diagnosi è terribile per un giovane quattordicenne: non più recuperabile, al massimo una vita vegetativa in sedia a rotelle.
Quando si risveglia viene ricoverato quindici giorni a Milano e per un lungo periodo di riabilitazione a Monselice. Al dramma di quella famiglia si aggiunge un’altra disgrazia: il sei novembre dello stesso anno muore prematuramente a cinquantuno anni il padre Giovanni.
E’ giusto spendere qualche parola per questa figura paterna. Commerciante da sempre nei negozi del paese era persona gioviale, allegra, cordiale con tutti sempre pronta allo scherzo e quando poteva aiutava le persone in difficoltà durante e dopo la guerra.
Nel 1968 appena ristabilito con difficoltà nei movimenti ma forte di una volontà ferrea di non cedere, di non piangersi addosso e con la convinzione di essere ancora utile per la società, iniziò con il calcio il suo impegno di factotum, punto di riferimento e perno importante di tutta l’attività sportiva dell’Ambrosiana.
Nel 1974 al 1989 si trasferisce con la famiglia a Vigonovo, ma la passione del calcio continua: dopo aver percorso un buon tratto di strada a piedi con qualsiasi tempo, egli prendeva il pullman e, immancabile, il martedì, il giovedì e la domenica era sempre presente in campo.
Nell’anno 1989 ritorna a Sambruson accudito dalla mamma, libero di continuare con il suo impegno nel calcio con maggior facilità.
La sua vita è scandita giornalmente così: al mattino dalle nove alle dieci al campo sportivo; pausa e pranzo; il pomeriggio dalle sedici alle diciannove sempre in campo e nel dopocena dalle venti alle ventitre. Questo per tutti i giorni dell’anno.
Il 7 aprile 2009, viene a mancare la mamma ed essendo l’abitazione troppo grande per una sola persona si trasferisce in appartamento più adatto ai suoi bisogni guarda caso più vicino al campo.
In tutti questi anni hai visto giovani farsi uomini e poi i figli di questi tirare i primi calci, una nuova generazione da accudire.
Vivi l’Ambrosiana come un ambiente familiare di cui sei parte e apprezzato, la tua è una funzione sociale, svolgi il compito di magazziniere, di coordinamento e gestione delle maglie secondo i colori sociali degli avversari, la preparazione del tè e ne devi preparare per circa 170 componenti delle varie squadre.
Fra le qualità sopradette anche tu hai qualche piccolo difettuccio, Rigido negli orari, a mezzogiorno in punto deve essere pronto, non accetti gli inviti delle sorelle e fratello che ti fanno spesso, non ami i politici di nessun colore, ami tutta la tua famiglia ma hai un occhio particolare per tua sorella Maria a cui ti appoggi per i tuoi bisogni e lei sa come prenderti e tu brontolando come il solito accetti i consigli.
Caro Bepi il tuo impegno è prezioso per il calcio ma per tutta la comunità di Sambruson. Sei esempio della forza di carattere e la volontà di essere d’aiuto agli altri con l’umiltà del volontario che dà senza chiedere nulla in cambio, la tua paga è una stretta di mano e il grazie accompagnato dai sorrisi dei ragazzi che giocano in Ambrosiana. Hai trovato la tua dimensione, ma anche la comunità sportiva ha trovato in te un prezioso valido collaboratore in questi tempi in cui prevale l’avere piuttosto dell’essere. Il circolo Trovemose ti ringrazia per quello che fai e ti invita a continuare in questo percorso molto apprezzato da tutti.
Ancora grazie.
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IL CORO
“CANTEMOSE”
Il coro CANTEMOSE del Circolo “TROVEMOSE”, nasce nel novembre 2013. L’iniziativa ha avuto lo scopo di creare momenti di svago, aggregazione e di crescita culturale, affrontando così nuove esperienze anche per i meno preparati musicalmente.
Ciò è stato possibile, grazie allo stimolo delle preziose nostre animatrici Lorena Santin e Nicoletta Masiero, proposte dai Servizi Sociali del Comune di Dolo, ma soprattutto alla disponibilità dei soci, esperti musicali, Carlo Masato e Giuseppe Bettio che si sono assunti gli incarichi: Carlo come direttore e Giuseppe alla tastiera. A questi amici va’ riconosciuta non solo la loro bravura musicale ma soprattutto la grande e squisita pazienza nel sopportare le nostre carenze iniziali come: i fuori-tempo, i trascinamenti, le stonature, le difficoltà nel cantare insieme. Progressivamente, stiamo migliorando.
Abbiamo iniziato con un numero modesto di soci, poi via via il numero è aumentato accogliendo anche persone con una bella voce e una buona esperienza musicale.
Più tardi abbiamo avuto il prezioso apporto di grande esperienza, capacità e pazienza dell’amico Alberto Bertipaglia, che ci aiuta ad interpretare e dare espressività ai canti proponendone anche di nuovi e a più voci.
Attualmente il coro è formato da circa 30 persone. Non abbiamo grandi ambizioni ma, spronati dai maestri, cerchiamo di migliorare le nostre capacità, per noi stessi, ma anche per chi ha la bontà di ascoltarci.
Il repertorio che stiamo sviluppando, attualmente, comprende canti popolari tradizionali, religiosi e di montagna.
Pur nei nostri limiti abbiamo accettato nel 2014 l’invito, in più occasioni, di animare con la nostra presenza, momenti di svago nelle Residenze Anziani di Dolo, alla Scuola Media di Sambruson e nel 2015 alla Residenza Anziani di Scorzè residenza Suore di Casa Betania di Dolo, ed e... state…. con noi Sambruson
IL CORO
Direttore Carlo Masato
Tastiera Giuseppe Bettio
Direzione e Armonizzazione Alberto Bertipaglia
Voci Femminili Voci Maschili
Baldan Luisa Bettini Francesco
Barbiero Graziella Boldrin Pietro
Berto Giulia Formenton Gianni
Brean Antonietta Fossen Pietro
Chizio Imelda Lazzari Gianni
Corrò Virginia Monetti Franco
Danieli Mara Naletto Paolo
Favero Graziella Pelliccioli Roberto
Furian Agnese Polo Francesco
Marchiori Elda Pompolani Guerrino
Masiero Nicoletta Romanato Fernando
Moresco Doriana Scattin Bruno
Pasqualetto Teresa Segato Giannino
Pinton Francesca Zamengo Reginaldo
Segato Marisa Zara Franco
Semenzato Luisa
Stocco Valeria
Animatrici
Lorena Santin e Nicoletta Masiero
IL NOSTRO CANZONIERE
Canzoni popolari
Le campane di Sambruson
L’Inno di San Marco
Marietta Monta in Gondola - O Mia Rosina
Porta Romana - Lo Spazzacamino
Il Fazzolettino - La Strada nel Bosco
Piemontesina - Vola Colomba
La Montanara - Quel Mazzolin di Fiori
Signore della Cime - Qui Comando Io
Sul Ponte di Bassano – Romagna Mia
Mamma – Angiolina - La Gondoliera
La Domenica Andando alla Messa
La Mula de Parenzo - Me Compare Giacometo
Mamma Dammi Cento Lire - La Barbiera
Madonna dell’Angelo di Caorle
Ma Come Balli Bene - Amor Mio Non Piangere
Di Qua, di La Del Piave - Amici Miei
Firenze Sogna - Il Cacciatore nel Bosco
Dove Te Vetto Mariettina - La Villanella
La Pastora - Do Gobbetti
Reginella Campagnola
Canzoni di Natale
Astro del Ciel
Venite Fedeli
Viene il Bambino Gesù
Dolci Campane
Canzoni per solisti
Tu che Mi Hai Preso il Cuor
Non Ti Scodar di Me
Si Può Dare di più
LE NOSTRE PARTECIPAZIONI
2014
25 marzo Residenza Anziani (via Zinelli Dolo)
22 maggio Residenza Anziani (Ospedale Dolo)
4 giugno Scuola Materna Piccole Tracce Sambruson
12 giugno Residenza Anziani Dolo con Scuola
Materna Piccole Tracce Sambruson
11 settembre Residenza Anziani (Ospedale Dolo)
11 novembre Residenza Anziani (via Zinelli Dolo)
4 dicembre Residenza Anziani (Ospedale Dolo)
16 dicembre Residenza Anziani Anni Sereni (Scorzè)
23 dicembre Scuola Media (Sambruson)
2015
15 gennaio Casa Betania delle Suore (Dolo)
23 aprile Residenza Anziani Anni Sereni (Scorzè)
7 maggio Residenza Anziani (Ospedale Dolo)
11 giugno e . . . state con NOI (Sambruson)
GLI ANZIANI AL CONCERTO DEL NOSTRO CORO PRESSO LA RESIDENZA ANZIANI 12-06-2014
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23.5.2013
I soci del Circolo Trovemose in gita turistica
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A SCUOLA CON I NONNI
Per l’anno scolastico 2013/2014 e 2014/2015 in collaborazione TROVEMOSE - Scuola dell’Infanzia Comunale è ripartito il progetto UN NONNO PER AMICO.
Anche negli anni scolastici 2013-2014 e 2014-2015 è continuato il PROGETTO UN NONNO PER AMICO, fra i bambini della scuola dell’infanzia statale “Piccole Tracce” e i “nonni” del “Circolo “Trovemose” di Sambruson.
La scuola dell’infanzia “Piccole Tracce” e del Circolo “Trovemose” hanno ottimo rapporto di vicinato, è stato quasi naturale che le due istituzioni venissero in contatto.
Le “nonne”: Giulia Berto, Graziella Favero, Luisa Semenzato e i “nonni”: Gianni Lazzari, Guerino Pettenò e Giannino Segato hanno donato ai “nipotini” della scuola “Piccole Tracce” il loro tempo, le loro capacità ed esperienza, la loro voglia di comunicare e hanno ricevuto in cambio tanti sorrisi, attenzione e soprattutto tanti “ciao nonna, ciao nonno” che allargano il cuore.
La Dirigente Scolastica del Circolo Didattico di Dolo e le Docenti della scuola dell’infanzia “Piccole Tracce” hanno voluto sottolineare che: “I nonni sono fondamentali nella crescita di un bambino perché hanno un importante ruolo formativo.
Allo scopo di valorizzare tale importante ruolo, la nostra scuola dell’infanzia Piccole Tracce di Sambruson ha realizzato il progetto ‘A scuola con i nonni, che ha previsto come finalità l’avvicinamento al bagaglio di esperienza da loro vissuta come fonte di riflessione e di arricchimento per il bambino.
Il progetto ha previsto una serie di incontri con i nonni del Circolo Trovemose di Sambruson che insieme con i bambini hanno realizzato attività pratiche basate sulle conoscenza ed esperienze del passato.
Sia le insegnanti coinvolte nel progetto che i nonni partecipanti hanno espresso un giudizio molto positivo sull’esperienza che è stata arricchente sia per gli adulti che per i bambini e che si auspica venga riproposta anche nei prossimi anni scolastici.
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Aggiornamento ATTIVITA’ CIRCOLO
-Collaborazione con il Comune di Dolo, Parrocchia di Sambruson ed Associazioni.
-Il circolo da la propria disponibilità per attività collegate al mondo degli anziani, ma non solo.
-Collaborazione con il Parroco don Francesco. Pulizia generale dei locali della Barchessa e Vecchia Canonica, in disuso, (prima del restauro) e allestimento, per più anni, di mostre intitolate “Arti e Mestieri” della civiltà contadina con attrezzi e fotografie d’epoca organizzando visite scolastiche guidate.
-Antiquarium di Sambruson. Dal 1998 (anno della costituzione del Circolo) ci siamo adoperati per il recupero dei Reperti Archeologici che ora costituiscono l“ANTIQUARIUM”. In collaborazione con il Comune offriamo il servizio di sorveglianza e assistenza alle visite scolastiche programmate e aperture straordinarie.
-Servizio di sorveglianza e assistenza alle mostre promosse dall’Amministrazione Comunale (Murer, Seriola, gli Oratori, etc.).
-Incontri con le istituzioni. Per aggiornamento su argomenti a tema di comune utilità (truffe, informazione medica, corsi vari ecc.) e con specialisti, tecnici e promotori culturali
-Gruppi di cammino. Progetto di promozione della salute attraverso il cammino in collaborazione con l’Ulss 13
-Incontri ludici. Le sere di martedì e venerdì e il pomeriggio di mercoledì e domenica gioco delle carte, tombola e scambi di idee su argomenti vari.
-Collaborazione con gli Istituti Scolastici. Progetto “UN NONNO PER AMICO” con la scuola materna “Piccole Tracce” e l’annuale Festa della Primavera.
-Targa Trovemose. Consegna annuale del premio a un/a compaesano/a particolarmente impegnato in attività di volontariato sociale, culturale o sportivo, estranea alla propria professione.
-Iniziative conviviali. Carnevale, gita primaverile, marronata, pranzo autunnale e serata di fine anno.
-Il Coro Cantemose. Lunedì mercoledì pomeriggio incontri per prove, e programmazione
Targa trovemose
anno 2019
ISTITUZIONE e STORIA DELLA TARGA TROVEMOSE
LA TARGA TROVEMOSE è stata istituita ufficialmente in termini statuari l’8 agosto 2006 ed è un simbolico cordiale, un semplice riconoscimento dei soci del circolo ad un compaesano distintosi nelle attività:
arti, iniziative culturali, civiche o solidali
per pura passione e silenzioso impegno personale, onorando il nostro Paese, senza obblighi o incarichi specifici.
La scelta del Consiglio Direttivo del Circolo TROVEMOSE è spontanea, disinteressata e non avviene su alcuna segnalazione di sorta.
Salvo imprevisti, in autunno, vengono consegnate la targa e una pergamena con le motivazioni del riconoscimento.
La TARGA ha come effige il volto stilizzato di Sant’ Ambrogio, statua posta sopra il campanile, simbolo inconfondibile del nostro Paese.
Edizioni precedenti:
1) 2004 Gilberto Segato per Arti: Pittura, Scultura e Opere in Ferro Battuto.
2) 2005 Dino Organo Pittore
3) 2006 Ettore Bareato Pittore, Disegnatore e Restauratore
4) 2007 Letizia Miotto Volontariato e Solidarietà
5) 2008 Aristide Petteno' Scultore e lavori in miniatura di legno
6) 2009 Luigi Curioto Pittore e Sculture
7) 2010 Orlando Minchio Impegno Civico
8) 2011 Franco Cazzuffi Impegno Civico
9) 2012 Adriana E Paolo Naletto Volontariato e Solidarietà
10) 2013 Jolanda E Luciano Bettin Volontariato e Solidarietà
11) 2014 Giuseppe (Bepi) Organo Volontariato
12) 2016 Severino Parton Volontariato e Solidarietà
OGGI 24 novembre 2019 consegniamo la 13^ edizione della
TARGA TROVEMOSE
a
LUIGI ZAMPIERI
Con la seguente motivazione:
Per aver saputo dare lustro al nostro paese
Con il suo SITO internet SAMBRUSONLASTORIA
Ottenendo il plauso di tutti su: su cultura, costume, tradizioni e ambiente.
Targa trovemose
anno 2019
IL CIRCOLO TROVEMOSE UNANIME
CONFERISCE
LA TARGA TROVEMOSE 2019
A
LUIGI ZAMPIERI
PER AVER SAPUTO DIFFONDERE
CULTURA COSTUME AMBIENTE TRADIZIONI
DEL NOSTRO PAESE
OTTENENDO L’AMMIRAZIONE DI TUTTI
TRAMITE IL SUO SITO “SAMBRUSONLASTORIA”
Luigi Zampieri, per tutti noi coetanei è Luigino, abita a Sambruson da sempre, conosce gli anziani del nostro Circolo, ci ha aiutato ad inserire nel suo sito la storie del Trovemose e del Cantemose, le storie della riscoperta del Museo archeologico, ora Antiquarium, ha pubblicato le poesie di Lino Vanuzzo, da anni è di casa tra noi.
Con l’aiuto della sua famiglia hanno avuto lustro le nostre attività con le iniziative dei Nonni a scuola, della Festa della Primavera , delle mostre didattiche nell’atrio delle scuole elementari. Inestimabile è stata la presenza della figlia Monica nel recupero dei reperti, nell’allestimento del Museo e nei laboratori a vantaggi dei figli dei nostri concittadini. Altrettanto ammirevole la presenza della maestra Renata che ha dato un’impronta didattica indelebile a più di una generazione di nostri figlioli nelle stesse aule in cui è nato il Circolo. Sono tante le ragioni che ci spingono a stringerci attorno a Luigi Zampieri e alla sua famiglia per il bene che hanno fatto a Sambruson. A Luigi vanno il nostro plauso e il nostro applauso.
La Targa Trovemose
La pergamena
L'invito alla cerimonia
L'articolo del Gazzettino
Il servizio fotografico
______________________________________
L'intervento, molto apprezzato, di Luigi, sui contenuti del
SAMBRUSONLASTORIA
Cari Amici
il sito internet SAMBRUSONLASTORIA ha superato nel mese di ottobre le 300000 visite. Significa, per i circa 6 anni di vita, una media costante di 50.000 visite all’anno, attualmente circa 5.000 al mese. Preciso che queste visite, non sono i twits abitualmente fatti nei vari social network come facebook, instagram, ect., costituiti da qualche parola, massimo 2,3 righe. L’unità di lettura, in questo sito è un articolo che quando è breve misura 2,3,4 pagine, mediamente è costituito da 20, 30, 40 pagine. Una visita qui, corrisponde quasi sempre a rilevanti frazioni di ora, spesso ore intere. Se le statistiche dei blog, invece di essere fatte sul numero di entrate o visite, fossero sui tempi di permanenza nel sito, allora questo risulterebbe decisamente prevalente.
L’occasione di oggi, con la “targa trovemose”, sarà quella di mettere in evidenza il sito informatico e di ringraziare quanti, in tutti i modi, hanno partecipato con proposte, iniziative, ricordi e con vicende della loro stessa vita, alla stesura di questo lavoro e perciò la mia relazione sarà rivolta, in prevalenza, ai contenuti del sito e ai doverosi ringraziamenti.
Quando, circa 2000 anni fa, un viandante, uscendo da Padova, prima di passare il ponte Altinate ora porta Altinate e proseguire poi per la via Annia, a piedi o a cavallo, chiedeva agli uffici informati dove avrebbe potuto sostare, alla fine della faticosa giornata verso Altino e Aquileia, la scontata risposta era: “Ad Duodecimun Mansio Meduaco”. Il significato è palese. A dodici milia da Padova, circa 20 km, c’è la stazione di sosta Medoacus Maior. In tale luogo era dunque suggerito fermarsi, servirsi di bagni e terme, accudire i cavalli o cambiarli, cenare e infine riposare per riprendere il cammino il giorno successivo. Ad Duodecimun Mansio Maio Meduaco è diventato il titolo di un libro che dall’epoca paleolitica fino alla romanizzazione, parla di Sambruson, iniziando proprio dalla Mansio.
Ma in che modo si apprende che la mansio, questo antico luogo di sosta si trovava nel territorio di Sambruson?
Esiste uno straordinario documento, una rappresentazione geografica, la più famosa e preziosa dell’antichità, la cui copia originale è conservata tuttora presso la Biblioteca Nazionale di Vienna, che mostra il territorio romano allora conosciuto; è la tabula Peutingeriana che riproduce tutte le strade dell’impero romano. In questa carta, nel punto della Via Annia, estrapolato da geografi e storici, dove ora si trova Sambruson, è chiaramente scritta una località, Mansio Maio Meduaco. Interpretato significa “stazione di sosta sul fiume Brenta maggiore”. Questa è la prima identificazione storica del luogo in cui ora viviamo.
Perché proprio qui.
Questo è il luogo dove la strada romana via Popilia, proveniente da Adria e Ravenna, confluiva nella grande Via Annia proveniente da Padova e Bologna per andare ad Aquileia. Questo è il punto dove il fiume Medoacus si divideva nei due rami Minor e Maior prima di sfociare nella laguna Veneta. Quindi, grande incrocio di vie di comunicazione, strade e fiumi; ecco allora l’importanza del luogo.
Abbiamo parlato della Mansio, in questo luogo, ma c’è qualcosa di precedente, qualcosa di più antico e leggendario. Alcuni secoli prima della via Annia e della Mansio, negli stessi luoghi è avvenuto un fatto. Il grande storico romano, Tito Livio, nato e vissuto a PD, racconta una epica vicenda divenuta un mito che, riportata da Livio, assume anche un plausibile valore storico.
Cleonimo, duce spartano, dopo aver combattuto contro i Romani nella regione salentina, approdò con la flotta ai lidi veneti. Le sue avanguardie lo informarono che dai bacini lagunari, Venezia ancora non c’era, si potevano vedere, piuttosto vicine, campagne coltivate e, più in fondo, delle alture, i Colli Euganei; vi era anche la foce di un fiume profondo, era il Brenta. Ordinò che la flotta risalisse il corso d'acqua. Attraversò tre villaggi. I soldati greci li devastarono e saccheggiarono, fecero razzia di uomini e di greggi, incendiarono le abitazioni e avanzarono in direzione di Padova. Giunta notizia a Padova, scrive lo storico Tito Livio, subito i patavini decisero di muovere contro il nemico. Si portarono rapidi nei luoghi assaliti, dove avevano preso ormeggio le navi degli invasori, sorpresero i soldati, li assalirono e ne distrussero le imbarcazioni. Il re spartano, sconfitto, fu costretto a ritirarsi precipitosamente verso il mare, con appena un quinto della sua flotta. Livio precisa che i villaggi difesi dai Patavini erano lontani una ventina di chilometri da Padova, sul fiume medoacus, ma non specifica in quale ramo terminale del fiume. L'identificazione, o una precisa ubicazione di questi villaggi, sono tuttora discusse ma, se il Medoacus, dove sono avvenuti i fatti, parliamo di almeno 2300 anni or sono, è quello Maior, come sembrano orientati studiosi e ricercatori, allora il terzo dei Villaggi, distrutto da Cleonimo, dove avvenne la battaglia tra greci e padovani, sembra essere proprio qui, dove oggi abitiamo, l’attuale Sambruson.
Esiste un terzo racconto, anche questo sulle ali della leggenda, ma ben scolpito nel marmo di una lapide; è quello del romano Q. Volscio. La storica lapide, ora, è posta su un davanzale della villa Velluti, trasformata di recente in un noto hotel, a pochi passi dal luogo degli scavi.
Nel sito internet sono esposte due versioni riguardanti la lapide di Q. Volscio. La prima è uno studio paleografico eseguito da Monica Zampieri in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità di Ca’ Foscari. Tale studio, scientifico e rigoroso, porta alla conclusione che la lapide, pur riconoscendone l’autenticità storica e archeologica sarebbe un reperto importato, cioè non proveniente dagli scavi di Sambruson.
Se invece tale lapide, come altri sostengono, fa parte del materiale scoperto da Lino Vanuzzo, durante gli scavi nelle campagne della famiglia Velluti, allora diventa verosimile che questo importante personaggio sia veramente la prima persona di Sambruson di cui si conosce il nome. Il romano Q. F. Volscio diventerebbe il più antico abitante conosciuto dei luoghi in cui viviamo.
Ho riferito tre racconti che appartengono forse più al mito che alla storia. Ecco, il sito internet comincia proprio da questi, raccontandoli nella sua prima parte, e prosegue esponendo tutto il possibile, da quei remoti tempi, fino ai nostri giorni, suddividendo centinaia di articoli, in 4 grandi sezioni in ordine cronologico che si chiamano:
Sambruson DALLE ORIGINI TRA STORIA E LEGGENDA
IN EPOCA PREROMANA E ROMANA
DAL MEDIO EVO ALL'OTTOCENTO
IL PERIODO STORICO RECENTE
Il sito internet propone oltre alle 4 sezioni storiche, altre due grandi e altrettanto importanti sezioni. La prima, tratta gli argomenti di CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI e AMBIENTE, la seconda, riservata interamente alle persone di Sambruson, ha per titolo appunto, PERSONE.
Provo sinteticamente a riassumere i contenuti delle sei sezioni precisando dovutamente che le fonti di molti articoli e gli autori, saranno citati e ringraziati per quanto possibile alla fine di questa cronaca. Naturalmente sto sintetizzando in pochi titoli il contenuto delle migliaia di pagine che costituiscono il sito.
Iniziamo dalle origini, e cioè Sambruson dalla preistoria all'età Romana, passando per Sambruson paleoveneta.
Le categorie degli articoli che qui emergono sono, la Preistoria a Sambruson con svariati articoli sui miti leggendari in precedenza accennati, come Sambruson dalle origini, Antenore e Diomede, Il mito di Cleonimo, I veneti e i cavalli e Sambruson dalla preistoria all’età Romana. Fanno seguito importanti trattati e ricerche sui Paleoveneti, suddivisi in vari articoli fra i quali spiccano “il territorio in epoca paleoveneta a Sambruson e Sambruson e Lova paleoveneti”.
Poi per l’epoca preromana e romana troviamo ”l’intervento romano nel Veneto” con le ricerche sulla viabilità antica e sul territorio di Sambruson al tempo dei romani e quindi la descrizione in vari articoli dell’ argomento “Via Annia” e del progetto “Sambruson Sito 24 Via Annia” e di seguito la MANSIO MAIO MEDUACO con dettagliate descrizioni delle mansiones, mutationes et stationes.
Si analizzano quindi gli SCAVI ARCHEOLOGICI con la storia e la documentazione dei ritrovamenti, con le foto storiche e le foto aeree della zona degli scavi e l’analisi sul rapporto fra Sambruson e i siti archeologici vicini.
Seguono svariati articoli sul MUSEO, nei quali sono mostrate le foto del nuovo antiquarium, le descrizioni degli affreschi, dei mosaici e delle monete romane, la descrizione del primo museo del 1950, con il confronto fra i reperti di allora e quelli di oggi; le descrizioni molto tecniche e dettagliate dei reperti, con foto e disegni di ognuno; la catalogazione ufficiale secondo le norme, in collaborazione con la Soprintendenza di Padova; l’importante studio degli impasti delle ceramiche con relativo catalogo e foto. Il sito illustra inoltre la realizzazione dei laboratori scolastici, fiore all’occhiello proprio della associazione Trovemose.
Procedendo in ordine cronologico si arriva alla sezione che copre il periodo DAL MEDIO EVO ALL' OTTOCENTO con importanti categorie di argomenti come l’evangelizzazione di Sambruson, con l’esposizione dei temi riguardanti l’origine del paese e della sua Pieve, Sambruson nel medio evo, nonché i rapporti fra Sambruson e Padova. E ancora, l’origine del nome Sambruson, Sant’Ambrogio e il Cristianesimo a Sambruson, la pievania nei primi secoli e nel periodo successivo e poi la Chiesa e le pievi del territorio incontrando il primo parroco del paese del quale si conosce il nome, prete Giovanni. La sezione è completata con gli articoli relativi a feudatari e ville venete, con tutte le ville descritte singolarmente, con le storie dei proprietari e feudatari a Sambruson e infine con i trattati sulla importante questione dei fiumi, le varie deviazioni del brenta, la Brenta nova o Brenton, l’antico Ponte di Sambruson.
Si passa quindi alla sezione che riguarda IL PERIODO STORICO RECENTE con la MORFOLOGIA DEL TERRITORIO e LA CIVILTA' CONTADINA trattate in svariati articoli relativi alle trasformazioni territoriali, i fiumi e le strade, il paesaggio agrario, i casoni e le abitazioni moderne, la trasformazione delle aree agricole con i piani regolatori e il passaggio dal mondo contadino a quello industriale, per arrivare finalmente al “Novecento e i nostri giorni” dove si entra nell’interessante e coinvolgente argomento delle Realtà attuali che sono quelle che noi stessi abbiamo vissuto e stiamo vivendo nel 1900 e nel 2000.
Ricordo perciò le più importanti di queste realtà, descritte con dovizia nel sito internet come, la Storia della Cantina Sociale, la storia della Latteria Sociale, la Parrocchia: storia e quadro religioso, la Corale di Sambruson, l’Assistenza sanitaria a Sambruson, Sambruson scuola dell’infanzia, Associazione volontari ospedalieri di Sambruson, Associazione Trovemose, Gruppo sportivo Ambrosiana fondatori, Associazione Sambruson la Nostra Storia e un rilevante servizio sulla realizzazione e inaugurazione nel 1962 della SCUOLA ELEMENTARE DI SAMBRUSON, con le testimonianze delle autorità e degli insegnanti di allora come la presentazione di Riccardo Meneghelli sindaco, la relazione sul nuovo edificio scolastico di Giorgio Basso direttore, l’intervento di Mons. Luigi Rimano arciprete, e inoltre i cenni storici, il folclore locale e l’habitat descritti per l’occasione da alcuni insegnanti di allora, Cattaruzza, Virgili Tucci, Viglione e Zilio.
Dalle quattro sezioni storiche approdiamo alla grande e rilevante Sezione che ha per titolo CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI e AMBIENTE dove il primo gruppo di articoli è costituito da prosa e poesia nel nostro paese e si chiama LETTERATURA A SAMBRUSON con innumerevoli pubblicazioni di A. Zilio in tutte le varie forme letterarie, sillogi di poesie, novelle, racconti, poemi e romanzi. Sono presenti con i loro scritti, altri autori come L. Vanuzzo, Renzo Dittadi, O. Moretti, O. Di Rosa e altri ancora.
Nella parte riguardante Costume e tradizioni emergono avvenimenti, storie e curiosità come la vicenda della Rivoluzione delle femmine di Sambruson, le burle delle perforazioni e dei ritrovamenti di petrolio, lo scherzo del muro di ghiaccio, la burla delle campane fatta dai terribili ragazzi di Sambruson e ancora, sull’argomento Costume e Tradizioni, molti articoli, tra i quali il Filò a Sambruson, i Giochi antichi a Sambruson, i soprannomi di tutte le famiglie e tutti i proverbi e le filastrocche del paese, riportati alla luce.
Fra le curiosità riportiamo per esempio l’inedita fotografia del gruppo dei campanari di Sambruson incaricato, il 25 aprile del 1912 di inaugurare il primo concerto delle campane del risorto campanile di San Marco. Non tutti sanno che anche i mattoni con cui fu edificata la nuova mole provenivano esclusivamente dalle fornaci di Sambruson, che localizzate in riva alla Brenta, potevano fornirli in massima economia, mediante barche direttamente all'approdo in San Marco. Notizie che riportiamo dal gazzettino di allora e che confermano lo stretto legame, da sempre esistito, tra Venezia e il paese di Sambruson
La sezione viene completata con l’argomento riguardante ambiente, luoghi, edifici, case e ville con articoli relativi alla storia della Chiesa di Sambruson nei 250 anni dalla consacrazione, la storia delle famose campane, i Capitelli e la religiosità popolare, le Ville e gli Oratori nonché il verde a Sambruson con la descrizione delle campagne, delle piante tipiche, dei sistemi di coltivazione.
Rimane l’ultima sezione del sito, quella relativa alle PERSONE, suddivisa in tre gruppi.
Il primo chiamato PERSONE ILLUSTRI presenta vita e opere di persone, nostri concittadini, come Ettore Tito, Luigi Tito, Cesare Musatti, Angelo de Putti, Giacomo Cassetti, G.B. Velluti, e anche M. Paolini per essere stato a lungo nostro concittadino.
Il secondo gruppo ha per titolo, PERSONE IMPORTANTI. In esso vengono presentate persone significative che ricorrono di frequente nella memoria e nella rappresentazione degli abitanti di Sambruson, per qualità umane, per operosità nelle attività sociali, per alti livelli raggiunti nella politica, nello sport, per dedizione e costanza nella loro attività professionale. Sono sindaci, insegnanti, preti, medici, politici, studiosi, inventori, scrittori, sportivi. Ne cito alcuni. Sono i sindaci Meneghelli e Minchio, i preti Don L. Rimano, Don Israele Bozza e Don Giovanni Guerra, gli insegnanti A. Zilio scrittore, Bruno Busetto, maestro, poi sacerdote e Orazio di Rosa maestro e scrittore. Molte altre persone importanti si aggiungono, come L. Vanuzzo archeologo e poeta, Alfonso Colloredo Mels, Antonio Bortolazzi con altri medici, F. Fante senatore, Luigi Baldan militare e scrittore, Fratisek Hruska inventore, Manuela Levorato sportiva olimpionica, Mattia Nalesso sportivo olimpionico, alcuni ambrosiani antichi Patrioti, padre Renato Zilio missionario, scrittore e giornalista, Luciano Zarotti pittore e cattedratico, Nada Levorato prima donna laureata di Sambruson, Maria Baldan, artista, pittrice e docente e altre persone. A ciascuna di queste, sono dedicati articoli cospicui con la descrizione delle loro attività, opere e curriculum.
Segue la terza categoria di Persone. Si chiama Brentasecca ed è lo “ Spoon river ” di A. Zilio sulla gente di Sambruson L'Antologia di Spoon River, quella originale è una raccolta di poesie che il poeta statunitense Lee Masters pubblicò nel 1914 dove egli si ispira a personaggi veramente esistiti nel suo paese natale nell'Illinois. Ha avuto un enorme successo nel mondo. A. Zilio mi presentò la sua BRENTASECCA, come il nostro Spoon River con questa essenziale lettera. Mi scrive Andrea: Caro Luigi la mia Brentasecca è dedicato alla gente, a personaggi tipici del nostro paese, che vedo ormai attraverso un vetro appannato fatto di ricordi. Molti personaggi li riconoscerai. Alcuni sono emblematici. Altri sono volutamente adombrati. Il significato del messaggio, comunque, è chiaro. Ho voluto andare oltre le ville e i monumenti. Ho voluto parlare della gente. E non è stato facile, te l’assicuro. Nella scelta e nel dire. Ti affido questo piccolo tesoro, un poema, un tassello insolito, una tessera originale nel mosaico della tua Storia di Sambruson. Andrea.
Ecco, scusate, ora sto terminando. Finisco con i ringraziamenti alle persone che hanno contribuito ai contenuti di questo sito. Sono tantissime, le troverete, come si dice, navigando in esso. Le ringrazio sentitamente. Se dovessi citarle tutte, scivolerei in dimenticanze, mi limito quindi a ricordare quelle che sono state fonti sostanziali nella realizzazione di questo lavoro.
Ringrazio così Andrea Zilio per aver voluto e accettato di pubblicare molte delle sue opere, alcune inedite, di scrittore e poeta in particolare quelle relative all’ultima proficua parte della sua attività letteraria, monopolizzando quasi la sezione del sito, relativa alla letteratura a Sambruson. Non solo; lui è fatalmente legato alla storia del museo archeologico, assieme a Trovemose di cui è fondatore, con il fondamentale recupero dei reperti archeologici. Lo ringrazio inoltre per essere stato sempre vicino a questa elaborazione, con le sue lettere, i suoi commenti, la sua assidua partecipazione e soprattutto con la sua amicizia.
RINGRAZIO Monica Zampieri, archeologa. Con la sua tesi di laurea proprio sulla storia e sullo studio dei reperti del museo, e con il suo libro Ad Duodecimun Mansio Maio Meduaco, ha contribuito in modo determinante alla istituzione del nostro museo, con la catalogazione dei reperti arch., con lo studio degli impasti delle ceramiche, con la progettazione dell’attuale antiquarium, in collaborazione con la sovrintendenza di Padova, con l’istituzione dei laboratori scolastici, e con la sua collaborazione al progetto Via Annia, raggiungendo un obbiettivo importante come l’istituzione ufficiale del Sito 24 Via Annia, ponendo così nella relativa letteratura, il piccolo Sambruson vicino a città archeologicamente fondamentali come Padova, Altino, Concordia e Aquileia. Queste realtà di studio e di ricerca, descritte in decine di articoli, sono presenti nella prima sezione del sito internet, “Sambruson tra storia e leggenda”, dall’età paleolitica, alla romanizzazione.
RINGRAZIO alla memoria, Lino Vanuzzo, archeologo e poeta. Come archeologo Vanuzzo è ampiamente rappresentato in svariati articoli del sito internet. Le sue scoperte archeologiche furono l’occasione unica e originale di richiamare l’attenzione del mondo della cultura sul nostro paese. La scoperta lo aiutò a pareggiare i conti con una società che allora lo accoglieva per nulla sorridente. Il poeta Vanuzzo onora questo sito internet con il suo poema inedito, “I canti della tregua”, ritrovato e pubblicato da noi integralmente. Stupisce, del Vanuzzo, ancor più avendo frequentato scuole di indirizzo tecnico, il grande spessore della sua cultura classica, la sua profonda conoscenza della mitologia, della letteratura e storia antica, qualità acquisite con grande passione e profondi studi personali. I canti della tregua sono patrimonio che non va sprecato. E’ un’opera che lascia il segno per l’originalità, la profondità di pensiero e spessore intellettuale. Va oltre la persona, interessa Sambruson e non solo.
RINGRAZIO Mario Poppi insigne storico della riviera del brenta; ha scritto e ricercato molto per il paese di Sambruson. Appassionato studioso e profondo conoscitore del territorio, nel suo libro “ In Sancto Ambrosone ”, con pazienti e impegnative ricerche, affronta il periodo medioevale e moderno nel contesto della riviera del brenta, portando alla luce e alla nostra conoscenza innumerevoli documenti, mappe, testimonianze, avvenimenti, altrimenti sconosciuti. Il nostro sito, molto attinge dalla sua opera per coprire il periodo storico compreso tra l’alto medioevo e il primo ottocento. A lui un grato ringraziamento.
RINGRAZIO Gianni Deppieri, presidente della Ass. Sambruson la nostra storia, assieme a tutti i soci, per aver consentito la pubblicazione di parti dei tre principali libri emanati dalla sua Ass. che sono appunto: Ad Duodecimun Mansio Maio Meduaco, di Monica Zampieri, In Sancto Ambrosone, di M. Poppi e Sambruson tra 800 e 900, di vari autori, tra i quali egli stesso. Questi libri contribuiscono in modo importante alla realizzazione di molti articoli di questo sito. Grazie dunque a Gianni Deppieri.
Ringrazio, solo citandole, alcune persone presenti con altri importanti contributi pubblicati nel sito: in particolare Renzo Dittadi, partito da ragazzo e ritornato a Sambruson con il suo inedito volume autobiografico Butta via quel libro importante nella recente storia del paese. Ringrazio Don GianPietro Donà, per il suo trattato sugli oratori che abbiamo pubblicato, Orazio di Rosa con la sua Fermata a Sambruson, e ancora O. Moretti, Padre R. Zilio, Semenzato e Causin, Giuseppe Conton, G. Cagnin, V. Ferrario, Martino Cassandro, Bianca Donà, Dorino Danieli, Stefano Manzolli, Carlo Masato, Giannino Segato, Paolo Gottardo, Mara Sabbadin. Infine un grande e sentito ringraziamento agli amici di Trovemose per il riconoscimento che mi hanno voluto attribuire, riconoscimento che, ribadisco, va condiviso con tutte le persone, e come avete sentito sono tante, che in vari modi sono presenti con iniziative letterarie, studi, pensieri, ricordi, ricerche, in questa elaborazione che restituisce alla nostra conoscenza, leggenda e storia ma soprattutto vita di questo nostro paese. Ma ringrazio gli amici di Trovemose, soprattutto per la gradita amicizia e vicinanza che hanno voluto dimostrarmi attribuendo al sito internet SAMBRUSONLASTORIA la targa trovemose.
Un saluto cordiale a tutti i presenti. Vi ringrazio sentitamente e vi auguro buon pranzo e buon proseguimento di giornata con le vostre famiglie.
Grazie a tutti.
articolo a cura di Luigi Zampieri
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Ultimo aggiornamento (Martedì 10 Marzo 2020 17:12)