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Mansio, Mutatio et Statio: la maio meduaco di Monica Zampieri

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SAMBRUSON IN EPOCA PREROMANA E ROMANA - LA MANSIO MAIO MEDUACO

MANSIONES,  MUTATIONES ET STATIONES

PER CAPIRE LA "MANSIO MAIO MEDUACO" DI SAMBRUSON

Esaminando gli itinerari antichi88, accanto alle denominazioni delle località conosciute e spesso ricordate da numerose fonti classiche, è possibile notare una notevole quantità di toponimi di differente derivazione e di numero decisamente superiore a quello dei centri principali. Sono questi i nomi che distinguevano le mansiones e le mutationes, site lungo i tratti stradali che congiungevano i grandi nuclei abitati e che si trovano scritti sulle carte itinerarie. Le più note e importanti per la ricostruzione della viabilità antica, sono l'Itinerarium Antonini, l'Itinerarium Burdigalense, e la Tabula Peutingeriana.

L'esigenza di strutture adatte alla sosta e al riposo degli uomini e degli animali si dovette sentire fin dall'esistenza delle più antiche strade romane. Spesso la distanza che separava due civitates non permetteva al viaggiatore antico, dotato dei mezzi dell'epoca, di raggiungere la destinazione in un solo giorno. Per questo era obbligato a sostare durante la notte in aperta campagna e il clima rigido poteva costituire un problema reale; inoltre, soprattutto all'inizio della realizzazione del quadro viario romano, il viaggiatore percorreva zone talora impervie o prive di insediamenti, con tutti i pericoli che potevano derivarne. Per evitare questi problemi furono costruite le prime mansiones, che dovettero sorgere contemporaneamente alle strade che servivano.

Il significato di mansio trova la sua origine nel verbo manere di cui, soprattutto nell'antichità, doveva essere evidente il significato statico: rifugio sicuro durante la notte, sempre nello stesso posto, in modo che il viaggiatore, che percorreva spesso le stesse strade,

potesse prenderlo come riferimento per passare la notte. Tutto era disposto affinchè vi si trovasse quanto necessario per il riposo e lo svago, soprattutto in zone ove la stazione stradale costituiva l'unico ricovero notturno.

Come ci racconta Plinio, le mansiones erano disposte ad una giornata di viaggio l'una dall'altra tanto che la distanza di un tragitto veniva talvolta espressa citando il loro numero.

Molto simile alla mansio era la mutatio, la cui funzione consisteva esclusivamente nel fornire animali di ricambio ai messi o ai veicoli che viaggiavano per interessi di Stato. Il diritto di disporre di animali pubblici e fornirsi di rifornimenti era ottenuto mediante l'esibizione di un atto scritto detto diploma, la cui emissione era sotto diretto controllo imperiale e nel quale venivano specificate le modalità del viaggio.

Le mutationes, come le mansiones, erano situate lungo le principali vie di transito. Il numero delle prime, proprio per la loro funzione di soste intermedie, era sensibilmente maggiore rispetto alle seconde. Tra due mansiones si trovavano un numero di mutationes che variava in relazione alle difficoltà e alla lunghezza del percorso. Osservando le carte che riportano le diverse stazioni di posta, possiamo vedere come la distanza tra le poste stradali doveva essere inversamente proporzionale alla difficoltà della strada e, quindi, nei territori impervi risultava minore.

Le stazioni di cambio erano poste ad una distanza che variava dalle cinque miglia (due ore e mezza) alle dieci miglia (cinque ore). In realtà, nella disposizione delle poste, si teneva conto, oltre che della distanza massima percorribile da un animale da tiro senza eccessivo sforzo, particolarmente della presenza di corsi d'acqua o sorgenti.

Si potrebbe dedurre una precedenza cronologica della mansiones rispetto alla mutationes: queste ultime sarebbero sorte in seguito all'aumento sempre più intenso di viaggiatori civili e militari; il viaggio da una mansio all'altra parve eccessivo per uomini e animali e si crearono stazioni intermedie o mutationes. Il termine mutatio compare, infatti, in epoca piuttosto tarda, a partire dal IV secolo d.C., in fonti come l’Itinerarium Burdigalense ed il codice Teodosiano.

Come rivela Hudemann, per la collocazione delle mansiones si teneva conto soprattutto della presenza di strade principali, incroci, punti di transito di importanti fiumi, scali fluviali, nonché della presenza di guarnigioni. Spesso, infatti, sorgevano in luoghi di notevole importanza logistica, sfruttando situazioni topograficamente già consolidate; molte strutture erano edificate in corrispondenza di luoghi abitati, che precedentemente erano attraversati da piste preromane.

Dal punto di vista architettonico le mansiones non dovevano differire eccessivamente dalle mutationes, fatta eccezione per la maggior ampiezza dovuta agli alloggi necessari al pernottamento, o per il lusso che potevano avere alcuni ambienti. Le più piccole mutationes, al contrario, sorgevano il più delle volte in aperta campagna o in zone povere e offrivano appena gli agi di un'osteria di poco pregio e stalle che ospitavano animali e mulattieri.

Meno concorde è l'opinione degli studiosi per quanto riguarda il valore della parola statio. Hudemann lo ritiene un termine generico impiegato per indicare sia la mansio sia la mutatio.

Statio sarebbe un termine di epoca più tarda facente parte della terminologia militare. Chevallier89, difatti, ritiene che il termine designasse un luogo di fermata provvisto di posti di guardia per la sorveglianza delle strade. Ciò sembra confermato da un passo di Svetonio.

Nella ricostruzione della vita movimentata e dell'attività spesso frenetica di questi centri,

ci aiutano anche preziose testimonianze di autori antichi, tra le quali le satire di Orazio, che si lamenta della conduzione di alcune stazioni stradali e ci informa della consuetudine degli incontri con donne pubbliche.

In ogni caso, i nomi mansio, statio e mutatio, che in origine avevano di certo significati specifici, finirono per confondersi tanto da venire spesso usati in senso improprio.

Nei pressi delle stazioni viarie sorgevano altri edifici, dai più lussuosi deversorium (il nostro hotel) e taberna (l'attuale ristorante), allo stabulum (bettola); le osterie migliori (tabernae) si trovavano di solito vicine alle mansiones. Questi ambienti erano probabilmente affidati alla gestione di privati, che cercavano di renderli gradevoli con pitture e mosaici; la loro grandezza dipendeva dalla posizione e dall'importanza della strada che servivano e anche dall'attività commerciale delle zone adiacenti. Spesso le stazioni stradali sorgevano nei pressi di terme e vici popolosissimi ed attivi, che favorivano l'afflusso della clientela.

Le piante di alcune mansiones, ricostruite grazie agli scavi, hanno evidenziato più strutture tra loro collegate, che ricordano la pianta di una casa rurale e possono pertanto essere confusi con i resti di una villa rustica90.

Le mutationes, costruzioni più modeste, offrivano solo ampi vani detti stabula (stalle), adibiti al ricovero degli animali, e alloggiavano anche gli addetti alla stazione.

Questi ambienti, di un certo decoro o dimessi che fossero, erano contrassegnati da scritte di vario carattere augurale, o ancora, dal nome del proprietario dell'osteria o dal luogo dove esse si trovavano, oltre che dalla distanza della successiva sosta. Sono queste le denominazioni con cui vengono indicati negli itinerari antichi.


NOTE:

88 malipiero 1984, pp. 261-268.

89 CHEVALLIER 1972.

90 Per le villae romana vedi mengotti e. 1984c, Le villae, in Misurare la terra: centurìazione e coloni nel mondo romano, Modena, pp. 163-164. Vedi anche denti 1991, I Romani a Nord del Po. Archeologia e c^dtura in età repubblicana e augustea, Milano.

 


 

Dal volume "AD DUODECIMUN MANSIO MAIO MEDUACO" di MONICA ZAMPIERI

a cura di Luigi Zampieri

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 11 Novembre 2020 09:22)

 

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