Storia della Latteria Sociale di Sambruson
IL PERIODO STORICO RECENTE - REALTA' ATTUALI O RECENTI |
L' articolo è ricavato in prevalenza da tre fonti di informazione.
La prima. E’ L’atto costitutivo della cooperativa stessa che pubblichiamo integralmente anche perché interessante esempio di precisione, accuratezza, puntualità e grande scrupolosità da parte dei nostri padri e nonni, anche se magari non molto colti, ma meticolosi e precisi.
La seconda. Il periodo 1932/1982 è senz’altro il più rappresentativo nella storia della Latteria Sociale di Sambruson. Ci serviamo per questo della pubblicazione curata da Andrea Zilio per la ricorrenza del 50° anniversario della fondazione di questa importante istituzione.
La terza. Un documento riassuntivo della vita della cooperativa, steso dal suo storico impiegato Carlo Masato.
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Atto costitutivo della Società Cooperativa
Latteria Sociale di Sambruson
STORIA E SVILUPPO DELLA COOPERATIVA
La foto più antica della Latteria Sociale di Sambruson
PRESENTAZIONE
Nella lieta ricorrenza del 50° anniversario della fondazione della Latteria Sociale di Sambruson, il Consiglio di Amministrazione ha creduto opportuno, con la presente pubblicazione, rievocare doverosamente gli avvenimenti e le tappe più significative della crescita di questa nostra Cooperativa che ci ha offerto tanti momenti di trepidazione, ma anche di soddisfazione. Assieme agli avvenimenti saranno ricordate le persone che in vario modo, a seconda dei compiti affidati, hanno operato perché questa crescita avvenisse nel modo più ordinato e migliore possibile.
La pubblicazione vuole essere anche uno strumento di informazione rivolto sia alle famiglie dei produttori sia alle famiglie dei concittadini del comprensorio che nel corso dell'anno hanno occasione di consumare i nostri prodotti sia alle organizzazioni di categoria sia alle autorità comunali, provinciali e regionali sia alle scolaresche che sempre più numerose vengono a visitarci a scopo didattico.
Anche in questa occasione noi ci proponiamo, come sempre, di favorire e di rappresentare l'unità dei produttori di latte del dolese, di diffondere la conoscenza ed il consumo di un alimento che, assieme ai suoi derivati, è essenziale alla vita, di operare perché al lavoratore della terra sia equamente riconosciuto il compenso per la sua fatica che non conosce ferie, festività o sospensioni. Ci auguriamo che questi obiettivi non vengano mai meno e che sempre nuovi traguardi possano essere raggiunti da questa nostra grande «famiglia» cooperativistica.
Sambruson, 10 ottobre 1982
IL PRESIDENTE (Vescovi Cav. Secondo)
IL SALUTO DELL'ASSESSORE REGIONALE ALL'AGRICOLTURA
In occasione del 50° anniversario della fondazione della Latteria Sociale di Sambruson invio al Consiglio di Amministrazione della Società Cooperativa, ai Soci produttori della Riviera del Brenta il saluto e l'augurio di sempre nuovi e significativi successi.
La Regione Veneto, che ha sempre tenuto in grande considerazione il mondo ed il problemi dell'agricoltura, non può che complimentarsi per l'efficienza e la funzionalità di una Cooperativa che si distingue per la sobrietà di conduzione e per la concretezza dei risultati.
In un momento di particolari difficoltà economiche generali è ancora il settore agricolo che da esempi di impegno produttivo e di spirito di iniziativa, che alimenta la speranza e la fiducia tra i produttori agricoli medesimi.
Cinquant'anni di vita sono tanti anche per un'azienda; per la Latteria Sociale di Sambruson, essi rappresentano il raggiungimento di un equilibrato livello di sviluppo e di garanzia economica per l'intera base sociale.
È per me motivo di soddisfazione constatare che la cooperazione, sostenuta e portata avanti con criteri moderni e con chiarezza di obiettivi, sorretta dalla concordia dei Soci, può raggiungere risultati encomiabili ovunque.
Nel dare riconoscimento alla Latteria di Sambruson dei positivi risultati conseguiti, confermo l'augurio che è implicito in questo mio saluto perché essi siano duraturi, estendendo un pari augurio che anche le altre Cooperative del Veneto raggiungano traguardi altrettanto confortanti.
Cordialmente. (Cremonese Avv. Franco)
IL SALUTO DEL SINDACO di DOLO
Quando il Vostro Presidente mi ha proposto di dare un saluto ai soci della Cooperativa sono rimasto, devo confessarlo, molto commosso.
Commosso ed inorgoglito perché, penso, non succede spesso ad un sindaco di avere l'onore di porgere i saluti ad una cooperativa cinquantenaria.
E ritengo sia un onore salutare delle persone che, anche in tempi non facili, sono riuscite a mantenere in piedi e, a quanto mi consta, anche con risultati positivi, una associazione cooperativa per un tempo così lungo.
Che cosa posso dirvi di più? Posso farvi soltanto un augurio, un augurio che il mio successore, fra cinquant’anni, abbia la mia stessa possibilità di augurarvi altri cinquant’anni di vita.
Claudio Maschera
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La Latteria Sociale di Sambruson - Società Cooperativa
a responsabilità limitata - ha 50 anni di vita.
1932/1982: UNA STORIA
La LATTERIA SOCIALE di SAMBRUSON festeggia in questi giorni il suo cinquantenario. L'avvenimento viene ri-cordato in maniera semplice e sobria, anche se con legittimo orgoglio, dagli amministratori, dai produttori associati, dai lavoratori dipendenti. Del resto è con questa mentalità semplice, concreta, contadina che dal nulla, in cinquant'anni, è stata creata una realtà che comprende attualmente 250 soci, che occupa direttamente e indiret-tamente una dozzina di persone, che raccoglie circa 16 mila ettolitri di latte all'anno, che fornisce di latte pasto-rizzato, burro, caciotta, casatella, ricotta, lo stesso territorio in cui il latte viene prodotto. I comuni interessati alla attività di raccolta e vendita dei prodotti sono: Dolo, Mira, Camponogara, Campagna Lupia, Fosso, Vigonovo, Strà, Flesso d'Artico, Pianiga.
Tutto ciò è avvenuto ed avviene in un territorio che ha visto diminuita la presenza di altre società consorelle. La Latteria Sociale di Sambruson, invece, riesce ancora ad avere una sua autonomia amministrativa che le consente di operare scelte, di programmare iniziative con tempestività permettendo a tutti i soci di consegnare il loro prodotto e di ricevere il prezzo regionale, di retribuire sindacalmente il proprio personale, di rimodernare i pro-pri impianti ed attrezzature, di allargare sempre più la propria clientela per la bontà, la qualità e la genuinità dei suoi prodotti.
Ma come si è giunti a ciò? Come abbiamo detto all'inizio, è una storia......
Mezzo secolo fà l'economia principale del nostro territorio, più di adesso, basava la sua fatica, la sua speranza e la sua fortuna sull'agricoltura. I proprietari erano pochi, i fittavoli ed i mezzadri erano molti. In conclusione, erano molte le famiglie che traevano il loro sostentamento dalla terra e dalla «stalla».
Fu in questo ambiente che alcune persone decisero di fondare una Latteria Sociale che avesse lo scopo di raccogliere, trasformare e vendere il loro latte, assieme ai prodotti ricavati. Tra i promotori ci fu il conte Alfonso Colloredo Mels. Il suo merito, a detta di molti, fu anzitutto quello di aver pensato non solo ai grandi produttori, ma di rivolgersi a tutte le aziende agricole, in particolare alle più piccole che erano le più bisognose di aiuto. L'iniziativa ebbe fortuna fin dall'inizio, perché nacque senza discriminazioni di alcun genere, perché fu popolare e perché fu diretta sempre da persone animate da buon senso, appassionate, il cui impegno mai retribuito, ha avuto però come premio quello di vedere crescere e prosperare la loro cooperativa.
Fu così che il 7/10/1932, alla presenza del notaio Arrigo Mioni di Dolo, fu stilato l'atto costitutivo della Società Cooperativa. Soci fondatori furono: Colloredo Mels co. Alfonso, Velluti cav. Gioachino, Levi Morenos cav. Carlo, Naletto Antonio, Bettini Guglielmo, Masato Federico, Fattarello Giuseppe, Cassandre Angelo, Masato Antonio, Onoralo Giovanni, Novello Cesare, Carraro Davide, Brigo Giuseppe.
Il primo Consiglio di Amministrazione della nuova Cooperativa si riunì il 15/2/1933. In quell'occasione venne eletto presidente il conte Colloredo Mels. Suoi consiglieri furono Naletto Antonio, Bettini Guglielmo, Masato Federico, Pattarello Giuseppe.
La Latteria aderì subito alla costituenda Federazione Latterie Sociali di Venezia, il futuro Consorzio. Il primo atto di quel Consiglio fu di prendere in affitto la boaria ex Borina dal cav. Gioachino Velluti per 9 anni al prezzo di L. 150 mensili. La boaria, da adattare a latteria, sorgeva nello stesso posto dove sorge ora il caseificio. Iniziano anni duri: difficoltà ad avere crediti, prestiti per ampliare, per costruire, per attrezzarsi. Viene assunto il primo casaro nel gennaio 1934, per 4 mesi, a L. 540 mensili. Come aiuto casaro viene pure assunto l'operaio Igino Disarò che sarà in seguito apprezzato contabile. Intanto i soci aumentano. Il Consiglio da 5 membri viene portato a 7 nella Assemblea del 24/6/1934. Già da allora si presentava un grave problema per la amministrazione: conservare il latte durante il periodo estivo. Si acquista un impianto frigo, ma serve poco: quando il latte arriva, dopo ore di viaggio in bidoni sul ferro della bicicletta del raccoglitore e sul carretto, è già acido. Siamo verso la fine del 1934: il Consiglio, visto che il formaggio prodotto viene scarsamente remunerato, delibera di sospendere la produzione. Ma passato il periodo di magra, tornata la necessità della lavorazione industriale, viene assunto il casaro Carli Vittorio dì Vicenza, «sempre provvisoriamente», stabilisce il Consiglio. Nel gennaio 1935 fra la Cooperativa ed i tenu-tari di tori Baldan Cesare e Adolfo, Sella Francesco e Attilio, Stefani Angelo viene siglato un contratto a vantaggio dei soci produttori.
In quello stesso periodo il presidente Colloredo si ammala gravemente. Per breve periodo regge l'amministrazione il vice-presidente Sig. Naletto Antonio. Intanto la composizione del Consiglio di amministrazione viene allargata a 9 membri.
Nella Assemblea del 3/3/1935 viene eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione che nella prima seduta elegge a presidente il Sig. Riccardo Meneghelli. Nell'aprile 1935 scompaiono due persone benemerite: il conte Alfonso Colloredo Mels, primo presidente della Cooperativa, ed il componente il collegio sindacale don Nicolò Munari lasciando largo rimpianto.
Intanto la Cooperativa incomincia ad allargare i suoi orizzonti. Nell'agosto del 1935 viene deliberato di acquistare il latte del gruppo di Boion a L 45 l'ettolitro, posto alla pesa di Campagna Lupia. Nell'ottobre viene deliberato di costruire la prima rampa di accesso alla strada provinciale (prima il latte veniva ricevuto e consegnato in strada). Nello stesso anno viene venduto il latte di Sambruson agli Ospedali di Venezia e nasce una vertenza con il proprietario per il pagamento del canone di affitto. Nel febbraio 1937 il Consorzio Produttori Latte di Venezia invita la Latteria a non lavorare il latte in proprio, ma a consegnarlo tutto. Ciò è previsto dallo Statuto consortile, ma mette in difficoltà la Cooperativa che è costretta a licenziare un operaio.
Nel marzo del 1937 i soci sono ben 423. Riuniti in apposita Assemblea aggiornano lo Statuto sociale. In quell'anno la produzione però è inferiore alle previsioni e l'Amministrazione ha difficoltà a mantenere la quota contingentata fissata per il Consorzio e per gli Ospedali Riuniti di Venezia. Ma le difficoltà non scoraggiano gli amministratori ed i soci: continua la lenta ma progressiva riorganizzazione dei servizi di raccolta, di vigilanza, di igiene e di pulizia del latte e dei prodotti, la meccanizzazione.
Nel giugno del 1938 il Consorzio Produttori Latte di Venezia (CPLV) ottiene l'esclusiva della fornitura agli Enti morali.
La conseguenza è che alla Latteria di Sambruson, all'improvviso, viene tolta la fornitura agli Ospedali Riuniti di Venezia creando notevole disagio economico ad una piccola Cooperativa che allo scopo si era attrezzata. Vengono chiesti energicamente i «danni» quantificati in L 500.
Un mese dopo però l'amministrazione dell'Ospedale Civile di Dolo chiede alla Latteria di ottenere la fornitura di 2 ettolitri di latte giornalieri. Viene così compensata la perdita della fornitura a Venezia.
Nell'agosto del 1938 scompare il vice-presidente Levi Morenos; lo sostituisce il Sig. Mattioli Dante. Difficoltà e problemi non mancano, però nella Assemblea generale del 19 marzo 1939-XVII si notano alcuni segnali abbastanza positivi che sono indice di una certa sicurezza ormai raggiunta: si parla per la prima volta di «rancio sociale» e di acquistare l'immobile preso in affitto dai Velluti.
Nel febbraio 1940 muore il segretario-contabile Bettini Guglielmo, infaticabile collaboratore del Consiglio di Amministrazione.
Intanto il Consorzio e la PLIP propongono alla Latteria di collaborare nel territorio dolese. Ma le condizioni sono troppo restrittive per la Cooperativa ed il discorso cade. Verso la fine di quell'anno il latte viene pagato ai soci a L 1 il litro.
Il 23 marzo 1941 è convocata l'Assemblea dei soci per la approvazione del Bilancio chiuso al 31/12/1940. L'atmosfera è diversa dal solito. Le relazioni e gli interventi parlano non solo di economia e di finanza, ma anche di guerra, di soldati al fronte, di rinunce, di sofferenze... Anche questa è storia vissuta!
Nell'aprile del 1941 l'amministrazione è diretta per un breve periodo dal Sig. Cesare Marchiori, in sostituzione di Meneghelli richiamato alle armi. Durante gli anni di guerra la Latteria riesce a mantenere intatto il suo prestigio e la sua funzione di punto di riferimento per i produttori del dolese. Con l'esposizione finanziaria degli stessi amministratori si cerca di pagare sempre e comunque il latte ai soci. Questo traguardo, fissato dallo Statuto, ma anche dalla precisa volontà di tutti gli amministratori che si sono avvicendati nella Cooperativa, non è mai venuto meno né allora né in seguito. L'ultimo atto della amministrazione Meneghelli si chiude con una delibera che porta il prezzo del latte a L. 2,50. Per allora era una vera conquista. È il 5/4/1944.
Per il periodo che va dal 2/5/1944 al 31/5/1947 la «Latteria» è retta dal Sig. Giuseppe Migliorini quale Commissario straordinario per nomina prefettizia, giusta comunicazione del Comune di Dolo con nota del 15/4/1944 n. 1911.
L'amministrazione della Latteria ritorna elettiva con la Assemblea Straordinaria dei Soci dell'1/6/1947. Presenti 157 soci, si elegge il nuovo Consiglio di Amministrazione che è cosi composto: Migliorini Giuseppe (sarà eletto presidente), Mattioli Dante, Cecchetto Isidoro, Castegnaro Antonio, Pattarello Giuseppe, Gottardo Sante, Levorato Mario, Dona Augusto, Vescovi Secondo. In questa Assemblea, ed è molto significativo, i soci considerano un obbligo morale non far mancare il latte, nonostante le difficoltà del momento e la scarsa remunera-zione, all'Ospedale Civile di Dolo ed alla Casa di Riposo di Dolo. Nella stessa occasione viene eletto il primo Collegio sindacale del dopoguerra composto dai Signori: Donà Giovanni, Ruvoletto Francesco, Segato Ernesto.
Nel mese di giugno 1947 il latte veniva pagato ai soci L 42,50 il litro. Tre anni prima costava L. 2,50. Il confronto serve a capire quale enorme differenza di prezzi e costi ci sia stata subito dopo la fine della guerra 1940/45. Nel 1948 riprendono le trattative con la famiglia Velluti per risolvere la annosa controversia circa la affittanza dello stabile della Latteria. I Velluti chiedono di avere libero e sgombro lo stabile (ex boaria) perché necessario alla loro campagna circostante. Il Consiglio preoccupato cerca altrove terreno per edificare una nuova latteria. Allo scopo acquista il terreno Marigonda (sarà venduto successivamente per acquistare il terreno Cazzagon). Ma per fortuna, durante le trattative, il problema si sgonfia. Ai Velluti viene corrisposto l'affitto arretrato e la Latteria acquista per L 210.000 lo stabile con un appezzamento di terreno circostante. La collaborazione della famiglia Velluti è stata senza dubbio positiva. Scorrendo gli atti della Cooperativa nell'immediato do-po-guerra appare evidente come essa abbia rappresentato per molte famiglie di agricoltori del dolese non solo un punto di riferimento per il conferimento del loro prodotto, che altrimenti non avrebbero saputo come smerciare, ma come sia stata anche «banca» popolare che faceva credito, senza interessi, in molte circostanze «per male» e «per bene». Nelle famiglie non entravano allora altre «buste» che quelle del reddito del lavoro della terra, perciò la Latteria dava spesso anticipi, concedeva crediti, dava fiducia... e speranza ai suoi associati.
Un momento di allegria e spensieratezza è sempre stato quello della cena o della gita sociale. Tradizioni che durano tuttora e che permettono incontri, discorsi sulle semine, sui raccolti, sugli allevamenti e su tanti ricordi! Molto severe sono le punizioni per chi consegna latte adulterato o scremato: pubblicazione all'albo, forti multe, denuncia all'autorità giudiziaria. Di recente di questi episodi non se ne sono verificati, anche perché è aumentata nei soci la coscienza sociale e la strumentazione tecnica a disposizione per trattare un «elemento» difficile da conservare come il latte. Nell'Assemblea Generale di primavera del 1949 vengono apportate delle modifiche allo Statuto sociale e deliberati dei lavori di restauro al vecchio edificio ormai fatiscente. Intanto si registrano dei conferimenti record. Il latte diminuisce di prezzo, c'è difficoltà di pagare i soci che vengono per un certo periodo pagati con generi in natura. Infatti alcuni Enti, tra cui l'Ospedale di Dolo, ritardano i pagamenti con grave pregiudizio per la funzionalità della Società.
Nel 1950, su richiesta dei Soci, viene istituito un centro di fecondazione artificiale bovina.
Nel mese di marzo la Cooperativa acquista un appezzamento di terreno (poi venduto per costruire il capannone della pastorizzazione).
Sorge intanto una controversia con il Consorzio Produttori Latte di Venezia in quanto esso paga ai produttori di alcuni centri di raccolta un prezzo superiore a quello della Latteria. La Latteria ha infatti notevoli spese di gestione e di ristrutturazione che altri non hanno. Ma la saggezza e la lungimiranza di allora porteranno successivamente a risultati ben diversi se non opposti: saranno i soci ed i produttori di altri paesi che chiederanno l'associazione alla Cooperativa di Sambruson che riuscirà con una certa facilita e disponibilità a garantire il prezzo regionale del latte.
Nel 1951, come addetto allo spaccio vendite, viene assunto Carlo Masato che, nel 1956, sostituirà il contabile Igino Disarò ammalatesi gravemente. La progettazione della nuova Latteria procede tra dubbi e incertezze a causa dei costi troppo elevati. Un progetto Frau di Thiene ed un progetto Sordi di Lodi vengono via via lasciati cadere nel 1953. Ciò avviene anche perché, in questo periodo, il latte non solo non subisce aumenti di prezzo, ma spesso addirittura diminuzioni. Si moltiplicano iniziative pubbliche e private per ottenere dal Prefetto e dalle autorità competenti un aumento di prezzo per i produttori. A tal proposito il presidente Migliorini viene proposto, dalle altre Cooperative, come coordinatore di tali iniziative. Intanto prende sempre più corpo la eventualità della costruzione nel dolese, da parte del CPLV, di una Centrale del latte. Tale evenienza costringerebbe l'Amministrazione della Cooperativa a rivedere molti suoi piani futuri. Siamo nel 1956 ed il latte viene pagato ai soci ad un prezzo troppo poco remunerativo rispetto ai costi di produzione: L. 39 il litro alla stalla, meno che nell'immediato dopo-guerra.
Ma nonostante le difficoltà, grazie alla tradizionale oculatezza nelle spese, nelle scelte tecniche ed alla collaborazione del personale dipendente, la Latteria riesce a navigare in una situazione economica sufficientemente tranquilla.
Nella Assemblea generale straordinaria del 31/3/1957, presente il notaio Bruno Marelli di Mira, in una sala dell'Asilo di Sambruson, viene sostanzialmente modificato lo Statuto sociale e prorogata la durata della Società fino al 1990.1 soci presenti erano 118 su 405 iscritti nel libro sociale.
In quei giorni, per interessamento dell'allora consigliere Vescovi, viene acquistato ed aperto uno «spaccio» a Dolo in via del Cantiere (spaccista Disarò Egisto). Resterà aperto per molti anni e sarà quella l'ultima «filiale» esterna alla Cooperativa che successivamente preferirà potenziare soltanto la sede centrale.
Dopo un periodo di ordinaria amministrazione, in seguito anche alle mutate esigenze e al migliorato livello di vita generale, la Latteria si trova di fronte ad un ulteriore, obbligato salto di qualità. Siamo nel 1958, i cibi si vendono di preferenza confezionati. Anche il latte è venduto pastorizzato ed in bottiglia, perché più igienico, perché più comodo, perché più conveniente. Il Consiglio di Amministrazione pensa di costruire un impianto di pastorizzazio-ne. Però tutto è contro di lei: mancanza di finanziamenti, mancanza di spazi adeguati, mancanza di autorizzazione del Consorzio al quale è associata. Il CPLV già vende latte pastorizzato. La Latteria potrebbe diventare sua concorrente. Dopo un lungo braccio di ferro e di ostilità, sembra venga tacitamente tollerato che la Latteria di Sambruson costruisca un suo centrino di pa-storizzazione ed imbottigliamento del latte. Pur contrastata è stata questa una scelta felice e tempestiva che permetterà, successivamente, alla Cooperativa di evitare il destino di altre consorelle. L'obiettivo dell'amministrazione Migliorini avrà però bisogno di alcuni anni per concretizzarsi.
In aprile del 1961, l'ultimo dei fondatori della Latteria ancora sulla breccia, Giuseppe Pattarello, il popolare Bepi «Saramejo», lascia l'incarico di consigliere perché trasferitesi in Sardegna. L'Assemblea chiama a sostituirlo come consigliere il socio Abramo Zilio, mentre nella carica di vice-presidente sarà sostituito da Secondo Vescovi.
Ormai uno degli obiettivi fissi dell'Amministrazione resta quello di costruirsi un proprio impianto di pastorizzazio-ne ed imbottigliamento del latte. Vengono stabiliti contatti con vari tecnici, con esperti per la ricerca anche del finanziamento necessario, viene inviato il dipendente Polo Bruno alla Scuola casearia di Thiene (Vicenza) perché si specializzi nel settore della pastorizzazione del latte e nella conduzione del futuro «Centro». Tutto ciò serve al Consiglio per avere una esatta dimensione del problema e per valutare a fondo vantaggi e difficoltà. Con i fondi accantonati dalla Cooperativa verrà costruito il nuovo capannone che ospiterà gli impianti di pastorizzazione, mentre con il contributo del «Piano Verde» verranno acquistati i macchinari. Il progetto di realizzazione, tecnico e finanziario, viene affidato al geom. Petracca di Thiene. Il Consiglio spera fermamente di ottenere il contributo statale, però la determinazione di condurre a termine l'opera è tale che viene deciso di procedere anche se non verrà concesso tale contributo. In data 30/6/1962 l'Ispettorato Compartimentale della Agricoltura di Venezia concede l'autorizzazione per l'inizio delle opere murarie. Immediatamente viene preso contatto con la ditta Frau di Thiene, specializzata nel settore lattiero-caseario, per quanto concerne l'acquisto dei macchinari. Alla fine di dicembre 1962 vengono messe in vendita le prime bottiglie di latte pastorizzato di produzione propria.
Nasce subito il problema del collocamento del prodotto in un territorio già servito da altre società. Inizia la ricerca difficile della clientela da parte di tutti, in particolare da parte di Castone Disarò, autista addetto alla distribuzione ed alle vendite esterne; Bovo Angelo invece è addetto al ricevimento ed allo spaccio interno. Lentamente, con pazienza e diplomazia, la Latteria cerca di crearsi una sua clientela imponendosi per la bontà del prodotto, per la celerità e la comodità del servizio. Nascono subito invidie, difficoltà a non finire, prima fra tutte la richiesta del CPLV di cessare immediatamente l'attività e di consegnare tutto il prodotto, secondo le norme statutarie. Tale atteggiamento coglie di sorpresa tutto il Consiglio che ha costruito l'impianto alla luce del sole e con l'intervento dello Stato (45% del costo delle attrezzature). La Latteria si trova isolata a difendere la propria conquista, ma si fa forte del fatto che tutte le cooperative del dolese trattengono parte del latte per loro esigenze particolari e del fatto che la sua iniziativa non danneggia affatto la zona di influenza del Consorzio, anzi la allarga. Nonostante il momento difficile l'Amministrazione Migliorini mette in cantiere altre iniziative che hanno il duplice intendimento di completare il lavoro finora svolto e di avere eventualmente uno sbocco alternativo per la vendita del prodotto. Viene deciso di programmare la costruzione di una sala di lavorazione del latte ad uso industriale (formaggi molli e burro), una cella frigorifera, un magazzino per lo stoccaggio dei formaggi, un magazzino per cruscami, un'abitazione per il custode. Intanto il confronto tra la Latteria ed il Consorzio si fa duro. Alla Cooperativa viene imposto o di cessare la nuova attività o di essere espulsa dal Consorzio. Ambedue le scelte sono pericolose. Si intensificano i contatti, le spiegazioni, gli interventi di autorità, petizioni. Per la verità anche il CPLV ha una valida motivazione a suo favore: lo Statuto. D'altra parte la Latteria non ha costruito il centrino di pastorizzazione dalla sera alla mattina, ha ottenuto tutte le approvazioni, le autorizzazioni, i collaudi sanitari e tecnici previsti, senza parlare dei contributi dello Stato. Lo stesso CPLV in fase progettuale e di costruzione aveva posto solo dei veti formali.
In questo momento delicato si nota la compattezza tra amministrazione e soci che nelle varie Assemblee difendono la loro iniziativa con dignità e fermezza. Tuttavia i dirigenti della Cooperativa si preparano al peggio e prendono contatti con le Centrali del latte di Chioggia, di Comacchio, di Ballò, di Vigenza, di Camisano Vicentino per la eventuale consegna del latte rifiutato dal CPLV.
Intanto il Consorzio non recede dalle sue decisioni e diffida la Latteria di Sambruson a cessare entro la fine di giugno 1963 la vendita del proprio latte pastorizzato; in ogni caso alla Cooperativa viene trattenuto il conguaglio di fine anno!
Siamo ad un bivio: o la resa alle richieste o prosecuzione, rischiosa, sulla via intrapresa. In una drammatica Assemblea, il 22/6/63, il presidente Migliorini fa la storia del «Centrino di pastorizzazione» e chiede ai soci consiglio sul da farsi. I pareri sono diversi, ma alla fine prevale la linea della trattativa paziente.
La nuova Amministrazione del Consorzio propone intanto di assorbire completamente il «Centrino». La Cooperativa rifiuta. Il dialogo continua, ma in condizioni di inferiorità. Anche il Consorzio non vuole rompere con la Latteria di Sambruson, però gli crea ostacoli a non finire: l'acconto per latte conferito in luglio non le viene corrisposto. Si è costretti a ricorrere alle Banche per pagare il latte ai soci: garantiscono in proprio Migliorini, Vescovi, Semenzato.
A parziale conforto per gli amministratori, nello stesso periodo avviene una verifica dell'Ufficio Regionale del Lavoro il quale ha parole di apprezzamento per il lavoro svolto.
Per l'interessamento dell'on. Costante Degan il Consorzio versa alla Latteria parte dei soldi «illegittimamente» trattenuti, ma le impone addirittura lo smantellamento degli impianti e la costruzione al suo posto di un Centro mandamentale di raccolta e raffreddamento del latte. La proposta è troppo clamorosa e provocatoria. Interviene l'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Venezia che convoca le parti per cercare una composizione all'annosa vertenza. Intanto la Latteria, per evitare di inasprire i rapporti con il Consorzio, rifiuta richieste vantaggiose di vendita a vari clienti che si trovano fuori di Dolo e Mira Taglio.
A favore della Latteria di Sambruson interviene anche il Sindaco di Dolo cav. Riccardo Meneghelli che già fu presidente della Cooperativa il quale guida una delegazione di consiglieri in Prefettura. Ma il Consorzio, contando anche su una certa ostilità di altre Cooperative nei confronti di Sambruson, respinge ogni bozza di convenzione ed esige di assorbire il complesso industriale. Ma finalmente il 7/10/1964, in una riunione presso il Consorzio, la delegazione della Latteria (Vescovi Secondo, Cerato Natale, Zilio Abramo, Semenzato Simeone, Murare Oreste, Marette Antonio) con la coordinazione del segretario della Cooperativa Carlo Masato, riesce per la prima volta a trovare uno spiraglio di luce nella controversa vicenda. Viene ventilata l'ipotesi di dare in affitto il «Centrino» al Consorzio per 5 anni rinnovabili. Il Consorzio si dichiara favorevole. In tale maniera viene riconosciuto il diritto della Latteria,al termine del periodo contrattuale, di esistere in maniera autonoma. Sembra la fine di un incubo. Ci sono ancora altre difficoltà da superare, ma la via di soluzione è ormai trovata. Tale soluzione è approvata dalla Assemblea dei soci il 27/12/64. L'1/5/1965 il CPLV inizia la sua conduzione in affitto del «Centrino» di pastorizzazione, con gli stessi lavoratori assunti dalla Latteria. Subito la Cooperativa riscuote gli arretrati ed i rapporti con il Consorzio migliorano immediatamente con reciproco vantaggio. La Latteria continua per suo conto a raccogliere il latte, a produrre formaggi, a vendere prodotti dello spaccio di Sambruson (lo spaccio di Dolo è stato chiuso il 31 /12/64 per ragioni di economicità e fiscali). Ora gli amministratori possono contare sulla riscossione di un congrue affitto, ma, quel che più conta, sull'avvenuto riconoscimento dell'esistenza e dell'importanza della Latteria di Sambruson che ha visto accolto il suo buon diritto a gestire il nuovo impianto, a fine affittanza. Anche in questo caso la prudenza e la pazienza sono state premiate.
Alla fine del 1965 il latte ai soci viene pagato L 58 alla stalla e L. 60 alla Latteria.
Successivamente ci sarà un periodo di assestamento e di conduzione abbastanza tranquilla diretta dal presidente Migliorini con la consueta fermezza fino alla sua morte avvenuta il 16/7/1968.
Giuseppe Migliorini ha guidato, in maniera encomiabile, l'Amministrazione della Latteria Sociale di Sambruson per ben 24 anni. A succedergli, con voto unanime del Consiglio, viene chiamato Vescovi Secondo nella seduta del 27/7/1968. Alla Vice-presidenza viene chiamato il consigliere Sorella Gino.
In questo periodo si normalizzano ancor di più i rapporti con il CPLV che gestisce bene l'impianto di pastorizzazione, ampliando la clientela, curando la manutenzione, potenziando i macchinari. Nel 1970, alla prima scadenza di contratto di affitto si procede, di comune accordo, al rinnovo con un congrue aumento di canone. Nello stesso anno incomincia a concretizzarsi il progetto di ristrutturazione del vecchio fabbricato della latteria con potenziamento dei due settori di impiego del latte: alimentare ed industriale. Allo scopo viene interessato ancora il geometra Petracca di Thiene sia per la parte progettuale che quella finanziaria. Poiché è possibile ottenere un mutuo trentennale con il 2° Piano Verde e poiché la durata della Cooperativa scade con il 1990, si rende necessario prorogare la scadenza almeno fino all'anno 2010. Nella Assemblea Generale del 18/4/71, con la presenza del notaio Alberto Tessiore di Mira, viene modificato lo Statuto Sociale con alcuni aggiornamenti che tengono conto delle mutate realtà; tra l'altro il valore uninominale delle azioni viene portato da L. 500 a L. 2.000.
Mentre procedono i preparativi per la ristrutturazione generale del vecchio stabile della latteria, con la approvazione, scritta questa volta, del CPLV, maturano nuovi eventi. Il confinante dr. Luigi Velluti agevola la Cooperativa con una permuta di immobili che permette alla latteria di avere degli spazi indispensabili a Nord. Il Consorzio Latte di Venezia propone alla Latteria di ritornarle il suo «Centrino» di pastorizzazione perché lo gestisca direttamente! Il passaggio, con la riassunzione del vecchio personale (Masato Carlo, Disaró Castone, Polo Bruno, Bovo Angelo, Masaro Mario) avviene l’1/5/1972. La Latteria si trova cosi a gestire un impianto collaudato ed efficiente, con del personale ormai specializzato ed una clientela consolidata, perdi più con la assistenza e la approvazione del CPLV, con il quale si svilupperanno ottimi rapporti.
Nella seduta di Consiglio del 18/5/72 il presidente Vescovi può fare una relazione ampiamente positiva e soddisfacente sull'andamento generale della Società Cooperativa.
Da segnalare in questi anni la preziosa collaborazione del Collegio sindacale composto dai Signori: Ruvoletto Francesco presidente, Segato Ernesto, Danieli Pietro. Inizia cosi un nuovo periodo di rilancio e di aggiornamento con l'acquisto di nuove macchine contabili e con l'acquisto di una confezionatrice con vuoti a perdere, vista la difficoltà di reperire sul mercato contenitori di vetro.
Anno 1973. È l'anno della costruzione del nuovo caseificio, dell'appartamento del custode-casaro, della sala per le riunioni di Consiglio e per le Assemblee Generali dei Soci. Si preparano le premesse per raggiungere l'obiettivo di lavorare e vendere tutto il latte dei propri Soci, senza dipendere da nessuno. Esso infatti verrà tutto o pastorizzato ad uso alimentare o trasformato in formaggi molli e burro. In questo modo si è garantito il pagamento del prodotto ai Soci e si sono creati nuovi posti di lavoro per i giovani. Vengono assunti, in successione, Cerato Mirco, Dal Col Paolo e Malaman Renzo. Siamo arrivati al 1975. Il latte viene pagato L 135 alla stalla. Dopo anni di stabilità si nota per la prima volta un considerevole aumento del compenso. Intanto sul mercato vengono immesse con sempre crescente quantità confezioni di latte parzialmente scremato a lunga conservazione. Questo prodotto è meno nutriente, ma più comodo per le massaie. Diminuisce in parte il consumo del latte intero, ma la richiesta dei clienti di latte a lunga conservazione viene soddisfatta tramite la collaborazione con il CPLV che, tra l'altro, fa ormai riferimento fisso alla Latteria di Sambruson per il comprensorio dolese.
Anno 1976. La Regione Veneto emana la Legge 306. Per la prima volta al contadino vengono pagati i suoi prodotti in base ai costi di produzione. Ogni sei mesi la Regione fisserà il prezzo del latte da pagare ai produttori. All'inizio lo sforzo è notevole. La Latteria di Sambruson è una delle pochissime che, all'uscita della Legge, riusciranno a pagare il prezzo regionale. Come conseguenza vari produttori di zone periferiche chiederanno di associarsi per beneficiare di tale vantaggio, ma le loro richieste non potranno essere accolte per non turbare il raggiunto equilibrio «quantità raccolta" - «quantità venduta». In questo periodo viene assunto il casaro Vincenzo Spadaro che darà un notevole apporto alla produzione ed al rilancio delle vendite.
Egualmente encomiabile l'attaccamento alla Cooperativa di tutti i dipendenti e dei collaboratori esterni che, senza guardare troppo agli orari di lavoro, assecondano l'Amministrazione nello sforzo di consolidamento e nell'obbiettivo di pagare il prezzo regionale ai soci produttori. E' in questo periodo che viene assunta la commessa Sella Rosella Maria.
Ma risolto un problema subito un altro se ne presenta. Il territorio di raccolta è vastissimo, il latte raccolto sui camion viaggia per ore prima di giungere in caseificio per essere lavorato. In estate, in certa percentuale, vi giunge acido e la resa è scarsa. Inoltre il problema della mungitura ad orari disagevoli distoglie dai lavori dei campi l'agricoltore che preferisce non tenere le vaccine per non essere interrotto o per non essere costretto a vedersi rifiutare la raccolta del latte per aver saltato una consegna. Si presenta il problema della refrigerazione alla stalla. La prima volta che se ne parla approfonditamente è nella Assemblea dei Soci del 6/11/1976. E l'accoglienza della proposta di attrezzarsi con contenitori frigo è piuttosto fredda. Passerà diverso tempo, ma grazie alla tenacia e alla insistenza di coloro che erano fermamente convinti della efficacia dell'iniziativa, nonché ai contributi regionali e del FEOGA, nel giro di qualche anno quasi tutti i produttori si procureranno la vasca di refrigerazione alla stalla. Ciò permette ora una mungitura ad orari che tengono conto delle esigenze e delle necessità del produttore, una raccolta a giorni alterni con minori costi per il trasporto da parte dei due raccoglitori, Polo Roberto e Bassan Mario, che nel frattempo si sono attrezzati con camioncini muniti di appositi contenitori. Parimenti anche la Cooperativa, con notevole sforzo finanziario, ha adeguato i propri mezzi di trasporto alle esigenze ed agli obblighi legislativi vigenti e di mercato. Migliorato e perfezionato è pure il servizio contabile con l'acquisto, alla fine del 1981, di un mini-elaboratore Olivetti.
In attenta considerazione viene tenuto anche il problema dell'aggiornamento del personale e delle tecniche di produzione. È in questa ottica che sono stati assunti di recente dipendenti che hanno frequentato la scuola casearia di Thiene (Canova Alberto, Masato Marcello, Rampado Davide-perito chimico), che sono state tenute conferenze da personale specializzato a beneficio dei produttori sui problemi della mastite bovina, dell'alimentazione bovina, dell'igiene, della refrigerazione del latte. Come sempre, anche attualmente, problemi e difficoltà non mancano, a causa anche della difficile situazione economica nazionale, ma non mancano pure il coraggio, la volontà e la determinazione ad andare avanti. Nell'agosto 1982 il latte viene pagato ai Soci a L 472,50 il litro (compreso compenso per refrigerazione ed IVA). Ora è in progetto il pagamento del latte a qualità. La qualità deve essere premiata. La fatica e l'iniziativa personale vanno incoraggiate perché si riflettono poi in modo benefico su tutta la collettività. Il mondo agricolo, ancora una volta, da l'esempio: di fronte alla diffusa consuetudi-ne del compenso incontrollato, incondizionato e garantito uguale per tutti esso propone che il compenso sia invece in proporzione alla qualità del prodotto. È questo un incentivo a migliorare, a ricercare, a progredire che andrebbe seguito in altri settori della vita nazionale.
Si nota attualmente una diminuzione di famiglie di agricoltori, ma quelle che restano si potenziano, si specializzano. Infatti la quantità di latte raccolto in questi ultimi anni è rimasta pressoché inalterata.
Molte persone hanno messo mano a questa bella «costruzione» che è la Latteria Sociale di Sambruson. Molti sono stati citati, altri hanno lavorato e collaborato in maniera discreta, ma non meno meritoria e determinante di altri. Tutti meritano comunque di essere ringraziati. Il tempo passa, i problemi passano, e cosi pure gli uomini. Ma la vita continua.
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IL LATTE: che cos'è?
Il latte è il liquido prodotto dalla mungitura della mammella di una bovina.
Se è di origine diversa deve essere accompagnato dal nome dell'animale da cui proviene.
Un litro di latte pesa circa Kg. 1,033. è composto per l'86% di acqua, per il 4% di proteine, per il 4% circa di grassi, per oltre il 4,5% di zuccheri e per il rimanente da piccole sostanze varie.
Il latte è un alimento completo, indispensabile soprattutto per i neonati, per i bambini ed i giovani nelle fasi di crescita e sviluppo; ha rilevanti qualità nutritive per gli adulti, è facilmente digeribile per gli anziani.
È un alimento necessario e valido per tutte le età. è ricco di vitamine, componenti essenziali alla vita. La mancanza di vitamine infatti provoca vari disturbi e malattie.
Per le sue caratteristiche igieniche, nutritive e caloriche il latte pastorizzato è da preferire di gran lunga al latte crudo o a quello parzialmente scremato a lunga conservazione o ad altri tipi di latte.
IL LATTE PASTORIZZATO: come e perché?
Il latte raccolto presso le aziende dei soci viene scaricato dai camion dei raccoglitori sulla banchina della Latteria, pulito con un filtro a rete e pesato.
Subisce subito dopo un trattamento di preriscaldamento, a 40° C, che lo mette in condizione ideale di lavorazione.
Successivamente viene spinto nella «centrifuga» che ha lo scopo di pulirlo dai corpuscoli più piccoli e di omogeneizzarlo, rendendolo più digeribile.
Il latte è ora pronto per la pastorlzzazione (*). Viene fatto scorrere in piastre che lo riscaldano fino ad una temperatura di 80° C. Immediatamente dopo, nello spazio di 2-3 secondi, passa in altre piastre fredde che fanno precipitare la temperatura a 4° C. Quasi tutta la flora del latte viene «choccata», paralizzata. Da questo momento è opportuno che il latte sia mantenuto costantemente in ambienti freddi, camion-frigo, cella-frigo, frigorifero, alla temperatura di 4° C. In queste condizioni può durare per tre giorni. Se tenuto a temperatura superiore cessa lo «choc» da pastorizzazione, i batteri sporigeni assieme ai rimanenti batteri riprendono a metabolizzare e a riprodursi ed il latte va «a male». Si raccomanda alle massaie di tenere il latte pastorizzato fuori dal frigo il meno possibile. Sia il latte appena munto sia quello pastorizzato non vanno mai bolliti, contrariamente a certa tradizione, perché altrimenti si ottiene un latte «morto» con scarse proprietà nutritive.
Il latte pastorizzato viene quindi spinto in appositi contenitori in acciaio inox da dove viene poi aspirato per essere messo in contenitori di vetro o di cartone, pronto per il consumo.
* Il termine pastorizzazione deriva dal nome dello scienziato francese Luigi Pasteur, eminente chimico e batteriologo.
CASATELLA e CACIOTTA: come le produciamo.
Nella lavorazione del latte per la produzione dei formaggi ci sono delle norme e delle regole fisse ormai consolidate. Però ogni casaro, grazie all'esperienza, vi applica delle piccole varianti che gli permettono di ottenere a volte prodotti del tutto particolari con rese e sapori ottimali rispetto al trattamento classico.
Per ottenere la CASATELLA è necessario avere a disposizione del latte filtrato, pulito, pastorizzato a 70° C (a temperatura inferiore del latte ad uso alimentare per non compromettere le sue successive capacità di fermentazione) e immediatamente raffreddato a 6° C. Il latte cosi trattato viene immesso in caldaie di acciaio inox a doppio fondo. Nell'intercapedine scorre del vapore che porta la temperatura del latte a 38° C. A questo punto si aggiungono dei fermenti lattici (opportunamente dosati, per accelerare la acidificazione del latte) e del caglio. Si lascia quindi riposare per mezz'ora, fino a che non si forma una massa gelatinosa e solida: la cagliata.
La cagliata viene rotta con un apposito strumento (lira) in tanti parallelepipedi per permettere la separazione tra siero e massa caseosa. Succedono altri trenta minuti di pausa per agevolare la separazione del siero.
La parte solida viene messa in stampi, passata in vasca con acqua salata (salamoia), stagionata in cella frigorifera a 5-6° C di temperatura. La casatella così ottenuta può essere consumata dopo 4-5 giorni.
Il siero viene usato per produrre la RICOTTA o, scremato, per produrre BURRO.
Per ottenere la CACIOTTA si procede nel seguente modo:
- dopo la prima mezz'ora di pausa si procede al ribaltamento della massa caseosa e ad una ricottura fino al raggiungimento dei 40° C.
- Si segue quindi lo stesso procedimento di distribuzione in stampi usato per la casatella, salatura in salamoia e stagionatura di 7-8 giorni prima della consumazione.
IL BURRO: noi lo facciamo cosi.
Usiamo sia panna di latte centrifugato che panna di siero, la pastorizziamo a 75° C per mezz'ora, la raffreddiamo a 10° C.
Successivamente la immettiamo in una zangola che gira meccanicamente, secondo un moto prestabilito, fino a che avviene la separazione tra il latticino ed il grasso (burro).
Il burro viene lavato con acqua fredda, composto in pani di varia pesatura, determinata meccanicamente, incartato e venduto.
La lavorazione è semplice. Determinante è la qualità della materia prima usata: latte e panna.
LA RICOTTA: povera, ma bella.
Il siero ottenuto dalla lavorazione del latte viene riscaldato a 85° C. Le proteine precipitano. Continuando il riscaldamento esse vengono a galla: è la ricotta.
La ricotta raccolta in stampi può essere consumata dopo due ore.
Le sue proteine sono dotate di alto valore nutritivo. Essa viene consigliata, per le sue virtù terapeutiche, per la salute e la bellezza della pelle.
CURIOSITÀ
IL CAGLIO. E' una sostanza estratta dall'abomaso, uno dei quattro stomaci dei vitelli.
Come sono state scoperte le sue qualità coagulanti? Non lo sappiamo con certezza, ma, molto probabilmente, qualche ignaro pastore che trasportava dai monti il latte in otri formati da stornaci di animali avrà avuto la sopresa di trovare, a valle, una splendida cagliata, ossia del formaggio quasi pronto. Naturalmente si sarà chiesto il perché......
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Testimonianza di Carlo Masato, impiegato storico della
LATTERIA SOCIALE DI SAMBRUSON
Ho cominciato a lavorare in latteria all'età di 16 anni. Prima come addetto allo spaccio vendite, successivamente, dal 1956 al 1986, come segretario contabile.
La latteria è stata la mia seconda casa per 37 anni. Delle sue vicende sono stato osservatore attento e protagonista, quando ci sono state scelte importanti e determinanti per la sua esistenza.
Le sorti della Latteria sociale di Sambruson hanno rappresentato il più importante impegno lavorativo, sociale, morale della mia vita di fronte al nostro piccolo mondo agricolo, sapendo quale grande risorsa essa rappresentava per numerose famiglie. Se penso alle paure giovanili delle prime responsabilità, alle emozioni e alle gioie per le belle conquiste e migliorie raggiunte mi emoziono ancora. Dal mio privilegiato osservatorio posso trarre notizie certe che volentieri presento al professor Mario Poppi incaricato di scrivere la storia di Sambruson. Posso pure dire di avere conosciuto bravi, onesti e saggi amministratori, tanti bravi compagni di lavoro, con loro l'amicizia e la solidarietà non si sono esaurite,anzi durano tuttora.
La Latteria sociale inizia la sua storia nel 1932 per l'intuizione e il coraggio di questi agricoltori locali: Colloredo Mels co. Alfonso, Velluti Gioacchino, Levi Morenos Carlo, Naletto Antonio, Bettini Guglielmo, Masato Federico, Pattarello Giuseppe, Cassandre Angelo, Masato Antonio, Onorato Giovanni, Novello Cesare, Carraro Davide, Brigo Giuseppe. Le loro famiglie, i loro discendenti, in grandissima maggioranza, vivono ancora a Sambruson. Il conte Colloredo Mels, nativo di Udine, fu il primo presidente (1933-1935). I successivi furono: Meneghelli Riccardo (1935-1944), Migliorini Giuseppe (1944-1968), Vescovi Secondo (1968-1987), Cassandro Giovanni ( 1987-1989).
I primi locali della latteria furono una ex-boaria concessa in affitto dalla famiglia Velluti. Nel 1937 i soci sono 423. Nel 1938 inizia la fornitura di latte all'Ospedale Civile di Dolo. Alla fine dell'anno 1940 il latte viene pagato ai soci Lire 1 il litro. Nel 1941 La latteria viene retta per un breve periodo da Cesare Marchiori, subentrato al presidente Meneghelli Riccardo richiamato alle armi. Nel mese di giugno 1947 il latte viene pagato ai soci Lire 42,50 il litro. Negli ultimi mesi di guerra era pagato Lire 2,50 il litro!
Nel 1948 la famiglia Velluti chiede siano lasciati liberi i locali necessari alla loro campagna circostante. Però dopo lunghe trattative i Velluti vendono la boaria. L'anno dopo iniziano i lavori di restauro e ristrutturazione dell'edificio storico della cooperativa.
Nel 1950, su richiesta dei soci, viene istituito un centro di fecondazione artificiale bovina accanto alla latteria.
Seguono anni difficili per la cooperativa e per i soci, che ricevono solo Lire 39 al litro, alla stalla, meno che nell'immediato dopo guerra. Cala la produzione e la cooperativa si trova in difficoltà. Per giunta, il Consorzio Produttori latte della provincia di Venezia ventila l'ipotesi della costruzione di una sua centrale di raccolta nel dolese. La ragione è statutaria. Come la latteria pretende che tutti i soci consegnino il latte alla Latteria, così il Consorzio delle cooperative pretende altrettanto. Il discorso non fa una grinza, però la Latteria riesce a difendere la propria autonomia e a pagare qualcosa di più ai propri soci, senza rompere i rapporti con CPLV. Nel 1957 i soci sono 405. Siamo nel 1958, i cibi si vendono di preferenza confezionati. Anche il latte è venduto pastorizzato e in bottiglia.
L'amministrazione Migliorini si trova di fronte a un bivio: o consegnare tutto il proprio latte al Consorzio per vederselo ritornare imbottigliato o costruirsi un impianto di pastorizzazione e imbottigliamento in proprio sfidando ancora il CPLV. La diplomazia vince ancora. Latteria avrà il suo impianto di pastorizzazione.
La collaborazione con il Consorzio, dopo un chiarissimo braccio di ferro, continuerà, addirittura con reciproca compensazione nei momenti di troppo latte o troppo poco. A fine dicembre 1962 la Latteria mette in vendita le sue prime bottiglie di latte pastorizzato, riuscendo a spuntare per i propri soci prezzi superiori a quelli delle cooperative limitrofe. Purtroppo alcune cooperative insorgono e costringono nuovamente il Consorzio a minacciare la Latteria affinché consegni tutto il latte raccolto. Gelosie e invidie si fanno forti. Il Consorzio ha a suo favore lo Statuto che prevede esattamente questo. La Latteria è minacciata di espulsione. Poiché la Latteria ha bisogno di consegnare a qualcuno il latte in esubero dopo la pastorizzazione, gli amministratori si rendono conto che il momento si fa drammatico. C'è il rischio che i produttori continuino a consegnare latte e che la Latteria non sappia a chi darlo. I soci tutti sono solidali con l'amministrazione. «Dignità e fermezza.» Si legge nella pubblicazione "1932-1982 Storia e sviluppo della Cooperativa" uscita nel cinquantenario. Presidente e consiglieri non si perdono d'animo, prendono contatto con le centrali del latte di Chioggia, Cornacchie, Vigenza, Camisano Vicentino per verificare la loro possibilità di accogliere il latte in esubero di Sambruson.
Il Consorzio non paga alla Latteria il latte ricevuto. Presso le banche si fanno avanti come garanti: Migliorini Giuseppe, Vescovi Secondo, Semenzaio Simeone. Per interessamento dell'on. Costante Degan e del sindaco Riccardo Meneghelli, già presidente, il Consorzio paga gli arretrati. Ma insieme arriva l'ordine perentorio: smantellare gli impianti! Il momento è drammatico. Finalmente il 7.10.64, in una riunione presso il Consorzio, la delegazione della Latteria: Vescovi Secondo, Cerato Natale, Zilio Abramo, Semenzaio Simeone, Murare Oreste, Marette Antonio, Masato Carlo riesce a trovare per la prima volta uno spiraglio di luce nella controversa vicenda. Viene ventilata l'ipotesi di dare in affitto il Centrino di pastorizzazione di Sambruson al Consorzio per 5 anni rinnovabili, il Consorzio accetta, la Latteria salva la sua autonomia.
Nel 1968, dopo 24 anni di presidenza, muore Giuseppe Migliorini. Gli subentra Secondo Vescovi.
Placatisi gli animi, soprattutto delle cooperative limitrofe, nel 1972, sarà il Consorzio stesso a proporre tranquillamente alla Latteria di riprendersi il suo Centrino di pastorizzazione. La prudenza e la pazienza hanno pagato ancora una volta.
Anno 1973. Si costruisce il nuovo caseificio. Si preparano le premesse per raggiungere l'obiettivo di lavorare e vendere tutto il latte dei propri soci, senza dipendere da nessuno. Risolto un problema, eccone un altro! Il latte resta in casa esposto alle temperature estive, viaggia a lungo sui camion, si surriscalda creando problemi alla sua lavorazione. Bisogna che ogni socio si doti di una vasca di refrigerazione per conservare il latte prima di consegnarlo alla cooperativa: I soci all'inizio restano loro, molto freddi! Poi, grazie a contributi regionali e del FEOGA, tutti si dotano di una vasca frigo, come pure i veicoli di raccolta. .Nell'agosto 1982 il latte viene pagato ai soci Lire 472,50 il litro, compreso il compenso per la refrigerazione e Iva. Nel mese di ottobre 1982 si festeggiano alla grande i 50 anni della cooperativa. Poi nel volgere di pochi anni, cambiano velocemente mestieri, abitudini, interessi. I figli dei contadini lasciano la terra, lasciano il paese, lavorano in fabbrica, studiano, si diplomano, si laureano. Nessuno vuole più mungere. Bisogna prendere atto con lucidità della nuova situazione. Con pazienza e lungimiranza, ancora una volta, viene cercata una idonea soluzione ossia un alleato forte in grado di garantire la raccolta e il pagamento del latte ai pochi soci rimasti. In data 26.01.1988, presente il notaio Tessitore di Mira, viene stilato l'atto di fusione della Cooperativa Produttori Latte srl di Camponogara. Tale cooperativa viene incorporata dalla Latteria sociale di Sambruson. Le motivazioni sono da ricercarsi in quanto segue:
- La Latteria di Sambruson aveva bisogno di maggiore quantità di latte da lavorare e distribuire in considerazione dei suoi impianti;
- La cooperativa di Camponogara, per tutelare i propri soci, ai quali non riusciva a pagare quanto Sambruson, ha preferito la fusione con la nostra Latteria.
L'ultimo Consiglio di amministrazione della Latteria sociale di Sambruson è composto da: Cassandro Giovanni, presidente, Baldan Stefano, Cassandro Giannatonio, Piccolo Luigi, Callegaro Cesare, Ruvoletto Gelindo, Onorato Sante, Canova Gino, Sella Giulio.
Ultimo Collegio sindacale: Danieli Pietro presidente, Fossen Pietro, Segato Ernesto.
Il Consiglio di amministrazione, forte del mandato ricevuto in tal senso dall'assemblea generale dei soci, il 20 marzo 1988, delibera di operare per favorire l'aggregazione della latteria sociale ad altra Cooperativa di maggiore dimensione. Questo obiettivo viene raggiunto. Dopo serene e costruttive trattative avviene la fusione con Lattebusche, importante realtà lattiero-casearia del bellunese. L'atto notarile di fusione, stilato alla presenza del notaio Noto di Chioggia, avviene il 21.12.89 con voto unanime di approvazione di 72 soci della Latteria sociale di Sambruson.
Tale scelta prevede, tra l'altro che:
- venga garantita una giusta remunerazione del latte consegnato dai produttori di Sambruson;
- venga salvaguardato il posto di lavoro a tutti i dipendenti in servizio;
- venga garantita la presenza di un rappresentante della Latteria nell'Amministrazione della società Lattebusche.
Tutto ciò avviene puntualmente.
Negli stessi giorni del 1989 cade il muro di Berlino, cadono le barriere doganali, c'è la libera circolazione di uomini e di merci.
I mercati e le imprese non sono più locali, ma nazionali e internazionali.
Si parla sempre più di globalizzazione.
Successivamente l'edificio dell'ex-latteria è ceduto a privati.
Masato Carlo
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Amministratori succedutesi negli anni in ordine di elezione
PRESIDENTI
Colloredo Mels co. Alfonso (dal 15/2/1933 al 5/3/1935)
Meneghelli Comm. Riccardo (dal 6/3/1935 all'1/5/1944)
Migliorini Giuseppe (dal 2/5/1944 al 16/7/1968)
Vescovi Cav. Secondo (dal 27/7/1968 - )
CONSIGLIERI
Naletto Antonio Bettini Guglielmo Pattarello Giuseppe
Masato Federico Alberimi Innocente Carraro Davide
Colloredo Mels co. Albano Novello Cesare Cecchetto Isidoro
Levi Morenos cav. uff. Carlo Matti oli Dante Parolini Armando
Marchiori Cesare Donà Augusto Rossi Ottaviano
Baldan Luigi Levorato Angelo Baldan Vittorio
Baldan Cesare Disarò Odino Alberimi Francesco
Zotti Antonio Terrin Vittorio Castegnaro Antonio
Goliardo Sante Levorato Mario Vescovi Secondo
CarraroGiovanni Bettini Guerrino Monetti Giocondo
Baldan Severino Ceralo Natale Semenzato Simeone
Borella Gino Maretto Antonio Castegnaro Flaviano
Cassandro Amedeo Zilio Abramo Muraro Oreste
Piccolo Franco Castellini Ermedio Doni Romano
Sella Giulio Levorato Lorenzo Ruvoletto Gelindo
Cassandro Giovanni Piccolo Luigi Trolese Francesco
Callegaro Cesare.
COMPONENTI IL COLLEGIO SINDACALE
Pra cav. uff. Pietro
Rizzo dott. Pietro
Munari don Nicolò
Rimano don Luigi
Cisotto Alfonso
Grasso Lucio
Dona Giovanni
Ruvoletto Francesco
Segato Ernesto
Danieli Pietro
Fossen rag. Pietro
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Ceccarelli rag. Pio
Gasperini Arrigo
Pra Antonio
Bortoluzzi nob. dott. Antonio
Bortolazzi dott. Antonio
Pettazzi rag. Ubaldo
Albertini Francesco
PattarelIo Luigi
Terrin Vittorio
Baldan Cesare
Albertini Ubaldo
Artusi Severino
ELENCO SOCI CONFERENTI NELL'ULTIMO TRIENNIO
AGNOLETTO GINO AGNOLETTO LUIGI ALBERTINI ARTURO
ALBERTINI GASPARE ALBERTINI MARIO ALBERTINI UBALDO
ANGI ANTONIO ARTUSI BRUNO ARTUSI PALMIRO
ARTUSI SEBASTIANO BALDAN ALESSANDRO BALDAN ANGELO
BALDAN ANTONIO BALDAN ANNIBALE BALDAN AUGUSTO
BALDAN PASQUALE BALDAN RINO BALDAN SERGIO
BALDAN SILVIO BALDAN TARCISIO BARBIERATO DINO
BARZON SANTE BATTISTON GUIDO BATTISTON GINO
BATTISTON PRIMO BERTO CARLO BERTO FERRUCCIO
BETONI ARRIGO BEZZOLATO ABRAMO BIOLO ANGELO
BORELLA cav. GINO BRAGATO AUGUSTO BRAGATO GAETANO
CABBIA CESARE CABBIA LINO CABBIA MARIA
CALLEGARO CESARE CANOVA GINO CARPARO NAPOLEONE
CASSANDRO DUILIO E MARIO CASSANDRO GIANANTONIO CASSANDRO GINO
CASSANDRO GIOVANNI CASSANDRO GIOVANNI (di Carlo) CASSANDRO LUCIO
CASTEGNARO LUCIANO CASTELLINI ERMEDIO CERATO NATALE
CERATO VENUTO CIMBRO GIOVANNI CECCON FRANCESCO
CECCON LINO CECCON MARIO CERATO ANGELIN
CERATO LUIGIA CIMBRO PIETRO COMPAGNO ADORNO
COMPAGNO ALBINO COMPAGNO PIETRO CONVENTO ALFREDO
COSTA PIETRO DARTORA ALBANO DARTORA CELESTINO
DARTORA RINO DARTORA OTTORINO DE ROSSI DORINA
DISARÒ ARMANDO DISARÒ PRIMO DONA’ ALFONSO
DONA’ AMBROGIO DONA’ GIUSEPPE DONI GIANFRANCO
DONI ROMANO DONOLATO EGIDIO DONOLATO ZACHIELE
ETENLI ELISA FAVARETTO ALDO FAVARETTO GIOVANNI
FERRARESSO ADELINO FERRARESSO ANTONIETTA FERRARESSO ANTONIO
FERRARESSO GUERRINO FERRARESSO PIETRO FERRARESSO SEVERINO
FORNEA ARMANDO FRATTINA MARIO GALENDA ELIA
GASTALDI NARCISO GOTTARDO ALDO GOTTARDO ENRICO
GOTTARDO FERRUCCIO GOTTARDO LUIGIA LAZZARIN LUIGI
LEVORATO GUSTAVO LEVORATO VITTORIO MALAMAN FLORINDO
MANZATO FERDINANO MARETTO ANTONIO MARIN LORENZO
MASIERO GIUSEPPE MATTIAZZI AMALIA MAZZARO ANDREA
MAZZARO ANTONIO MAZZARO LUIGI MAZZUCATO ALBINO
MAZZUCATO GINO MAZZUCATO ORLANDO e GIANNI MENEGAZZO ALBINO
MESCALCHIN GIOVANNI MESCALCHIN PASQUALE MESCALCHIN RINO
MINOZZI GIUSEPPE MONETTI ADELINO MONETTI PIETRO
MONETTI SERGIO MONETTI VITTORIO MUNARETTO OSVALDO
MUNERATO GIUSEPPE MURARO ORESTE NALON ANTONIO
NALON SERGIO NOVELLO AGOSTINO NOVELLO CESARE
NOVELLO EZIO ONORATO SANTE PELIZZA ANGELO
PELIZZA ANTONIO PELIZZA FEDERIGO PELIZZA GIORDANO
PICCOLO ANDREA PICCOLO LUIGI PICCOLO FRANCO
PIVA LUCIANO POLATO CARLO RAMPADO BRUNO
RAMPADO DOMENICO RAMPADO FEDERICO RAMPADO NARCISO
RAMPADO UMBERTO ROMANATO GENNARO ROMANATO ROMANO
RUVOLETTO GELINDO RUVOLETTO MARIO RUVOLETTO RICCARDO
SACCON LUIGI SARTO GIUSEPPE SAVIO ANTONIO
SAVIO GUERRINO SCHIAVO GIANFRANCO SCOLARO AUGUSTO
SEMENZATO ANTONIO SEMENZATO FEDERICO SEMENZATO LUIGI
SEMENZATO NARCISO SEMENZATO SIMEONE SELLA ALFONSO
SELLA ERMES SELLA GIULIO STOCCO GIUSEPPE
TACCHETTO ERNESTO TERRIN RITA TERRIN ROMEO
TACCHETTO GIOVANNI TROLESE FRANCESCO TROLESE MARIO
TURETTA CORIOLANO VALENTINI AURELIO VALENTINI BRUNO
VALENTINI UBALDO VANUZZO GIANNI VESCOVI cav. SECONDO
VESCOVI VALENTINO ZAGALLO ANTONIO ZANELLA ANTONIO
ZANELLA ROMANO ZECCHIN ANNA ZECCHIN PASQUINA
ZILIO ABRAMO ZINATO ELISA ZUIN SILVIO
La maggioranza dei soci abita a Sambruson, ma numerosi sono quelli provenienti da molti paesi della Riviera del Brenta:
Calcroci
San Pietro
Galta
Mira
Fossò
Lugo
Paluello
Lughetto
Dolo
DIPENDENTI
Un gruppo di dipendenti della Latteria Sociale di Sambruson
Nei vari periodi sono stati dipendenti:
RIGONI ANDREA DISARÓ IGINO FRIGO AMEDEO
SCHEMIN PAOLO BRUSEGAN ARMANDO CARLI VITTORIO
BETTINI GUERRINO DISARÓ ANTONIO BRUSEGAN PIETRO
FAVARO MARIO DISARÓ LUIGI DISARÓ MARIO
DITTADI ROMANO DISARÓ EGISTO PATTARELLO RINA
ZINCANO PALMIRO MASATO TERESA ZILIO ANDREA
BERTO PIETRO CERATO MIRCO DAL COL PAOLO
SPADARO VINCENZO
e prestano tuttora servizio:
MASATO CARLO DISARÓ CASTONE BOVO ANGELO
POLO BRUNO MASATO MARIO SELLA MARIA
MALAMAN RENZO CANOVA ALBERTO MASATO MARCELLINO
RAMPADO DAVIDE
RACCOGLITORI di latte
Sono stati raccoglitori latte:
FAVARO MARIO
GALLO CATERINA
MARCHIORI VALENTINO
MASO OTTORINO MASO SILVANO
MASO ADOLFO
MASO GIUSEPPE
BALDAN OTTORINO
GALLO UMBERTO
FERRARESSO BEVERINO
SELLA ALFONSO
POLO VITTORIO
POLO ANTONIO
POLO BRUNO
POLO GIOVANNI
LAZZARIN BRUNO
LAZZARIN ANTONIO
LAZZARIN ANGELO
SGUACCIN DESIDERIO
Attuali raccoglitori:
POLO ROBERTO
BASSAN MARIO
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articolo a cura di Luigi Zampieri
Ringrazio Carlo Masato e Andrea Zilio per aver messo a disposizione la loro documentazione
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Ultimo aggiornamento (Sabato 07 Marzo 2020 16:19)