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Il progetto Via Annia

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SAMBRUSON IN EPOCA PREROMANA E ROMANA - LA VIA ANNIA E SAMBRUSON

IL "PROGETTO VIA ANNIA"

Avviato nel 2007, il "Progetto Via Annia" ha visto in questi anni dialogare su obiettivi comuni soprintendenze e università, istituzioni ed enti locali. Con la fine del 2010 il Progetto si è concluso, sebbene alcuni dei mesi successivi siano stati dedicati a portare a ter­mine azioni specifiche già intraprese e a portare a compimento il complesso meccanismo di rendicontazione che ha coinvolto i servizi amministrativi dei diversi Enti attuateli.

Il bilancio delle attività svolte è racchiuso, in realtà, nelle relazioni presentate nel corso di questa Giornata di studio, i cui Atti costituiscono la "seconda puntata" rispetto a quelli del convegno tenutosi in questa stessa sede due anni fa e usciti nella primavera del 2009. La pubblicazione degli Atti in tempi rapidi se da un lato è stata dettata - allora come in quest'occasione - da ragioni contingenti legate alla rendicontazione, dall'altra ha costretto tutta la comunità scientifica coinvolta nel Progetto a una riflessione imme­diata sui dati presentati. Dati che, anche questa volta, hanno una ragguardevole valenza e permettono di affermare che questo Progetto, nel declinarsi delle sue varie azioni, è stato senz'altro importante per il progredire delle conoscenze sulla Via Annia.

Certo, alcuni dei nodi critici di partenza sono ancora oggi tali, né è stato possibile dirimere tutte le problematiche scientifiche che, quando il Progetto è stato definito nelle sue linee-guida, hanno animato le discussioni tra gli studiosi delle diverse discipline. Ma le nuove acquisizioni che sono giunte dalle tante campagne di scavo realizzate lungo tracciato, dalle indagini geomorfologiche e dalla campagna telerilevamento se da un lato hanno suggerito nuovi orizzonti di ricerca - e in quelle direzioni si dovrà ora procedere -dall'altro hanno indotto anche ad analizzare "vecchi" problemi da prospettive diverse, come già è emerso in alcuni degli interventi di questa giornata.

A conclusione di un iter che mi ha visto operare in prima fila in qualità di coordina-trice di questa complessa macchina, mi sembra dunque necessario riepilogarne alcuni degli aspetti più significativi.

La ricerca è stata uno degli assi portanti del Progetto e si è articolata in più azioni.

La prima: le indagini archeologiche. In questa Giornata di studio si sono visti risul­tati interessanti, che vanno ad integrare quelli realizzati nel corso del primo stralcio, pre­sentati nel convegno precedente. Le indagini questa volta sono state realizzate a nord di Adria, in località Pontinovi; ad Agna, che si è rivelata un territorio dal notevole potenzia­le informativo; a Ca' Tron, nei pressi di Aitino, in ideale prosecuzione di ricerche avvia­te alcuni anni or sono; a Concordia, dove il tracciato stradale è stato individuato in entra­ta, al centro e in uscita dalla colonia romana; ad Aquileia, in un contesto urbano partico-larmente articolato, il cui completo inquadramento non potrà che avvenire in futuro. Altre indagini sono state, infine, condotte sottoforma di microscavo in laboratorio sulle tombe di romanizzazione rinvenute nella necropoli orientale di Padova. Tutte queste ricerche hanno puntualizzato realtà importanti dell'Annia e hanno visto il coinvolgimen­to delle due Soprintendenze per i Beni Archeologici - del Veneto e del Friuli Venezia Giulia - e del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Padova. Ad integrare e, in taluni casi, ad orientare la ricerca archeologica sono poi intervenute le indagini geomor-fologiche realizzate dal Dipartimento di Geografia dell'Ateneo patavino, indagini grazie alle quali è stato possibile accrescere ulteriormente le conoscenze sul palinsesto territo­riale e paleoambientale.

La seconda azione che, sul fronte della ricerca, ha coinvolto in modo eclatante l'in­tero tracciato dell'Annia da Adria ad Aquileia, con ampie divagazioni nella parte a sud di Padova dove le certezze diventavano evanescenti, è stata la campagna di telerilevamento attuata dal Dipartimento di Geografia. I ripetuti sorvoli realizzati in tutte le stagioni e in tutte le ore del giorno - lo attestano i tracklogs dei voli effettuati e le 35.000 foto oblique ad oggi archiviate - hanno permesso di rilevare tracce a volte insospettabili, di focalizza­re problemi e intravvedere realtà che, da qui in poi, potranno costituire argomento di altri approfondimenti.

Ma se la ricerca è stata uno dei pilastri del "Progetto Via Annia", non meno impor­tante è stata la valorizzazione del tracciato, declinatasi in una serie di azioni mirate a ren­dere nota l'esistenza della strada anche al di fuori dell'ambito scientifico.

Per alcuni aspetti ricerca e valorizzazione si sono poi strettamente correlate, e ciò è avvenuto soprattutto nel settore museale, dove i nuovi allestimenti realizzati grazie al "Progetto Via Annia" hanno visto lavorare in sinergia studiosi afferenti a diversi ambiti disciplinari.

Dal 2008 il Museo Archeologico di Padova presenta al pubblico la Via Annia e la sua storia in un percorso che si snoda in ben cinque sale. Anche il visitatore più frettoloso può quindi percepire l'importanza di questo tracciato viario poiché i pannelli - ma soprattutto i tanti oggetti esposti nelle vetrine, le iscrizioni e la stazione multimediale -raccontano come la storia della città si sia strettamente intrecciata con la storia della Via Annia. E una percezione non diversa ha chi entra al Museo archeologico di Adria, dove ancora una volta la Via Annia e il sistema stradale diventano i protagonisti intorno a cui ruota la romanizzazione del territorio.

Con il secondo stralcio del Progetto anche gli altri musei dislocati lungo il tracciato si sono via via affiancati ai primi due. Tre le realtà museali che caratterizzano la Via Annia nella provincia di Venezia, oggi visitabili: l'Antiquarium di Sambruson di Dolo, a testimonianza dell'antica stazione di sosta Maio Meduaco; il Museo di Aitino, che nella sede attuale ospita solo la stazione multimediale del Progetto, ma che nella nuova sede darà ampio risalto all'Annia, e infine l'area archeologica di Concordia Sagittaria, la cui sala d'ingresso è oggi divenuta la sala dell'Annia, a valorizzare il lacerto di basolato con­servato a pochi metri di distanza. In Friuli chiude il percorso il Museo Nazionale di Aquileia, che in due sale ricavate dai vecchi magazzini presenta al pubblico la storia della strada e il suo intrecciarsi alla vita della città.

Oggi, a lavori ultimati, visitando i musei della Via Annia è possibile avere la percezio­ne di che cosa sia stato realmente questo tracciato neir antichità e di quale ruolo abbia avuto nello sviluppo dell'identità del nostro territorio; una percezione ancor più imme­diata grazie al virtual tour, un viaggio virtuale appositamente creato nelle stazioni multi­mediali presenti nei cinque musei.

Certo anche altri sono gli strumenti pensati per la valorizzazione dell' Annia in un'ot­tica prettamente turistica. Il primo è la Guida del Touring, non a caso inserita nella col­lana "Itinerari": un libretto agile che "guida", appunto, il visitatore nella scoperta dei ter-ritori che gravitano lungo il tracciato dell'Annia e che si integra con il secondo strumen­to, la cartellonistica territoriale, finalizzata a rendere maggiormente percepibile il per­corso dell'Annia. In accordo con le due Soprintendenze sono stati individuati trentadue punti di rilevanza simbolica dislocati tra Adria e Aquileia in corrispondenza dei quali è stato posizionato un pannello bifronte, corredato da testi in italiano e in inglese e da una nutrita serie di immagini. Questi pannelli, unitamente a una capillare segnaletica direzio­nale, sono finalizzati a ricreare, sia pure in modo simbolico, l'antico tracciato. Si tratta di un'operazione che, come si può immaginare, ha alle spalle una complessa realtà proce­durale, imputabile alle diversità e alla molteplicità degli enti preposti ad autorizzare il posizionamento dei pannelli e della segnaletica.

Infine, trattandosi di un bilancio conclusivo, alcuni ringraziamenti sono d'obbligo. Ad ARCUS, innanzi tutto, che ha reso possibile il Progetto, ma anche alla Regione del Veneto e al Comune di Padova, che lo hanno co-finanziato e ne hanno a turno seguito la regia amministrativa.

Fondamentale è stata la collaborazione in tutte le fasi dei due Soprintendenti e di tutti funzionari delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Veneto e del Friuli, non­ché dei colleghi dei Dipartimenti di Geografia e di Archeologia dell'Università di Padova, con cui sono stati discussi i risultati che via via emergevano dalle ricerche e condivise alcune decisioni strategiche.

Non va poi dimenticato che se sul fronte della ricerca e della valorizzazione si sono potuti raggiungere tutti gli obiettivi previsti dal Progetto, è perché gli enti attuateti hanno reso possibile, con i loro uffici amministrativi, il dispiegarsi operativo delle attivi­tà: enti attuatori sono stati la Regione del Veneto, la Provincia di Rovigo, i Comuni di Padova, di Concordia Sagittaria, di Dolo, di Aquileia e l'Università di Padova. I comuni citati sono, in alcuni casi, piccoli, ma non sono stati meno importanti nella gestione di operazioni talvolta decisamente impegnative. Tutti gli enti sono stati comunque consa­pevoli dell'importanza del Progetto e delle sue ricadute territoriali, determinati a proce­dere anche a fronte, talvolta, di complicate vicende procedurali.

Se la Via Annia oggi è sempre meno un "non-luogo" è perché tutta la squadra ha lavorato in questa direzione.

FRANCESCA VERONESE

Coordinatrice del "Progetto Via Annia".


                                                                                      a cura di Luigi Zampieri

 

Ultimo aggiornamento (Giovedì 12 Giugno 2014 09:51)

 

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