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Riccardo Meneghelli, sindaco

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PERSONE - PERSONE IMPORTANTI

Riccardo Meneghelli

Persona alla quale gli abitanti di Sambruson riconoscono ancora, a 30 anni dalla morte, doti e virtù.

Nato a Castagnole (TV) il 16 Maggio 1899, a pochi mesi di età venne ad abitare a Sambruson dove il papà, di origini trentine, aveva comperato una fabbrica di raccolta e lavorazione di pelli grezze e di grassi animali. Il giovane Riccardo assorbì dal padre - da giovane condannato a morte perché si era rifiutato di arruolarsi nell'esercito austriaco - gli ideali di libertà e di amor di patria intensamente vissuti.

Durante la prima guerra mondiale servi l'Italia sul fronte del Piave, come "ragazzo del '99" poi, già padre di tre figli, combattè sul fronte della Croazia dal 1941 al 1943. Furono esperienze dolorose che ne segnarono il carattere di profonda umanità.

Negli anni '20, dopo la morte del padre, iniziò l'attività di imprenditore proseguita fino al 1970  lasciandone la conduzione ai figli.

Furono anni difficili allora. La crisi economica del 1929, la confisca dell'azienda nel periodo fascista, la seconda guerra mondiale, lo obbligarono più volte a ripartire da zero. Fu lavoratore instancabile,  imprenditore tenace, coraggioso, capace di moderne intuizioni. Negli anni '60, quando il concetto di Ecologia ancora non esisteva, capì che era necessario smaltire i rifiuti animali e fondò la Salgaim a Campagna Lupia, azienda leader di settore nel nord Italia. Creò posti di lavoro  producendo benessere per diverse famiglie del nostro paese. L'onestà dei comportamenti gli valse la stima del vasto ambiente commerciale e industriale che frequentava. Era settimanalmente alla Borsa di Milano, cosa quasi incredibile date le modeste origini e la mancanza di adeguato titolo di studio.

Aperto ai problemi sociali, mise le sue doti a servizio della Comunità di Dolo, con particolare attenzione per la frazione di Sambruson. Fu vice podestà tra le due guerre e presidente della Latteria sociale di Sambruson dal 1935 al 1944.

Nel 1958 divenne sindaco di Dolo dedicandosi  a risolvere le gravi difficoltà in cui versavano i cittadini del nostro territorio. Con il sostegno popolare rimase sindaco per tre mandati fino alle sue spontanee dimissioni quando, per motivi di salute, non  fu più in grado di  reggere ai gravosi impegni pubblici.

Il primo impegno fu quello di portare l'elettricità in tutte le case di Dolo: intere borgate erano ancora senza luce, specie nelle frazioni. Migliorò la viabilità costruendo strade e ponti, compreso quello su Naviglio del Brenta in sostituzione dell'antica "passerella" pedonale. Fondò l'Acquedotto del Mirese, di cui fu il primo presidente allargando la rete idrica potabile al vasto territorio di ben 8 comuni. Seguiva personalmente l'iter dei lavori, dai finanziamenti alla posa delle tubature. Sapeva instaurare un rapporto umano con tutti " per fare le cose presto e bene" come era solito ripetere.

Inaugurò la scuola elementare di Sambruson nel 1960. Potenziò e ricostruì la Pretura del Mandamento. Viene da chiedersi come si sia procurato, dato il misero bilancio comunale, le ingenti risorse per queste opere, non essendo un vero politico. Con infaticabile impegno si recò a Roma decine di volte cercando di ottenere dal Governo gli stanziamenti per il suo comune. Aveva modi e capacità nel chiedere per cui molti lo aiutarono. Lo spingeva il desiderio di migliorare le condizioni di vita dei cittadini, conscio che queste opere avrebbero prodotto benessere e sviluppo. Tuttavia l'aspetto privato, lo stile di vita semplice, l'umanità del comportamento, il rispetto per il dolore e le difficoltà altrui, chiariscono meglio la forza morale che lo guidava. Devolveva i compensi della cariche pubbliche alle opere assistenziali o ai poveri che spesso aiutava di tasca propria. Riceveva chiunque avesse un problema, a qualsiasi ora, anche in casa propria dove le porte erano sempre aperte a tutti indistintamente. Le visite alla Casa di Riposo comunale erano passi obbligati della sua giornata, col proposito di portare risorse e conforto umano a chi ne aveva bisogno. Dalle conversazioni con gli anziani abbiamo avuto modo di venire a conoscenza di numerosi atti di cristiana solidarietà da lui compiuti.

Fu stimato da tutti: dalle persone più umili alle più alte autorità incontrate. Sempre rispettoso ed affabile sapeva trasferire entusiasmo ai suoi operai in fabbrica ricevendo in cambio stima e sostegno. Ricevette le onorificenze di Cavaliere nel 1960, di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana nel 1977; fu anche insignito nel titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto per meriti di guerra.

Il 6 maggio 1978 Riccardo Meneghelli morì serenamente  nella casa di Sambruson  nel cui camposanto riposa. La cerimonia funebre fu accompagnata da una enorme manifestazione di affetto; il nostro paese era gremito di persone provenienti da ogni dove, anche dall'estero.

A molti anni dalla morte, permane viva la sua memoria nel paese.

 


articolo a cura di luigi zampieri


 

Ultimo aggiornamento (Mercoledì 10 Giugno 2020 12:19)

 

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