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Le campane e la burla dei terribili studenti di Sambruson

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SAMBRUSON. CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI, AMBIENTE. - AVVENIMENTI, STORIE, CRONACA

Ringrazio Nereo Causin e Roberto Semenzato per aver conservato e averci poi fornito questo articolo di Virgilio Meneghelli tratto da IL NAVIGLIO, che, al di là di altre interessanti notizie, narra della burla di un primo aprile fra gli anni ’40, ’50, verso l’arciprete  don Luigi Rimano, perpetrata dagli allora studenti di Sambruson. Gli studenti dell’epoca erano ben pochi a Sambruson (forse solo i citati) ed evidentemente molto uniti e amici, facilmente identificabili da tutti e ormai  scomparsi.

Sono l’autore stesso dell’articolo Virgilio Meneghelli, Italo Meneghelli, Marcello Parolini, Pietro Danieli, Antonio Novello.
Interessanti e credo poco conosciute, anche le notizie sulla fornitura dei mattoni per il campanile di S. Marco e la foto dei campanari di Sambruson che nel 1912 inaugurarono il concerto di campane del campanile di S. Marco ricostruito. Notizie che confermano lo stretto legame, da sempre esistito, tra Venezia e il paese di Sambruson.
Brillante, ingegnosa e molto originale la burla.

Luigi Zampieri

 


 

Il Naviglio pag 22 cronaca

Le campane e i terribili ragazzi di Sambruson

di Virgilio Meneghelli

Un'antica cantilena recita:

'e campane de Sambruson

'e sonava tanto forte

'e butava zo 'e porte

'E porte gera de fero.

volta ea carta,., ghe xe 'n sculiero...,     .

ecc.

L'anno scorso, nell'occasione della rifusione delle storiche campane di Sambruson, la Parrocchia pub­blicò un interessante ed ora introvabile opuscolo dal titolo "Le campane di Sambruson", il cui testo fu curato da Roberto Semenzato e Nereo Causin. Molte ed assai accurate le notizie storiche riportate: la chie­sa di Sambruson risulta provvista di campane alme­no del 1400 (Archivio parrocchiale) ed il loro cele­bre concerto era un tempo ottenuto con l'interven­to di esperti campanari che azionavano manual­mente i sacri bronzi per il tramite di lunghe corde colleganti la cella campanaria al piano terra del campanile. Ciò avveniva a Sambruson "ab immemo­re" sino al 1957, anno in cui si dimise dall'incarico l'ultimo dei campanari (Giovanni Pinton) e si provvi­de ad elettrificare la messa in moto delle campane e a provvederla di una automatica programmazione. La carissima amica Livia Pittarello-Addis, con molta cortesia, tempo fa ebbe a mostrarmi una inedita fotografia del gruppo dei campa­nari di Sambruson incaricato il 25 aprile del 1912 di inaugurare il concerto di campane del risorto campanile di San Marco, ricostrui­to "com'era e dov'era", dopo il crollo di quello antico, avvenuto nel 1902.

Non tutti sanno che anche i mat­toni con cui fu edificata la nuova mole provenivano da Sambruson, precisamente dalla fornace Velluti che, localizzata in riva alla Brenta, poteva inviarli in massima econo­mia, mediante barche direttamen­te all'approdo in San Marco.

Si può dunque ben dire che nella più bella piazza del mondo c'è un pezzo di Sambruson ed ora la foto qui riprodotta ci testimonia quanto fossero noti ed apprezzati all'inizio del secolo, le campane ed i cam­panari di Sambruson.

Tra i molti ricordi legati a questo argomento c'è la burla giocata all'arciprete don Luigi Rimano da un gruppetto di giovani studenti sambrusonesi.

La burla

Quell'anno il 1° d'aprile cadeva in un giorno di festa, uno di quelli in cui alle 11 del mattino si suo­navano tutte le campane in concerto. Orbene, la sera precedente ci procurammo con uno stratagem­ma la chiave d'ingresso al campanile e, attesa un'o­ra tarda, salimmo alla cella campanaria fasciando con la gomma di vecchi copertoni d'auto il battaglio della più cospicua delle campane, quella che nel concerto entrava in azione per ultima; completam­mo l'opera legando con fil di ferro al battaglio medesimo, un enorme cartello con un pesce dise­gnato sopra e... attendemmo gli eventi. Alle 11 del giorno dopo, i campanari iniziarono, prima della messa cantata, ad azionare una dopo l'altra le cam­pane minori, ma all'entrata in concerto della più potente, si ottenne un suono fesso dal significato inequivocabile: il campanone si è rotto! Sgomento nei campanari; Don Luigi, con ancora indosso i paramenti per l'imminente messa cantata, esce di corsa dalla sacrestia, sopravvanza tutti nella salita alla cella campanaria e, aperta la botola, vede un enorme pesce d'aprile dondolargli davanti agli occhi: "Sono stati loro", urla con rabbia. Nessun dubbio, gli autori, "gli studenti" (Italo, Marcello, Piero, Toni e chi scrive) per un certo tempo evitano di frequentare la Parrocchia, ma alla fine vengono perdonati dall'indimenticabile don Luigi Rimano, arciprete di Sambruson passato poi a reggere a Dolo la parrocchia di San Rocco.


 

L'articolo originale tratto dalla cronaca de IL NAVIGLIO

 


 

Inedita fotografia del gruppo dei campa­nari di Sambruson incaricato il 25 aprile del 1912 di inaugurare il concerto di campane del risorto campanile di San Marco


articolo a cura di Luigi Zampieri


Ultimo aggiornamento (Mercoledì 21 Giugno 2017 07:05)

 

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