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ALL'ALBA DEL MIO GIORNO. Poesie giovanili di Olindo Moretti

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SAMBRUSON. CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI, AMBIENTE. - LETTERATURA A SAMBRUSON (I)

ALL'ALBA DEL MIO GIORNO

poesie giovanili di

Olindo Moretti

AL MIO PAESE

Poche case
qua e là sparse,
versano silenziose
sul nero piano.

Dormon con loro
i cittadini che
alla prim'alba
pei campi vanno.
E sotto il sole,
speran la sera,
che porta l'amore
nei lori cuori.
La pace della notte
odora di chi si ama,
mentre veglia il silenzio,
al mio paese.

BUIO CHIARO
Buio chiaro, di luna,
sui monti, sui colli,
sui laghi, sui mari,
sui cipressi in fila,
che presentan l’armi
al fiume che passa.
Buio chiaro su tutto;
sul silenzio muto
che copre la campagna,
sugli animali che dormono,
sui miei pensieri.
E mentre gli occhi guardano
e il cuor non parla;
l'udito e il tatto non avvertono,
e solo gusto l'odore di morte,
che si estende immenso
in quel pallore,
buio chiaro di luna.

ODORA DI ETERNO
Tenebre più nere;
mondo che vedo all'infinito;
buio proiettato dal cuore
sul silenzio della vita.

NEBBIA
Una carezza fresca
mi mozza il fiato,
mi taglia la vita
che invoco;
assorbe la gioia
di luce e suono,
che mi piace tanto,
solo e lontano.
Corre l'ultimo tram
nella nebbia di Milano,
che ancor sopprime
in me il ricordo,
del paese che bramo.

INCERTEZZA
... e i pensieri si rincorrono,
seguendo strade diverse,
che portano ad un punto,
l'unico,... e non esiste.
Io che non so,
che voglio e non so cosa,
che non voglio,
chissà cosa,
che non so
cosa pensare,
in questo mare
che mi affoga,
ora.

LA NOIA

...e sembra quasi

come un verme che corrode,
mentre il cuore più sussulta
cercando chissà cosa;
ed è strano…
egli vive senza cibarsi
quasi come chi
non muore mai,
pur cercando e ricercando
di cessar la vita
con veleni che non sono,
mentre il sole
si burla di lui.

MATTINO, IN SETTEMBRE
Misuro a lenti passi
le poche scale,
quasi sognando ancora.
Un soffio di fresco
mi colpisce in viso,
e ricevo il bacio
del primo sole.
La realtà mi inebria,
il mattino, in settembre,
di gioia di vivere.
Il cuore mi sussulta
e avverto un brivido:
è amore per la vita
ch’ancor oggi m’ama.

LA NEVE
Ieri sera, amore,
nevicava.
Quando scesi
per la strada,
i miei pensieri
ubriachi,
correvano felpati
fino a un cielo
di pansè
appeso sulla notte.
Ballavo nella neve,
assorto nel tepore
del tuo corpo.
Avido, ti avevo
amata, cara,
lentamente;
finché ti addormentasti
in quella culla
che si adagia là,
nel vuoto.
Ed ora
anch'io riposo,
nudo,
sopra la neve
che cade
e mi copre.

( 3° Premio ex aequo alla I° Edizione del Premio Regionale di poesia “Riviera del Brenta” a Fossò, 1997)

( Menzione d'onore- ALI Penna d'Autore- Torino)

LE SPERANZE

In questa sera
di luna bianca,
di notte e di vento,
senza amici,
vorrei che tornasse
l'anno scorso,
muto di noia
e pieno di gioia.
Notte di vento,
con grandi dolori
rincorri il domani
che dorme,
nel barattolo
e nel catino.
Tu, grembo di sera,
tu tagli, col vento,
il diamante delle lacrime
e dei sogni...
Eppure, riposerei tranquillo,
se a volte
non mi ponessero domande.
Anche se punge,
il vento forte di sera e di luna,
è duro cambiare il tuo cuore,
notte di vento.
Tu hai, dentro il grembo,
speranze rinate
per essere uccise.

IN UN PAESE, LONTANO

Astrarsi,
in un silenzio
senza fine;
udire suoni,
ultraterreni,
avvertiti solo
dal mio cuore.
Sembra quasi
che una brezza,
leggera come un'ala,
sfiori le cime
di un canneto;
e, tra quelle canne,
ci sono anch'io;
e con loro
mi immergo
in una contemplazione
senza fine;
in un cielo
stranamente azzurro,
eterno, riposante,
placido;
d'una primavera
straordinaria.
L'anima penetra
in una fonte
d'acqua fresca,
e così respira,
e vive bianca,
in un sogno
che è reale.
I sensi uniti,
in comunione
con lo spirito,
avvertono
ogni cosa;
sensibili
come antenne,
godono finalmente
la realtà
che li soddisfa.
...E la ragione,
temperata e fine,
diventa poi coscienza,
e pure si soddisfa;
e l'uomo s'alza
a desideri mirabili;
e son per lui
ragion di vita.

SOLITUDINE

Sono rimasto solo
nello spazio
sofferente
e muto,
contro un muro
massiccio,
di cemento.
Ossa secche
e tombe fredde,
nelle braccia inutili
della terra,
spezzano le idee
nel nascere.
Dolce,
il carion
che suona
(dello zingaro)
depone gocce amare
di miseria sorda.
Il fumo bastonato
dentro il crepuscolo
crudo,
segna i miei passi
deboli.
Ci sono
barricate
in ogni strada,
di paura
torturata.
Anche il passato
è morto.
Sono rimasto solo.

 

BEATI I TUOI OCCHI...

Beati i tuoi occhi lucidi
che ridono di primavera gialla
sul tuo viso umido.
Quando ti ho coperta
col mio corpo di vento,
c'era nei tuoi occhi
un mare grande
di bontà.
Ho mescolato
lacrime e silenzio
sui capezzoli mulatti
dei tuoi seni duri,
tra nidi
e cavallini bianchi
di terra bianca.

(Selezionata e pubblicata da ALI-Penna d'Autore-Torino )

AFA

...canto
dolciastro
d'uccelli
infastiditi
e sporchi,
nell'aere
afoso,
dentro
il pianto
che penetra
stridendo.

TRISTEZZA

Tristi, nella sera,
volteggiano gli uccelli,
sotto i cieli plumbei
che dan battaglia al sole...
...e poco a poco muore,
lasciando su un ciel lontano
un'ombra di rossore.
...e presto scende il buio
a rischiarar le menti.
...e come ogni albero
tende le braccia nude,
sperando un pò di vita
dal fresco della notte,
così il mio cuore s'apre.
...a ricordare gli amori
che, rifiutati allora,
ora sono più belli.
...e scopro su nell'alto,
visi immensi a scrutar la terra;
e indisturbati osservano
le cose che non sono;
e pallidi di luna piena,
chinan la fronte in mano;
...e assaporan, mesti,
il dolce
ormai lontano.

PREGHIERA
Mio Dio, Gesù,
mi sento solo e ho bisogno di Te.
Aiutami a comprendere
che un uomo può piangere,
perchè io rido, rido e poi piango.
Vedo il sole, ne godo la luce,
avverto la vita quando è giorno,
e mi illudo, Dio,
che mai giunga la notte,
...e la notte viene dopo ogni giorno.
L'amore un giorno
mi venne a cercare,
e non compresi, Dio;
ed ora piango perchè allora ho riso.
Mio Dio, Gesù;
arano la terra i contadini,
mentr'io sogno;
e come un sogno mi sfugge
l'amore che non riconosco.
Dammi, Dio,
il cuore buono di un bambino,
perchè il mio cuore batte
dentro una gabbia
di libertà bianca.
Ch'io possa, Dio,
avvertire la pace
e passeggiare con essa
per le strade
del cuore e della mente.
Desidero, Dio,
che quando spunta l'alba,
il cuore non esulti
perchè la notte è andata.
Che la notte torni, Dio,
amica del giorno,
così come il sole è bello
in compagnia dell'ombra
e l'ombra, in compagnia del sole.

( 1° Premio al I° Concorso “Poeti e Scrittori uniti in Beneficenza di ALI-Penna d'Autore – Torino )

NELLA GROSSA CASA

Dentro l'occhio
di vetro
del nostro mondo,
darei la mia vita
al nulla opaco,
per una lacrima
appesa
a una bava di lumaca.
Son corso
incontro a un fiore
nella campagna;
l'ho annusato
virile e pieno;
poi l'ho colto,
tremando,
dentro il canto.
"Sei un assassino !-
ha urlato-
a spezzarmi il gambooo."
Così coi fiori
non posso più
restare;
nè con l'erba
arruffata e arida.
Il sole che mi vede
camminare,
ride di schianto
e di gramigna.
Gridi riflessi
impastati
di luce bianca,
di fantasma,
sono con me
nella grossa casa.

DIETRO DI ME

Andavo

per la strada
di sassi rotti,
colpevole
negli occhi morti
dello stagno.
Dietro di me,
il silenzio
di tante tapparelle
sorde.
E' meglio
che tu, bella,
ti ricordi male
di me;
se ero buono,
avresti gridato, poi,
nel tuo amore,
dentro.
C'è una strada
che pare,
a volte,
tanti sentieri.
E' come
quando tuona:
il mondo sembra
rapire la terra,
che rimane
ancora,
mentre muoio,
o non muoio,
o, forse,
ho solo voglia
di morire.

INDIFFERENZA

Nella stanza vuota
c'è una mano fredda
e carezzevole
che rimbalza
sulle pareti bianche.
E' la mia mano amica.
Mi piacerebbe essere
quel che ero.....
anche se voglio essere buono.
Così i coralli rossi
bruciano la notte
con tanto buio,
e io non sono altro
che il vento,
e come il vento
mi muovo
e muovo l'aria.
La sostanza
di un tempo
oggi
non è che carne
e spirito,
ammonticchiati,
e ogni cosa esterna,
secondo il suo piacere,
li comanda.

L'ALBERO

Si scioglie la mia vita
nel catino di neve e sole.
C'è stato un albero,
una volta,
con le braccia aperte,
lunghe e diritte.
Cos'è bambina
quel viso rosso e viola?
E' l'amore che se n'è andato,
poi forse tornerà.
Bruciava l'amore
e se n'è andato,
poi forse tornerà.
Da tempo non c’è quell’albero
con le braccia aperte,
lunghe e diritte.
Cos'è bambina
quel cuore tenero, impiccato?
E' l'amore che se n'è andato
e più non tornerà.
Cos'è bambina,
cos'è il tuo amore?
E' l'amore che ho lasciato
e più non tornerà.
La vita d'oggi
oggi mi ha scritto
e dice che a lei
ora è proibito.

LA BANDERUOLA

Oh banderuola,
sbattuta da mille cose.
Cose che chiedono,
chiedono,
chiedono.
Non sai dire sì,
non sai dire no,
non sì,non no;
sì...no...sì...no!
..............
Sentimentale...
che buffo:
sapore di una mela succosa,
col dubbio d'avere in bocca
un verme;
...............
che buffo:
amare la vita,
e piangere...
Vedere mille strade......
alzare gli occhi
e non vedere il cielo.
...............
Andiamo,banderuola
andiamo a casa.
Ti spezzeranno il gambo!
...............
Domani,
sarà un giorno più bello.

SULLA BILANCIA

Sugli angoli bianchi
della tua dolcezza,
infrangerò i desideri
virili e casti,
donna di vetro
e di cristalli.
Uomo solitario
e palpitante,
cercherò l'essenza mia,
nei fiori tuoi nascosti.
Peserò
il mio languore
umano,
sulla bilancia
delle tue
cosce bianche,
perchè il tuo corpo,
donna,
mi ridoni il latte
della vita.
Porrai i vestiti
in riva al fiume,
e mi darai da bere
sul canto nudo
del prato.
Cavalla bianca,
te ne vai potente,
per lunghe strade
nel mio cuore.
Ti aspetto qui,
nel recinto pulito.
Quando arriverai
ti spronerò al galoppo,
per le grandi praterie
dipinte.
Animale strano...
dentro il palpito
di un virgulto tenero,
mi ciberò
di linfa fresca,
nell'oblìo di un sogno
che vola candido.

I CANARINI

Me ne sono andato
col silenzio del monte,
della valle, del cielo.
Voleva suicidarsi, la luna,
nelle acque del fiume;
ho dovuto uccidere
una parte di me,
per impedirlo.
Era alto, alto,
il muro dei desideri...
...............................
Mi avesse dato una mano,
il silenzio che ha vita
da quando l'uomo sa amare,
si sarebbe spezzato
in un barattolo d'amore.
Dovevamo essere
dei canarini.

DA CASA MIA

Bianche casette
appese come panni
al sole dell'inverno.
Tenera verdura,
verde e rossa,
(come il sangue freddo).
Alberi diritti,
scoperti e nudi.
Sentieri limacciosi,
(terribili nemici,
compagni del freddo).
Lontano,
(cappucci di neve)
sui monti.
Una brezza fredda
paralizza l'uomo
che si muove
sotto il sole d'inverno.
Esce di dentro
una forza nuova
che spinge incontro
alla fuggente vita.

CUORE

Ricordi, amore,
quando il cielo
era pieno di baci,
e la terra
a zolle nere
e bianche
di neve?
Il freddo smosso
avvolgeva
i tuoi capelli
sul mio viso,
mentre, tenera,
ti stringevo
sul mio petto
e mi dicevi:
sento il cuore.

I RICORDI DEL BIMBO

Questo libro...
ha pagine leggere
come cenere.
Mi sembrava di vivere,
ieri;
oggi, non mi è rimasto nulla.
Sono figure, parole;
sono suoni, rumori.
Con questa vita,
dura, ridicola,
sofferente, penosa,
tragica, cattiva,
intransigente, sciocca,
superba, permalosa,
boriosa, silenziosa,
furba, noiosa,
fredda, cinica,
pallida, indifferente,
sofisticata, brutta...
passa ogni giorno
tra i ricordi...
e nei ricordi,
cerco cose
che attendo ancora.

DESIDERANDO

Oh, donna!
Il mio ricordo dell'uva;
il ricordo di tanto mosto.
Aria salubre
che mi solletica;
che mi riempie
fin'anche il vuoto
di una vita.
Oh, corpo.
Oh, anima.
Come scorre
la mia bocca
sulle strade
del tuo corpo,
quando l'anima
dei tuoi occhi
mi sospinge.
Corpo che non va
lontano, amata.
Corpo che resta.
Burro di luna
sciolto nell'alito
che si stringe.

AIUTATEMI A DIMENTICARE

Aiutatemi a dimenticare

il nodo di mille strade
che non si incontrano.
Aiutatemi a dimenticare
anche i pensieri.
Quanti fallimenti
sto intrecciando
in un gomitolo
di desideri.
Regalatemi quel
dito di spazio
che mi allontana
dalla fonte,
così pura,
che vedo nascere,
dal covo
di mille pozzanghere.
Non voglio scivolare,
come il ragno
dalla sua tela.

DONNA

Guardarti,

era come spremere

una mela succosa.
La polpa
cadeva tritata,
tra le mani
bagnate di succo.
Vedevo le rose
coi petali gonfi
di rugiada
e il sole
che disegnava ombre
piene e nette.

LA LIBERTA'

Son disperati
gli uomini
stamattina,
marea che ti avvolgi
intorno a un sogno bianco
che non è tuo.
C'è passione vecchia,
di una volta.
Ora è piena di fame
e senza pane.
Così tu cerchi
di essere bella
in quel miscuglio
squilibrato
che spumeggia
in bianco,
in nero
e in bianco.
L'avevi sperato
quel punto alto,
perso ieri
tra le stelle.
Ora vedo
te e me
e tanti altri
e poi nessuno
e solo tanto,
tanto tanti.
Non posso
ritrovare l'uomo
fra tanti uomini
legati.
La libertà si sogna,
da te,da me
e da loro.

L'ELEMOSINA

Sono vecchio, solo,
stanco, morto.
Sono all'angolo di una strada
( quella della vita )
a elemosinare.
Il mio amico Hobby
ha l'hobby di parlare
e parla, parla, parla.
La strada della vita
è una vecchia strada.
Una volta
( iniziò giovane lui )
in questo posto
viveva da signore.
Passava la gioia
con l'amica felicità;
erano buone e Hobby viveva.
Quando il traffico diminuiva,
Hobby si addormentava;
passava la dolcezza
e lo svegliava.
Si sa, talvolta,
l'incomunicabilità,
l'incomprensione,
la timidezza,
passavano anch'esse
per la strada della vita.
La strada della vita
è una vecchia strada
(iniziò giovane lui).
Amico mio,
non mi parlare.
Ora è la speranza
che ti fa elemosinare.
Si pensa, si spera,
si parla,
parla,
parla.

FILI NASCOSTI

No, per favore, no!

...non disturbatemi.
Smettetela
col chiasso,
col rompere
i bicchieri.
Inseguo
nella nebbia
fili nascosti
dentro il pianto.
Si chiudono
anche le porte,
per la paura.
Cos'è il coraggio
dunque?
...luci,
serrature,
...e tante parole;
finchè si prende
sonno.

ESTASI

Sprazzi di luna,
sprazzi di cielo;
una finestra senza velo
dà sul mare.
Scende dal cielo
un sorriso di pietra;
dalla terra si stacca
un bacio... e sale.
Amata mia,
tu non ci sei,
io invece, sì.
Ch'io non esista
e tu sì, mia vita.
Ch'io sia con te.
Sprazzi di luna,
sprazzi di cielo;
una finestra senza velo
dà sul mare.

IL PIACERE

Aulenti note
di un altro mondo.
Vita ombrata
Ad abbuiare la vita,
nascosta dallo spasimo
che in un momento
esiste e fa morire.
Amore che lega,
avvinchia, abbraccia,
e, silenzioso, trema.
Fragrante paradiso
che si tocca appena.
………………..
Un inferno di ghiaccio,
la normale vita,
poi.

INVASIONE

Arida
quella vita
di cafoni
senza niente;
con la carne
che si muove
e che non tace.
Misto di uomo
e sentimento,
sensitivamente andando,
per la nostra vita
di pietre e di erba,
di sole e di erba,
di mare e di erba,
di monti e di erba,
di desiderio e di erba
che diventa secca
con lei e gli altri.
Nel desiderio di noi,
di scendere
una lunga discesa
che nasce dalla casa
(quella sua
e quella nostra);
che va per i sentieri
cosparsi di fontane
e di piaceri freschi
come l'ombra,
come l'anima,
che parla per noi
a ciò che vogliamo,
anche se è piacere
sconosciuto.
Angurie piene
e tenere di foglie
così nutrite
(che coprono
la terra grassa
di piacere e letto).
Teneramente
ti stendi
su quel verde,
nero dorato,
mentre lasci scivolare
sul tuo corpo bianco,
lacrime del grande lago.
Occhioni belli, come
le tue gambe piene.
Non tremare,
tremare sempre;
ti stai spremendo,
gioia cara.
Umido, come l'afa
di questi giorni,
il tuo respiro
deposita vaporosi sogni
sulle mie labbra
grosse.
Abbandonata al canto
degli alti cieli,
ti rilassi finalmente.
C'è un segreto
in lei e in noi
ed è lo stesso.
Che cosa vuoi?
Te lo chiedo,
anche se lo so,
ma non rispondere,
anche se lo sai.
E non si fonde in uno
quel disastro vecchio,
decrepito e insulso
che c'è sempre stato.            .
Non facciamo un'inchiesta
di giorno, col sole
e gente conosciuta;
ma di notte,
in riva al mare,
vestiamoci
di abiti sporchi
e andiamo
senza sembrare selvaggi,
naturalmente.
Lo sporco attira a sè
ogni bellezza avida.
Ci piace andare
amore
nello spazio?
In quel lungo viaggio
riposante
che ci porta in paradiso,
nel cielo grande,
grande e infinito?
Che poi con lui
dormiamo,
riposiamo,
ci rialziamo
(dentro il vuoto)
e non cadiamo
e poi moriamo
e poi viviamo
e siamo freschi
e poi ci amiamo
e ancora?
Un uomo
e una donna
è bello.

 

LA GATTA

Sembri quieta

mentre i gattini poppano;
indisturbata,
tra galli che si beccano.
Gattona bella
che non sei
sincera.
.................
Anche sul mare,
nel sole che brucia,
ci sono gatti bastardi
che sembrano riposare
(col ventre all'aria).
Chissà
come avvampa
il loro sangue,
dentro il baratro
bianco,
di un disastro.

IL SOLE D'INVERNO

Sono certo
che a camminare
per questa strada,
si ferma il tempo;
e con esso i giorni,
le ore, i minuti.
Sì, perchè
il filo spinato
è ghiacciato;
sono ghiacci di brina
gli arti
di ogni albero,
e tanti,
tanti alberi
distillano la vita
in un'estasi
di inerzia.
E quando
mi guarda il sole,
tra l'azzurro
protetto di perle,
io chiedo acqua;
acqua di brina
con ghiaccio.
...e il mio piacere
è grande, amore,
quando la natura
mi solletica.

LUISA

Mi è giunta una voce,
improvvisa:
si chiamava Luisa.
Ricordo quei giorni:
erano lunghi...
attendevo la sera...
Ricordo quel tempo d'amore.
A Milano...
la nebbia, il calore,
il silenzio, il rumore,
la gente
(anche la gente)
non c'eran per me.
Ricordo una donna,
tenera bambina...
che veniva silenziosa
sui miei passi;
mi cercava,
mi attendeva,
s'attardava...
Ricordo il suo silenzio;
non c'erano parole...
sol gesti attenuati,
sussurri smorzati.
Ricordo il suo sorriso,
l'espressione del suo viso.
Ricordo i suoi passi,
lunghi e leggeri;
i suoi occhi,
profondi, intelligenti,
grossi e neri.
Avevo vicino una donna.
........................................
Lasciate che pensi;
lasciate che parli
al mio amore che c'era,
che c'è,
che ora
è ancora con me.
Che dolce è sapere
che ho avuto un amore;
che bello è sentirne
ancora la voce.

METAMORFOSI

A volte
vedo i tuoi occhi
incastonati
su lapidi grigie
di marmo.
Il freddo ruvido
penetra nelle mie ossa secche
gridando un suono
senza eco di pianto.
I timpani del mio cuore
tremano in quell'istante
di tuono mozzo.
Tu diventi pallida
e scompari
per larghe strade
senza vento;
e porti via con te
le mie paure pesanti.
Quel cimitero sordo
diventa terra
inzuppata di mosto.
L'aria morbida che respiro
vive con me
di cose e cose.

AL MIO AMORE

Non è il silenzio di questo mare rotondo
che mescola l'anima mia
col gaudio palpitante e tenero della gioia.
E' ardore umano che accarezza il mio spirito,
rapito nel delirio sereno di un angelo nuovo,
venuto da poco accanto a me.
Mi accorgo, la sera, sul letto di piume,
di un sogno fresco, d'argilla e d'aurora,
che sfiora le mie membra riposate.
Sorride negli occhi bambini il mio amore novello,
e nel sussulto flessuoso del mio cuore,
parlo rilassato al sole, al cielo, al vento, al mare.
Li odo lambire i miei pensieri,
che volano (Dio mio, che bello!), piccoli e bianchi,
e senza nome, e insieme, e tanti.

SULLA PANCHINA

Ho dormito
sulla panchina.
Cammino
coi primi passi
di un bambino.
Ho in mente
una piscina
di acqua
e ghiaccio.
Un gigante
(che non è di qui)
rimescola la bevanda
e me
che ci son dentro.
Finirà la mia vita
quando non sarò giovane:
viaggio troppo
ora
senza riposare.
Mi attardo
un momento
e mi abbandono,
(l'eco della giostra
mi giunge da lontano).
Poi vado ancora,
per amare l'amore
o per cercarlo.

I PASCOLI

Su quelle nubi,
cerulee nubi
di ignote perle,
avvolti nel
tepore leggero
del sole al tramonto,
vedo i pascoli, amore,
dell'amore.
Quei raggi amici
che colgono
il tuo viso,
rendono la tua persona
angelica.
S'alza davanti a me
la linea dell'amore,
con occhi pieni.
Ammirarla
mi strugge di pace,
mentre l'animo
si dissolve lentamente...
e poco a poco
tace.

IL TRAMONTO

Di poche cose

il mio cuor si sazia.

PASSIONE
Accarezzarti i sensi
e sentirti tremare il cuore...
mentre affoghiamo il gusto
in un bagno di calore.
Potermi specchiare dentro;
dentro i tuoi occhi lucidi,
e baciarti le labbra tumide
che fuggono via veloci;
e poi scoprir me stesso...
Averti tra canne secche,
e sentirle tremare con noi...
e i corpi, stanchi, stanno...
e si bagnano di terra.

SIPARIO APERTO

Lenta agonia
sotto una coltre di neve
di un passerotto
indifeso e solo.
Io:
sipario aperto
senza pubblico,
osservo.
Si disegna l'ombra mia
sui vetri appannati:
labbra aperte,
occhi chiusi,
tristezza,
non rassegnazione.
Io:
monte con neve,
neve con sciatori,
ieri osservavo:
l'immagine mia riflessa,
sorrideva
a quella manna bianca
che cadeva.
Allora i passeri
cinguettavano.
Oggi:
lenta agonia
sotto una coltre
di neve,
di un passerotto
indifeso e solo.


SON QUATTRO MURA

Sono quattro mura,
sono quattro ruderi...
( e dicono più
di quei quattro
che pensano ).
Sono quattro fari
nella notte nera.
Quattro candele accese
che dicono morte...
( e c'era la vita ).
Amore...libertà...
verità...giustizia...
e, goccia a goccia,
dal mio cuore stilla
una lacrima ,dolce.

TENTAZIONE

Sì, lo so,
io vorrei
col granito e col cuore
passeggiare per l'atrio,
destriero d'amore.
Triangoli alati
riempiti di luce
intagliati nell'ombra
con occhi dorati
con palpiti e anfratti.
Lasciatemi andare,
fessure nel mare,
con voce leggera
di  dolce chimera.
Sudore, rumore,
che tenero amore;
gridato,implorato,
proibito, saziato.
Mai avuto,
mai dato.
Che cresca ora l'anima
che è saggia
ed è forte;
che parli  alla  vita,
e anche alla morte.
O suono,
sei dolce,
sei tremulo e fine.
Mi va di confondere
il cuore col pianto,
il sorriso col vento,
nel tenero incanto.

SECONDO INCONTRO

Ombra mia,
impietrita sull'asfalto
dal chiaro di luna.
Inerte, nello stupore,
osservi incerta e muta
cose che furono...
la prima volta.
Stai per aprire le labbra
a pronunciare parole
che non sai,
mentre i piedi vanno
dove non vuoi.
Ombra mia,
immagine fredda
di un cuore caldo,
tu non corri,
tu non stai...
non sei com'io.

QUEL SORRISO

Sabbia e sale.
Acqua salata.
Tanto sole.
Quel sorriso...
Quel sorriso
che rende amici
i sentimenti
e i sensi.
C'è sale
nella tua bocca.
Io, lontano,
ho sale nella mia.
Povero corpo
che vai barcollando.
Sottile nemico
che mi stringi
nel respiro;
che rapisci
la mia mente
in una rete
senza pace.
Non vedo niente.
Quel sorriso
mi balena
negli occhi.
Allucinato,
soffro mille privazioni.
Quel sorriso...
ma non posso
spegnerlo.
Quel sorriso
che torce
le tue labbra
chiuse,
quasi come
a bambina
insoddisfatta.

SPAZIO AMICO

Mani! Mani!
Mani piene di fiori.
............................
La realtà
si dissolve in versi,
mentre il poeta vaga
su silenziosi sentieri,
nello spazio avvolto
da sintomi amici.

SU E GIU'

Era tempo
di correre
sul filo verde
di tante corone
bianche;
di saltare
siepi su siepi;
di tuffarsi
in acque limpide;
di guardare il sole
con un sorriso
di sfida
alla gioia;
di volare coi pensieri
sulle vette più rosa;
di tremare ebbri
di forza e d'amore;
d'avere in bocca
la dolcezza più dolce...
di sentire, a un tratto,
il ghiaccio del vuoto
sulla pelle;
il brivido della paura
che paralizza.

Era tempo
di desideri
di prendere,
di stringere,
di morire correndo;
d'andare
incontro alla vita,
entusiasti,
e poi...
un dubbio clandestino,
immondo come un verme,
scioglie lentamente
ogni speranza
e poi si muore.
Stringimi forte, amore,
sul tuo corpo di luna;
baciami
sulla bocca tremante;
dammi
le tue labbra di miele,
i tuoi seni di viole;
ch'io voglio amarti,
cara,
voglio amarti.

I TETTI

Quando abbattevo
i tetti,
dentro cadeva la pioggia.
Il sole,

attraverso i vetri,
rompeva la pioggia.
Le foglie,
sugli alberi,
dicevano
che stavo sbagliando.
Con l'asfalto
volevo coprire
i miei pensieri.
Nel cielo
c'erano tante stelle.
Quando abbattevo
i tetti,
dentro cadeva la pioggia.

IL TRADIMENTO

Il buio spaccava
le pietre del ponte.
Vetri rotti
raschiavano il fumo
che copriva i pensieri.
Le stesse gambe,
i suoi capelli,
la nostra carne,
i suoi desideri
abbrancati
a uno straniero.
Il vento freddo
mi spingeva nel vuoto
e nel silenzio.
Mille cristalli,
freddi, nell'ombra,
mi coprivano
di bianche scoperte.

E' STATO UN SOGNO

Avevi i piedi gelati
e io dovevo partire.
La nostra,
era una casa piccola,
abitata da tanta gente.
Tu e io eravamo soli.
Là nel cielo,
c'erano macchie,
fermenti di vino.
Stringendomi, amore,
mi hai lasciato l'impronta
delle mani.
Mi amavi perchè
la nostra vita
era dura e difficile.
Ho chiuso gli occhi,
ho stretto i denti,
ho continuato a vivere.

UN UOMO TREMA

Bambole,
col capo mozzato.
Spremuta d'arancio
e di limone.
Asfalto che trema,
e con lui la luce,
e con lei il buio.
Padrone del mondo,
poi solo,
senza nessuno,
senza niente,
senza pianto.
Un uomo
aveva paura,
e io tremavo.

VENERE

Che belli
quei cavalli
che galoppano.
Fa molto caldo
quando Venere
è in amore.
Il buio chiude
le porte.
Il letto profuma
di luce.
Il sospiro trema
di dolcezza.
L'eleganza del desiderio
si spegne
lentamente.

STARO

Incantato,
quel velo
di malia
che arieggiava
sui colli
di Staro.
Soffici note
di una mite bellezza
che mi invitava
nella pineta.
Guardali,
guarda quei pini
Rosa;
osserva.
S'è spenta
in quel verde,
la fiamma estasiata
che dentro
mi ardeva.
Oh, natura;
quanto più bella
con uomini sinceri.
Quanto più cara,
a coronare
il sentimento.
Oh, salice piangente,
sul lago di Fimon;
quanto più bello
eri allora,
a coprire l'amore.
Oh, teneri colli,
vette invitanti,
dolci declivi,
su cui salivo
con la speranza,
in attesa,
nel cuore.
Sereno impasto
di natural sorriso,
occhi invitanti,
pallida in viso,
amica della luna.

ALL'AMMALATO

Soffrire.
L'animo si placa
e ama a un tratto,
l'immensità del mondo.
Gli occhi penetrano
nell'infinito
e vivono soli.
Mentre il corpo riposa,
l'anima si libera
a spaziare grandi cose,
e i sentimenti
ora sono nitidi.
...e pare di amare
il mondo intero;
chiunque soffre
ora è un fratello,
...e ci vogliamo bene.
Il corpo, muto, tace;
l'anima bianca
di uno spirito,
si sperde tra molte ombre;
...e vive felice,
sconosciuta e sola,
nel paradiso
che un corpo,
mai non trova.

CIAO

Sei andata via
in silenzio,
mentre la vita
mi accarezzava.
I tuoi passi leggeri,
in quel giorno chiaro,
non sapevano di rose
né di piante verdi.
Così hai pensato
a questa vita
dipinta di bruciato...
e ora mi chiedo
perché l’hai fatto.
So che l’ambiente nostro
è vano...
e pieno di muri rossi
senza fiato.
So che avevi desideri giusti
che non potevano crescere.
So che eri bella
e che piangevi;
lo so, lo so.
Ma prima di partire
potevi almeno
parlare,
chiedere,
piangere,
sperare.
Invece ora
io non so niente;
non so che cosa
avevi in mente.
Non so
se eri sola;
se tu sapevi
che qui viviamo,
nella società morta,
piantando fiori
che vogliono crescere
(finchè c’è posto
per lacrime e sudori).
Noi qui viviamo
le cose piccole.
Anche noi vogliamo
l’isola che tu sognavi...
e se domani,
nascendo dal mare,
a qualcuno non piacesse,
potremo almeno
lottare,
piangere,
ammazzare,
e poi...
poi forse,
anche morire.
Ciao.

AMORE

Amore,
ti ho baciato
sulle labbra sciolte,
ho chinato il capo
sui tuoi seni morbidi.
Per un istante,
le tue labbra
sul mio capo,
i tuoi capelli lunghi
sulle mie gote,
sui miei occhi
lucidi di pianto.
Amore,
ti ho vista piangere,
ti ho vista ridere...
Un filo sottile,
teso tra gli occhi incerti,
si è poi  spezzato.
Poi,
non mi hai più guardato.
Spenti i tuoi occhi,
me ne sono andato
a guardare le stelle.
Credevo di vederti
sulla luna piena,
camminando forte,
quasi correndo,
pauroso e incerto,
inseguito dalla morte.
“AMORE!!!”
ho gridato più volte,
ho gridato forte....
ed ho sentito l’eco,
protetto dal silenzio...
laggiù, lontano...
...ore...ore...ore...!


LA GIOIA

Osserva quei fiori,
amore;
non sono di pesco:
son fiori di pioggia.
Domani forse,
non li vedrai,
a meno che pianga.
Eppure la gioia,
la trovo, se mi alzo.
Se mi alzo,
trovo la gioia.
Impara, amore,
a condividere la gioia,
se non la trovi.
Osserva quei fiori,
amore;
non sono di pesco,
son fiori di pioggia.
Domani forse,
non li vedrai,
a meno che pianga.

LA VERITA'

Amore,
parlare dell'amore,
parlarne ancora.
Ridere dell'amore,
scherzare...
Camminare poi
nel silenzio,
e sentirsi soli.
Vedere mille luci,
macchie di luce
con un alone infinito
di luce.
Fermarsi col verde...
Non capire...
.................................
Amore,
vedere mille luci,
macchie di luce,
con un alone infinito
di luce...
e amare la luce,
solo la luce.

CHI MI TROVERA'?

Chiuso in una tomba,
sepolto sotto il tempo,
rimpicciolito dallo spazio,
chi mi troverà?


Nel punto più basso,
sul trono più alto,
invisibile e astratto,
chi mi troverà?


Da me partono
molte strade,
ma non hanno meta,
chi mi troverà?


Chi mi troverà
se amore e volontà
non cambieranno mai
il mio stato?

VITA MIA

Scende un ruscelletto
per gli scoscesi monti,
lappando sassi
e arrotondando punte,
trasportando sabbia,
ramoscelli e tronchi;
poi arriva al mare
e lì......................tace.
Nasce arzillo,
salta e corre...
poi s'allarga,
rallenta il passo...
proseguendo senza forza,
possente e calmo,
arriva al mare
e lì......................tace.
Nulla lo ferma,
niente si oppone;
quando è nato.
Vive e si ingrossa;
passa nel tempo;
scorre nello spazio,
arriva al mare,
e lì......................tace.

BELTA' RISPLENDE

Beltà risplende
negli occhi tuoi,
come ad agosto il sole
sull'immenso mare.
Col tuo sorriso chiaro,
forgiato di dolcezza,
tu metti in moto impulsi,
di sensuale tenerezza.
Ritta, nella sera,
nell'aria di Natale,
illuminata vai
da calde luci.
Son molti quelli
che assaporan dentro,
del desiderio i lampi,
che si consuman muti.
Tu sfuggi loro
come luce, aria e sole,
all'agognato invoco,
di chi, forzato, muore.

LA MIA VITA

Quando, bambino,
correvo sull'erba verde,
nella vastità del campo,
io ero morto.
Quando, bocconi a terra,
divoravo con ansia
il profumo di primavera,
io ero morto.
Quando, innocente,
mi accarezzavano i prati,
mentre sognavo l'amore,
io ero morto.
Quando, stringendo i pugni,
loro erano miei
e io il loro capo,
io ero morto.
Oggi,
pensando a ieri,
io ero morto.
Forse,
prima di morire,
io ero morto.

RASSEGNAZIONE

Sembra quasi
che a domani
non convenga
più pensare;
sarà come oggi.
Peccato però,
anche ieri
era così.

UOMINI

Uomini,
domani partiremo
per un lungo viaggio.
Percorreremo strade
senz'orma alcuna
del passato.
Ci sazieremo
di nuove verità.
Ebbri di gioia,
mireremo ad
altri mondi.
Allucinati dal futuro,
non guarderemo
più al passato,
che sarà poco...
tanto da scomparire.
................................
ma poi, ci abitueremo.
Allora forse capiremo
che tutto ciò non vale,
se è solitario il fine,
se è solitaria mèta,
del nostro esistere.

A ME STESSO

Ho parlato a me stesso.
.....................................
Mi son chiesto
perchè sono annoiato
(e non mi sono risposto)..
Mi son chiesto
perchè sono felice
(e non l'ho saputo).
Mi son chiesto
perchè sono cattivo
(se non sono felice).
Mi son chiesto
perchè sono buono
(quando sono felice).
....................................
Mi son detto
stupido e sciocco
(e non ho reagito).
Mi son detto
permaloso e superbo
(e non mi son mosso).
Mi son detto
che ho delle doti
(e mi è parso di no).
Mi son detto
che sono sicuro
(ma su questo ero incerto).
.....................................
Ho dedotto
che devo cambiare
(e mi son chiesto perchè)
Ho dedotto
che devo reagire
(ma non so a che cosa).
Ho dedotto
che devo studiarmi
(ne ho il dovere).
Ho dedotto
che sarò me stesso
(forse l'uomo è sicuro).

HO SETE

Cammino nel deserto,
tra la sabbia...
Io cerco acqua...
ho sete.
M'accorgo, proseguendo,
che non ho scorto l'oasi.
E sì l'ho cercata,
l'ho desiderata...
e non ho scorto l'oasi.
La faccia affumicata,
gli occhi tremolanti,
il sole che mi acceca...
Le dune senz'ombra,
il sudore che abbonda...
Morire nel cemento.
Dispero, proseguendo...
ma ci sarà il mare!
Ho sete.

NON MI INTERESSA

Non mi interessa
più niente
dell'antico sapore
che or non gusto.
Non mi interessa
più niente
del succo dolce
che mi piaceva,
che or non piace.
Le cose e le persone
m'hanno fatto
inerte, indifferente;
ad altri luoghi
or mirano
gli occhi miei.
Nell'ampio cielo,
la luna mi accarezza
e poi mi invita.
Con lei andando
or non m'accorgo
che il sol mi manca.
Ma il sol non piace
a chi, muto, osserva
le cose nere.
La luna sì,
chè non offende
gli occhi,
amici ormai,
del buio immenso.

RICORDI

Un fiume che straripa,
si scontra con acque cristalline;
le soffoca con forza,
prosegue poi senza posa.

NIENTE E' INUTILE

Così,
come passi incerti,
i pensieri oggi,
seguon l'orme
del passato;
finchè giungono
al burrone,
dove regnò morte;
poi cambian strada.
Nuove guide,
orme più fresche,
altri troveranno
nel loro futuro...
le seguiranno...
finchè giungono
al burrone,
dove regnò morte;
poi cambian strada.
Poichè non son nessuno,
poichè io porto un nome,
poichè ci sono anch'io,
poichè la mia vita serve,
allor anche la morte
io penso valore avrà.

IL GRANO

Tra la vita e il sole,
ora c'è il ghiaccio.
Il grano vive,
perchè vuole,
l'inverno intero.
La vita è amica
del caro sole;
e al sole il ghiaccio
si scioglie e muore.
Sfidando con costanza
la natura dura,
il grano cresce,
si indora e matura,
e muore allora
nel pane bianco...
-Vita, Vita, tanto amata;
cos'è la morte, Vita?-.
-Io son la morte-.
-Morte, morte, indesiderata;
cos'è la Vita, morte?-
- Io son la Vita.-

A CARNEVALE

Bere...
bere ancora.
Ubriacarsi per inebriarsi.
Sostituire con l'alcool
l'effetto dell'amore.
Gustare l'amaro
del ruttare tutto,
per avere bevuto troppo,
per non avere cercato niente.
Desiderare di trovare affetto,
di trovare amore,
quando si sa
che il gesso non scrive
sulla paraffina;
che l'acqua scorre
sul grasso,
senza bagnarlo.
Ridi bambolina!
Opachi gli occhi,
di lacrime amare,
non rispecchiano le maschere...
ma le maschere ci vogliono...
quand'è carnevale
ogni scherzo vale.

LA LUCE

Muto, nel silenzio,
inseguo mille luci.
Da quel cuore
non esce voce;
forse busso
dentro il vuoto...
Mi sveglio nella notte,
per un sogno troppo dolce.
Quelle luci si son spente.
M'alzo e corro all'impazzata...
la luce ormai se n'è andata.

CHI M'AMA

Cuor che si stacca,
ondata di calore leggero,
sospiro franco e sincero,
sentimento che l'animo placa.

ACCONTENTARSI

L'ombra del domani
offusca il sole d'oggi,
e così vivo
di pioggia in pioggia,
sotto il fardello pesante
di tanti desideri.
Speranzoso, riparo
nel paradiso terrestre,
ma non sono felice,
come chi si accontenta...
(perchè, forse,
io non lo trovo).

ALL'IMPROVVISO

Truce un balenìo negli occhi;
non so se amor di pace
o amor di guerra:
ahimè, meschino.

LA MORTE DI UN ANGELO

Cerulee mani di perla,
occhi chiusi che vedono,
labbra socchiuse sorridono,
tenero volto che ama,
corpo che dorme leggero,
odore di teneri baci,
candidi lembi senza piega;
un Angelo dorme: silenzio!

SUL MARE

Sapere che c'è una barca
là sul mare
(perchè vedo una luce)
Sapere che sulla barca
ci son tanti pescatori
(e vedo solo una luce).
Entrare nel cuore del mare,
riflesso sulla spiaggia,
è come udire il silenzio.
Abbiamo veduto
un cavallo galoppare;
un grano di sale
sciogliersi nell'acqua;
il sole nascere,
gli uccelli volare,
il sole tramontare,
il buio scendere,
il buio andare...
...e non abbiamo
sentito niente.

IL MARE, I SOGNI.

Il mare scivola
su questa spiaggia
come carezze
su placidi sogni...
Le mie tracce
scombinano il piano
dei sogni che passano.
...................................
Quando la spiaggia
sarà terminata,
tornerò indietro.
Allora le impronte
non ci saranno...
perchè il mare scivola
su questa spiaggia
come carezze
su placidi sogni.

EBBRO

Vorrei scrivere
mille cose
e la penna cade
a disegnare un punto.
E' attorno ad esso
che ruota il mondo
nel quale affogo
di gioia o di dolore.
La gioia è tanta
che un uomo,
ebbro, trema
sol col pensiero.
Il dolore
appartiene all'uomo
perchè è capace
di sentirlo tutto.

MI SENTO SOLO

La notte è nera;
anche nel cielo
stelle e cielo,
stelle e nero,
(ghiaccio nero).
Nei boschi folti
c'è una strada:
che strada, che buio!
Impavido,
che brezza!
................................
Dove sei?
................................
Odore di fieno,
macchie di erba,
maschere di chè?
Prendetemi
nel vostro grembo,
amiche sconosciute.
................................
Una goccia d'acqua
nell'mmenso mare.
I sentimenti
repressi nel silenzio.
Il sudore che mi
bagna di freddo.
................................
Avrei potuto
amare tanto...

IL PARTIGIANO

Il mattino,
si aprivano le rose,
tra le siepi,
e fumava, la terra,
l'inizio del giorno.
Su quelle rose, ora,
il partigiano ucciso
posa il suo capo.
Nel calice puro,
le rose offrono
il suo sangue caldo;
al cielo azzurro,
alla madre in lacrime,
all'innamorata sola.
Riposa in pace.
Le rose rifioriranno.
Fiorisce l'amicizia
a rifiorir le rose.

A ROMA

Gli occhi grossi
della foresta verde
mi vogliono bene.
Amici,
mi invitano a riposare.
Ma io, amore,
io sto cercando
tutto l'amore
che non conosco.
Sono corso a Roma,
e mi trovo ora
in San Giovanni.
Gli uccelletti volano
su un cielo dipinto,
di sereno.
Le vecchie mura
osservano me
che sono solo.
L'erba, che ancor
le rende antiche,
mi è ora dentro il cuore.
Ma non può domarmi
il rigoglioso orgoglio.
Mi addormenterà, la notte,
ma non potrà cambiarmi.
E' quindi inutile
anche il riposo.

IL SILENZIO

Quando la tromba
invoca il silenzio,
sulla caserma cadono
i miei ricordi.
I ricordi premono,
le stelle ridono,
mi schiaccian l'occhio
e poi si spengono.
Nel solito cielo,
in una notte stellata,
s'infrange un invoco:
s'infrange e ritorna.

HO VISTO PIANGERE

Ho visto piangere un uomo.
Ho visto piangere una donna.
Ho visto piangere un soldato
appena congedato,
e mi sono commosso.
Forse perchè iniziava
una vita più bella
o forse meno bella,
forse perchè...
forse, ma non lo so.
E ancora non so
perchè mi sono commosso,
perchè i muri bianchi
si commossero con me;
e così anche le pietre nere
e quelle sporche di sangue;
così come il silenzio
che si lasciava corrompere
dalle lacrime.
Solo quella volta
sapevo perchè piangevo.
Perchè avevo sbagliato
e non potevo
esprimerlo a parole;
perchè volevo cambiarmi.
Ma quella volta,
il muro era freddo
come il muro,
e le pietre, come pietre.

L'EROE

Era un fiore, quello,
che cresceva nel ghiaccio.
La foresta era grande,
tanto che il sangue
mi fluiva alla testa.
Anche l'anima fuggiva;
bussava su uno specchio;
e i sentimenti
lo facevano tremare.
Faceva freddo.
Nell'umiltà,
l'eroe voleva morire,
ma non poteva.
Aveva tanto sofferto
per trovare un fiore
nel ghiaccio.

LA BALLATA DELLE OMBRE

Ombra mia, ombra tua;
altre ombre che vanno;
altre ombre che stanno.
Si spezzavano con gli specchi
le ombre di sangue raggrumato.
La speranza si macchiava
con ombre di realtà macchiata.
L'amore si spegneva
in un lago di sangue, falso.
L'ombra silenziosa del bene
divenne grande,
e passeggiando
per buie strade solitarie,
si è poi incontrata
con l'ombra del riso
(spenta da pochi passi sicuri);
con l'ombra del disprezzo
(uccisa da un filo
di disperata sincerità);
con l'ombra dell'odio
(che, persa in un attimo la forza,
fu vinta da un tranquillo
sentimento d'amore,
in un disperato momento
di umanità disperata).
Battevano,
(come il suono del tamburo,
come cavalli che galoppano)
l'ombra del cuore mio,
l'ombra del cuore tuo,
in quel silenzio tutto nostro.
Avevo terminato di piangere,
smesso anche di ridere,
quando la ballata si spense,
dileguando vicino a me.
Con poche cose,
avevo ucciso il mondo.
Camminavo sospeso,
in un vuoto totale;
nessuno tra le ombre,
nella nostra ballata.

DUE CROCI

Mi sono immerso
negli occhi del fiume,
mentre sul monte
si scioglieva la neve.
Ho inseguito un uccello bianco,
finchè il vento mi fu contrario.
Chissà se volevo l'uccello bianco,
chissà se il vento mi era contrario.
Forse ero sopra la croce,
e lei era sotto,
forse ero dietro la croce,
e lei era davanti,
forse le croci
erano due.

IL BIGLIETTO

Quando avevo
eliminato le scorie,
l'argento puro
danzava
sui polpastrelli
di tante dita.
Le mani, inumidendo,
diventavano leggere.
Stringevo tra le ossa,
il biglietto che forse,
mi portava lontano;
molto lontano.
Negli occhi
ballava la speranza
di mille brillanti.

UNA CAMPANA

Avevo fumato una sigaretta
e buttato il mozzicone
sull'asfalto.
Si era spento
in venti faville.
Venti foglie ora cadono
dall'albero.
Povero, povero vecchio
che vai barcollando.
Ho in mano una chiave.
La butto
da una mano all'altra.
Se arriva,
la sento nella mano,
la stringo,
la ributto all'altra mano.
Se non arriva,
il tac sull'asfalto,
mi avverte.
Suonerà anche per me
una campana.

BOCCONI A TERRA

Ho capito che
non ho capito niente.
Vedo la strada
scorrere sotto i piedi
immobili,
così che la mèta
si allontana.
Quando mi accorgo
che il tempo passa,
anche il mio traguardo
è già passato.
Così le mie mète
non le raggiungo mai.
Fossi almeno una pietra;
una pietra per una casa
o per un monumento.
Non mi troverei, talvolta,
bocconi a terra.

QUESTE PIETRE ANTICHE

Io penso,
qualche volta.
Penso a
tante cose.
Aiutatemi
a ricordare
le sofferenze
di un tempo,
le sofferenze d'amore.
Voglio vivere ancora
per soffrire
come allora.
Si sente che
queste pietre
sono antiche;
si sente dall'odore.
A stringerle nelle mani
ridiventano argilla.
Essere argilla...
è come vivere senza forza,
senza il bisogno
di essere forti,
contemplando la debolezza
che ci fa riposare nell'oasi,
soddisfatti.

DI SERE COSI'

Di sere così,
ce n'è solo una
in un anno.
Sopra di me,
il cielo:
lo specchio
di un iceberg
sul mare.
E' una sera
con chiazze
di sole.
L'odore è odore
di aldilà,
tanto che
il vivere qui
è più bello.
Il cuore mi dice
di dentro
che non vuole
morire,
perchè il cielo
è tanto vicino
da cambiare
i miei piani,
da tingere d'amore
ogni mio pensiero.

IL COMPLEANNO

Il tempo passa,
mentre si gioca,
nella vita,
ogni giorno...
...e tanti giorni
non bastano
a diventar campioni.

LE MACCHINE

Lentamente,
approdavo in un mondo
di parole sciocche.
Tugurio di tenebre
sotto la luce
del sole.
Mio Dio;
com'era squallida
la vita delle macchine.
Com'era vuota
la vita degli uomini
che respiravano
per un anno,
che vivevano
per un solo mese,
senza nemmeno
le macchine.

CANZONE DISPERATA

Ho cominciato a lavorare
con passione.
Era con me
la forza del mondo,
nei miei pensieri,
nella mia mente,
nell'amore del tempo,
dello spazio,
delle cose.
Oh, i miei pensieri.
Ne avevo tanti
ad alimentare la mia vita
che scorreva sul velluto
di ogni ora.
Avevo scoperto
com'era bello lavorare,
quando andavo
con me stesso.
A poco a poco
divenni utile.
Il mio operato,
giudicato perfetto,
diede a me lavoro,
lavoro,
e ancora lavoro.
L'orgoglio cieco
che abita dentro
la mia volontà
spietata,
non disse di no
alla prova.
Lavoro,lavoro,
e ancora lavoro,
nel tempo intero.
Dolce sapore,
nel sopore
di momenti lucidi,
mi richiama alla mente
le cose del cuore.
E' un pover'uomo:
l'aiutano il cuore,
la mente, la ragione,
a uccider talvolta
anche l'amore.


articolo a cura di Luigi Zampieri


Ultimo aggiornamento (Mercoledì 09 Novembre 2016 18:01)

 

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Home SAMBRUSON. CULTURA, COSTUME, TRADIZIONI, AMBIENTE. LETTERATURA A SAMBRUSON (I) ALL'ALBA DEL MIO GIORNO. Poesie giovanili di Olindo Moretti
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